Il fantasma di De Magistris sulla campagna elettorale

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Un fantasma si aggira per questa campagna elettorale. E non è quello del comunismo, presente solo negli incubi di Berlusconi e soci. No, stiamo parlando di Luigi de Magistris, il sindaco di Napoli. Non è candidato, non sostiene ufficialmente cartelli elettorali (si limita a mostrare simpatie per Potere al Popolo), il suo movimento “DeMa” ha saltato anche questo turno, ma lui gira. Si muove come una trottola in tante città italiane. Fa politica, lo scontro elettorale non gli è indifferente, sembra arare il terreno per prossimi appuntamenti. Giovedì, ad esempio, ha portato un migliaio di napoletani sotto Montecitorio per protestare contro il blocco della casse del Comune di Napoli a causa di due debiti antichi non saldati dalle precedenti amministrazioni. Folla, comizio e strategia precisa: diventare il leader dei sindaci che protestano contro i tagli del governo sui servizi. Due libri, “La Città ribelle” (scritto con Sarah Ricca e edito da Chiarelettere) e DemAcrazia, edito da Fandango e scritto da Giacomo Russo Spena, giornalista e studioso dei movimenti in tutta Europa, sono l’occasione per presentazioni in tutta Italia. Librerie, sale convegni, centri sociali, sempre affollati. “Mannaggia, per questa campagna elettorale mi prudono le mani”, è la frase che gli amici più vicini gli sentono ripetere spesso. De Magistris vuole giocarsi una partita nazionale, ma non prima, ha promesso ai napoletani, della naturale scadenza del suo secondo mandato da sindaco. “Luigi – dice un suo ascoltato consigliere politico – sa che c’è spazio. Dopo le elezioni alcuni pezzi del M5s, quelli più progressisti, si staccheranno delusi dalla gestione dorotea di Di Maio, Leu non risponde affatto al bisogno di sinistra che c’è nel Paese, e a questi settori vuole offrire una politica e spazi”.
(pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 25 febbraio 2018)