Operazione Giotto: c’è tanta Trapani
(di Marco Bova)
Le pratiche trapanesi ci sono tutte. I nominativi, gli ossequi, le nevrosi, i paventati tradimenti e i prestanome usa e getta. In pratica, nell’operazione che ha svelato un pezzettino degli affari criminali maturati attorno all’Expo, si scrive Milano, ma si legge Trapani. L’ordinanza disposta dal gip Maria Cristina Mannocci, in totale, ha coinvolto undici persone, accusate di associazione a delinquere per aver agevolato Cosa Nostra. C’è l’ex presidente della Camera penale di Caltanissetta, Danilo Tipo, ma il principale indagato è originario di…Castelvetrano. Si tratta di Giuseppe Nastasi, imprenditore specializzato nelle installazioni fieristiche, coinvolto assieme al padre Calogero, originario di Partanna. L’uomo adesso è in carcere’indagine della Dda di Milano, ha indiduato gli affari della Dominus Scarl (gestita dai trapanesi) e i lavori svolti per conto della Nolostand spa che cura l’allestimento degli stand all’interno della Fiera di Milano (nella quale è stata organizzata anche l’Expo). «Appalti che – dice il procuratore aggiunto Ilda Boccassini – attraverso un sistema di false fatturazioni hanno permesso l’invio di un fiume di soldi in nero, dalla Lombardia alla Sicilia».
Diversi i punti analizzati, ma ampio spazio è dedicato alle faccende trapanesi. Giuseppe Nastasi si sarebbe «servito di prestanomi per commettere una serie di reati tributari assai rilevanti», salvo garantire un regalino agli amici di Partanna. Nell’ordinanza vengono raccontati l’arruolamento, e l’abbandono, dei prestanome (http://www.malitalia.it/2016/07/operazione-giotto-il-caso-del-prestanome/). Nastasi faceva e disfaceva. E’ lui a maneggiare i piccioli ed è lui a decidere il trasporto di 413 mila euro in Sicilia frutto – dicono i magistrati – di false fatture. Lo fa mentre parla al telefono con Liborio Pace (suo sodale finito agli arresti e presunto link con la mafia di Pietraperzia, ad Enna) che, il 10 giugno 2015 mentre sono in auto, gli parla di un rischio: bisogna parlarne con il padrino. «Giusè non ti conviene davvero – dice – perche c’è un rischio davvero, pure tua ma..vedi che il padrino veramente, ci prenderà a pietre in testa». Gli inquirenti annotano che «altre persone, di stanza in Sicilia e alle quali bisognava evidentemente render conto, fossero interessate all’ingente somma di denaro». I militari della Guardia di Finanza il 14 giugno 2015 li trovano all’interno di un trolley verde a bordo di un camion (su cui c’era anche Liborio Pace) all’imbarco portuale di Napoli. Pace lo dice chiaramente: «era una perquisizione mirata» e da lì in poi Nastasi si mostra disinteressato e inconsapevole del «carico».
Chi erano i padrini interessati ai piccioli di Nastasi? Il quesito è flebile e l’inchiesta ha scandagliato i rapporti tra Pace e Vincenzo Monachino, mafioso di Pietraperzia arrestato il 28 giugno di quest’anno. I due sono cognati e i contatti sono noti a Nastasi che – in alcune conversazioni con la moglie – lì snocciola candidamente. I due parlano di Nicola Accardo, figlio del mafioso Francesco Accardo ucciso a colpi di lupara il 29 giugno 1988. «Quello comanda a Partanna», dice Nastasi. Sono in rapporti di amicizia ed è lui ad occuparsi dei viaggi di Nicola Accardo a Milano «fornendogli adeguato supporto logistico». La famiglia Accardo fa parte dei caposaldi della mafia trapanese. I magistrati ne ricostruiscono i confini giungendo fino ai contatti con la famiglia Messina Denaro, ed è rappresentativa la descrizione che ne da Nastasi, al telefono con la moglie. I due discutono di un regalo da fare a Monachino ed Accardo che «tante cose mi ha regalato». La donna ad un certo punto chiede, «ma che regali ti ha fatto..se è povero?». «Chi è ?- dice Nastasi – Povera babba! Ma tu..ma tu le persone nemmeno le conosci..questi sai chi sono? Questi sai chi sono? Questi..questo che sua moglie si è operata? Guarda qua..guarda..Italcementi sono loro, mica sono..vai su interneti e leggi..». E poi «ma perchè ti vuole così bene?». E lui: questo mi con..in Venezuela..questo dove avevo il negozio di scarpe io..sotto c’era un bar, che si chiamava Pianobar, ed io da quando ero piccolo come Calogero, questo qua mi veniva a prendere sempre, mi portava con lui in piazza, da bambino».
Il paesino di Partanna è uno dei feudi della mafia trapanese. Storicamente granaio elettorale di Vincenzo Culicchia (sindaco per oltre 30 anni fino all’arresto per mafia) negli ultimi anni è stato associato a Domenico Scimonelli, imprenditore arrestato dagli uomini della Squadra Mobile di Trapani nell’operazione Ermes, condannato a 17 anni di galera e tuttora imputato per l’omicidio Lombardo (avvenuto nel 2009) e quì, nel mese di marzo è comparsa una scritta su un muro: “Matteo Messina Denaro si nasconde a Partanna”. «Durante una perquisizione nella casa di Nastasi – ha detto Ilda Boccassini – abbiamo trovato luoghi di imbosco con doppio fondo per occultare denaro contante» e i sostituti Sara Ombra e Paolo Storari, nella richiesta di misura cautelare, lo ritengono «a disposizione» delle famiglie mafiose e per questo avrebbe offerto ospitalità a tale Angelo Cacici e avrebbe consegnato una somma in contanti a Giuseppe Manno (suo cugino acquisito), figlio di Francesco Mammo a capo della Ndrina Mammo-Maiolo. Le indagini (che hanno prodotto sequestri per oltre un milione di euro, altri sarebbero finiti in Slovacchia, Romania e Liechtenstein) sono tuttora in corso e i riflettori dei magistrati sono proiettati ancora una volta nel trapanese. E’ spulciando gli affari che sono emersi delle partecipazioni societarie di Massimiliano Giardino (coinvolto nelle false fatturazioni con Nastasi) nella Winaico Italia srl che si è occupata della costruzione di impianti fotovoltaici a Giave (in Sardegna), Partanna e Salaparuta. Un’inchiesta firmata Milano, che racconta Trapani.
A volte le informazioni sia per Giornale che anche per TV non sono dell tutto veri. .. voglio ricordare che ce anche un stimato cittadino Partannese che per motivi di lavoro a dovuto lasciare il suo paese….adesso gli sottopongono delle cose che non sono veri secondo me anche perche questo stimato cittadino Partannese e estraneo ai fatti citati dalla TV e Giornali…..