Trapani e i centri d’accoglienza: verso una gestione più umana

12476939_10209199116641761_381190998_oDi Marco Bova

Gara chiusa, si aprono le buste. È la tanto attesa gara d’appalto per la gestione dei centri di accoglienza per migranti in provincia di Trapani. Si tratta di un bando da 2000 posti che riassegnerà i migranti già presenti sul territorio nei centri, che finora avevano lavorato in convenzione, senza aver vinto una vera gara. Il bando – in virtù delle indicazioni dell’Anticorruzione – è articolato e ieri, nei locali della Prefettura, è iniziata l’apertura delle «buste d’offerta». La gara è spalmata su quattro lotti. Il principio è quello di evitare ogni tipo di monopolio (come quello che la Procura di Trapani contestava a don Sergio Librizzi e alla coop Badiagrande) e per questo ogni centro potrà ospitare dai 20 ai 200 migranti e gli enti gestori non potranno candidarsi per più di 200 posti.

Sulla gestione dei centri, come noto, è in corso un’indagine articolata della Procura e l’obbiettivo del bando è anche quello di anestetizzare ogni tipo di interesse criminale. In questo contesto ha preso il via l’esaminazione delle richieste inviate dalle cooperative. Alla chiamata sono giunte 31 richieste che a sua volta sono sviluppate in progetti specifici. La commissione è composta dal vicario prefettizio Concetta Caruso, dall’economo Maurizio La Rocca e l’attuale segretario comunale di Vita e Santa Ninfa, Vito Bonanno. Una scansione accurata fatta di referenze bancarie, dati sulla tracciabilità finanziaria, documentazione antimafia e allegati vari che successivamente verranno riversati in un sistema informatico.

Lo sbarco dalla Fregata Espero al porto di Trapani dei 424 immigrati soccorsi a largo di Lampedusa dalla Marina militare, 1 maggio 2014.  ANSA/GIUSEPPE LAMI

Lo sbarco dalla Fregata Espero al porto di Trapani dei 424 immigrati soccorsi a largo di Lampedusa dalla Marina militare, 1 maggio 2014.
ANSA/GIUSEPPE LAMI

Nella prima giornata la commissione ha verificato sei richieste di concessioni. Ci sono progetti su Alcamo, Castelvetrano, Castellammare del Golfo, Custonaci, Gibellina, Paceco e Salemi e tra questi spicca un faldone che si interseca con le indagini di Mafia Capitale. Il caso non è nuovo e stavolta si tratta dell’Rti (raggruppamento temporaneo di imprese) composto dalle cooperative Senis Hospes, con sede a Potenza, e Tre Fontane, con sede a Roma. Quest’ultima fa parte del gruppo La Cascina, coinvolta nell’inchiesta «Mondo di Mezzo» della Procura di Roma e tuttora viene attenzionata dagli investigatori. Le coop hanno richiesto l’assegnazione di quattro centri per un totale di 200 posti e la Commissione ha approvato la partecipazione. Poi sono arrivate le richieste delle cooperative Infomedia Catania, Solidalia, Solidaritetà e Serenità per un totale di 690 posti. La gara è appena iniziata e riprenderà stamane a partire dalle 10.30. L’interesse è notevole. In gioco c’è il superamento dello stato di emergenza. La dissoluzione di gestioni improvvisate (prive di requisiti minimi), di interessi criminali e di pagamenti macchinosi. Verso una gestione più umana.