Er Cecato e Spezzapollici: ve li sognate personaggi così

Una veduta esterna del Quirinale a Roma, 13 gennaio 2015. ANSA/FABIO CAMPANA

Una veduta esterna del Quirinale a Roma, 13 gennaio 2015. ANSA/FABIO CAMPANA

Sarà per il clima, sarà perché sotto il Cupolone tutto si amplifica, ma vuoi mettere la Tangentopoli a Roma? Altro che la fredda Milano. Basta vedere le facce dei protagonisti. All’ombra della Madunina i collezionisti di mazzette e gli specialisti in appalti truccati hanno il volto pallido e un p o’ triste di un Mario Chiesa (ieri) o di un Mario Mantovani (oggi), nella Capitale no. Le facce sono aperte, sfrontate, strafottenti, da impuniti. “Se magnamo Roma”, era la parola d’ordine dei protagonisti di Mafia Capitale. Ci mangiamo il Comune, le municipalizzate, i trasporti, la monnezza, gli ospedali, e pure gli immigrati. “A me un euro ad immigrato me tocca”, diceva quello che non voleva perdere la sua quota del business della disperazione. “Magnano” su tutto. E non erano solo mazzette.
RAFFAELE CANTONE si è messo le mani nei capelli quando i tecnici della sua Autorità anticorruzione hanno scoperto che nell’a zi e n d a dei trasporti (quella dei bus che sembrano carri bestiame e della metro che si blocca ad ogni pioggia) il 90% degli appalti è stato aggiudicato senza l’ingombro di alcuna gara di appalto. Cifre serie, qualcosa come un miliardo di euro, alla faccia delle norme, del mercato e della concorrenza. E poi vuoi mettere i protagonisti. Er cecato, Spezzapollici, a Milano dove li trovano personaggi così? Ottimi per un fiction di sicuro successo. Ma c’è una cosa che accomuna Roma (ladrona) a Milano (ladrona pure lei): l’insofferenza verso i giornalisti che raccontano mazzette e inchieste e i pubblici ministeri che spulciano carte e bilanci. Due flash dalla cronaca recente: le annunciate proteste degli avvocati romani contro l’inizio del processo Mafia Capitale, e Salvini. Teo, lo avete visto con la divisa da poliziotto e il faccione da Alberto Sordi meneghino difendere il vicepresidente della Lombardia Mantovani e l’assessore leghista Garavaglia. I “tutori dell’ordin e” presenti in piazza hanno applaudito. Roma e Milano uniti nella lotta.
(pubblicato su Il Fatto Quotidiano 19 ottobre 2015)