Cronache dal Sud: quando si tenta di frenare il progresso

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Cinquefrondi è un piccolo paese ai piedi dell’Aspromonte. Se ci vai, ti rimangono impresse le facce della gente – sempre accogliente e ospitale – ma anche la sua posizione geografica – poco distante sia dal Tirreno che dallo Jonio, nonché dalla montagna – il cibo e le tradizioni popolari che caratterizzano buona parte dei centri calabresi. Tuttavia, nonostante si possa rimanere ingannati da una apparente tranquillità, in una cittadina in cui davvero si conoscono tutti, non mancano i problemi e le divisioni che frenano lo sviluppo sia economico che sociale. Come ogni posto in cui ci sono delle emergenze, per anni, anche i politici locali hanno approfittato dello stato di bisogno e della disperazione dei cittadini. Succede sempre così: quanto più c’è richiesta di aiuto tanto più si gioca sulla pelle degli altri, con facili promesse che non portano a nulla, se non ad ingrassare le pance dei pochi prescelti.
La routine è stata interrotta dall’elezione di un gruppo di giovani amministratori guidati da un primo cittadino onesto e libero, Michele Conia. E così, improvvisamente, l’estate cinquefrondese si è caratterizzata per l’acceso dibattito politico: alle poste, come in chiesa, al bar come al supermercato, dal tabaccaio piuttosto che dal medico o sotto l’ombrellone, i cittadini – sia quelli che partecipano attivamente alla vita politica sia quelli a cui non è mai fregato un tubo – non hanno fatto altro che parlare di politica locale e di quello che è stato fatto o non è stato fatto in due mesi di amministrazione targata Conia. Ma voi direte, se questo Michele Conia è così bravo e leale, come mai la gente non lo fa lavorare?
E qui torniamo ai politici locali che non hanno reso molta giustizia alla cittadina in cui è nato l’anarchico e rivoluzionario Pasquale Creazzo. Se non fosse paradossale quello che sta accadendo, non richiamerei la vostra attenzione e non vi chiederei di riflettere. Ma siccome penso che le grandi rivoluzioni partano sempre dal basso, voglio spiegarvi cosa succede ad un giovane sindaco che ci mette la faccia. I vecchi politici (Pd, centro destra e altri) pur avendo ben capito che è finalmente in corso un processo di cambiamento non fanno altro che frenare il lavoro che si sta tentando di svolgere. Inventandosi falsi scoop – poi purtroppo ripresi alla lettera dai quotidiani locali che non sanno cosa significa cercare le carte prima di pubblicare una (non) notizia – come quello relativo all’indennità del sindaco. Le false cronache raccontano di un aumento del compenso dell’attuale primo cittadino, mentre le carte dicono che l’attuale amministrazione ha abbassato le indennità del 55 per cento; ha restituito telefoni e schede, usando i propri cellulari e quasi azzerato l’utilizzo dell’automobile “pubblica”. Le cene, i buffet con gli amici e gli apertivi sono pagati dai singoli amministratori e non dai cittadini, come in passato. Ma voi pensate che in un paese di 6 mila anime possono trovare giustificazione fatture di pranzi e cene di rappresentanza per la cifra di 1600 euro? E poi Berlusconi si lamenta se ne ha pagati 6mila nel locale sardo di Umberto Smaila!!! E non faccio l’elenco delle opere in cantiere e dei programmi che questi ragazzi già hanno messo in atto. Prima di loro? Nessuno degli ex amministratori ha mai mostrato uno scontrino delle cene a spesa pubblica o la propria busta paga. Nessuno ha mai gridato dal palco – come ha fatto Michele Conia ieri sera – che si opporrà al racket e al pizzo e sarà vicino ai commercianti sempre più piegati dalla criminalità organizzata, istituendo una associazione ad hoc.
Nella confusione generale, e mentre si cerca di lavorare, il chiacchiericcio estivo ha istigato i soliti ignoti a perpetrare danni ad una delle scuole cittadine. Ma altri episodi di vandalismo si erano già registrati. Così come la tensione fra i gruppi opposti. O si è con me o si è contro di me! E così fra sorrisi, battute, danni e disinformazione si cerca di frenare ogni tentativo di cambiamento. Succede in una piccola cittadina del Sud che a fatica tenta la ripresa ma può accadere ovunque. Sta ai cittadini onesti guardare senza pregiudizi ciò che avviene intorno a loro. Il Sud ha bisogno di persone come Michele che non ha peli sulla lingua, non parla per slogan, non usa frasi fatte, non fa retorica e non fa il politico di professione. È giovane e amministra un comune con tante difficoltà. La sua onestà è nota in tutta la Provincia, lo sanno anche in Procura! Non va in tv come tanti amministratori a fare il paladino della giustizia, né è famoso come altri, nonostante anche lui sia stato più volte vittima della criminalità.
Fossi un politico locale che ha a cuore le sorti del suo paese, starei zitto per un po’. Tenterei di elaborare il lutto – altrimenti si rischiano patologie gravi – e solo dopo aver lasciato il giusto tempo a questa amministrazione di lavorare, proverei a fare un bilancio, sempre carte alla mano. Poi approfitterei di questo tempo per cercare di parlare a cuore aperto alla gente, capire quello che davvero non funziona e magari collaborare al rilancio della cittadina. Anche questo modo di fare può dare i suoi frutti nel prossimo futuro (elettorale). Infine, non oltraggerei chi la pensa diversamente da me ma cercherei uno spazio di confronto serio e democratico. Si sa che con il dialogo si cresce. E fra persone intelligenti è quantomeno auspicabile.
Per il resto provo a consigliare: chi sta male assai prenda il Maalox.