Porto di Trapani, polemiche.

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(di Marco Bova)
La Trident e Gaspare Panfalone tornano agli onori della cronaca. Nella mattinata di ieri gli operai della Scs del gruppo Figliomeni hanno preso possesso dell’area aziendale paventando il rischio di perdita del loro posto di lavoro ed il motivo chiama in causa proprio il «re del porto». Tutto ruota attorno ad una commessa di lavoro legata al traffico dei container. E’ l’accordo commerciale che, fino al 28 febbraio, è intercorso tra la Scs e la Cma-Cgm, uno dei principali vettori europei, con sede a Marsiglia. Un accordo in grado di movimentare oltre 12.000 container nel solo 2014. Un accordo che adesso vede subentrare la Trident group di Gaspare Panfalone alla Scs.
«Abbiamo lavorato per tanti anni con la Cma-Cgm – afferma Rosanna Grimaudo, rappresentante sindacale Cisl dei lavoratori Scs – e sappiamo che, dopo la scadenza dell’accordo scattata il 31 dicembre, avevamo ottenuto una proroga fino al 28 febbraio. Ieri (lunedì) l’azienda ha ricevuto una mail dalla Cma-Cgm con la quale ci informavano che intendevano rescindere i servizi senza preavviso e senza indicare le motivazioni». Ieri mattina i dipendenti della Scs hanno deciso di presidiare l’area. «Non siamo in occupazione – tengono a precisare – la notte andremo a dormire, ma impediremo in ogni modo che vengano prelevati i container che tuttora stazionano presso la nostra area». Sono circa 200 container e proprio per questo, per l’intera giornata di ieri, sei camion della Trident hanno sostato dinanzi l’area della Scs tentando per due volte l’ingresso. Sul posto è immediatamente intervenuta la Digos. «Questa commessa riguarda quasi l’ottanta per cento dei nostri lavori – continua Grimaudo – e sappiamo benissimo che saltato questo accordo per noi non resterà nessun tipo di lavoro. Negli anni abbiamo arricchito il nostro «portafoglio aziendale», ma questa è una di quelle commesse in grado di definire la nostra vita o la nostra morte».
Sulla vicenda è intervenuto lo stesso Gaspare Panfalone: «Con una violenza inaudita viene attaccata l’azienda che rappresento. Sui fatti segnalo che la Cga-Cgm, nel rispetto del diritto e dei principi fondamentali di un economia di mercato, ha scelto di cambiare su Trapani l’impresa portuale. L’azione dei dipendenti della Scs sta impedendo ancora una volta alla Trident di esercitare legittimamente la propria attività d’impresa». Si tratta di un esempio tangibile di come la condizione occupazionale, in provincia di Trapani, sia evanescente a livelli patologici.
Come se fosse saltato una sorta di contratto sociale in grado di far oltrepassare il concetto di «homo homini lupus», ma questa è un altra storia.
«Stamattina un avvocato, per conto del gruppo Trident – afferma Gaspare Pinco, dipendente della Scs dall’82 – ci ha detto che non ci basterà il nostro Tfr per pagare i danni che stiamo procurando alla loro azienda. Io non so cosa sta accadendo, ma sto veramente temendo di perdere il mio posto di lavoro». I dipendenti hanno chiesto un incontro con il Prefetto e con il Comandante della Capitaneria di Porto. «Vogliamo capire il motivo per il quale abbiamo perso la commessa –continua Grimaudo – vogliamo sapere quale sarà il nostro futuro e soprattutto vogliamo conoscere le tariffe ratificate con il gruppo Trident, visto che potrebbe profilarsi un offerta sottocosto ai danni di altri lavoratori. Di certo noi non ci muoveremo da quì». Un presidio che, stando alle parole dei dipendenti, non rientrerà nei ranghi a stretto giro.

(pubblicato su TP24)