Trapani, l’accoglienza ai migranti tra multinazionali e sospetti
(di Marco Bova)
In seguito all’approfondimento pubblicato la scorsa settimana, riguardo l’assegnazione diretta per la gestione di alcuni centri d’accoglienza a cooperative riconducibili all’imprenditore Giuseppe Scozzari, in molti si sono chiesti qual’è lo stato di salute del sistema d’accoglienza ai migranti a Trapani. In molti hanno provato a capire quanti sono i centri attivi e soprattutto chi sono i soggetti che ne hanno assunto la gestione. Attualmente i centri attivi sono 27, spalmati su 8 comuni. Quelli appartenenti alla rete dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) sono 25, di cui 6 organizzati all’interno delle strutture Ipab, e poi ci sono il Cara di Salinagrande ed il Cie di Milo. Su ognuno di questi centri è possibile riscontrare diverse tipologie di sistemazione, infatti se è possibile ritrovare alcune cooperative abituate a rispondere alle emergenze umanitarie, è possibile anche trovare realtà letteralmente neofite in questo settore come l’associazione “Sicilia Bedda” noto gruppo folkroristico che attualmente accoglie 40 persone a Salemi.
A Mazara due centri vengono gestiti dalla Fondazione San Vito, diretta dal Vescovo della locale Diocesi Monsignor Domenico Mogavero – recentemente ascoltato, secondo quanto rivelato dal settimanale Panorama, da Papà Francesco circa la gestione finanziaria della Curia – mentre a Custonaci, in un centro organizzato all’interno dell’Hotel Poma, a gestire l’accoglienza è l’Ati composta dall’Aguarinto di Agrigento e la Gepsa, società francese di proprietà del colosso dell’energia Gdf Suez, impegnata anche nella gestione delle carceri transalpine. A Castelvetrano, tra i centri riconducibili alla gestione dell’imprenditore Giuseppe Scozzari di cui abbiamo parlato la scorsa settimana, c’è quello de “La Locanda” organizzato all’interno di un hotel gestito da una cooperativa appartenente al gruppo Insieme e diretta, almeno fino a poco tempo fa, da tale Vito Accardo, anch’esso rinviato a giudizio a Gorizia nell’ambito del processo sassociazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in pubblica fornitura. Infine ci sono i centri gestiti da Solidalia e quello di Bonagia gestito da Badiagrande che attualmente ospita 124 persone.
In settimana la stampa ha dedicato parecchio spazio alle denunce del Prefetto Leopoldo Falco riguardo “l’interessamento di alcuni soggetti alla concessione di centri di accoglienza, individuati come prestanome di mafiosi e respinti. Parlo di soggetti che negli anni hanno rappresentato gli affari di multinazionali impegnate nell’eolico”. Parole forti che il Prefetto aveva già rilasciato oltre un mese fa a Mariza D’Anna de La Sicilia senza sortire alcun effetto. Tuttavia, andando a spulciare i gestori dei centri straordinari, ci si imbatte nel nome di una cooperativa che alcuni anni fa è stata considerata a disposizione del politico Norino Fratello, ex deputato regionale Udc che ha patteggiato una condanna a un anno e mezzo per concorso esterno in associazione mafiosa. Si tratta della società cooperativa Letizia, che gestisce un Cas a Castellammare del Golfo ospitando 44 persone.
Proprio i centri di accoglienza per migranti, durante l’ultima tornata elettorale che ha visto riconfermati i sindaci di Mazara del Vallo e Salemi (4 centri gestiti da: cooperativa Corf, Sicilia Bedda, Terraferma onlus e Arca Salemi), sono stati al centro del dibattito politico riguardo possibili episodi di voto di scambio. Sull’argomento in campagna elettorale è intervenuto anche Vittorio Sgarbi, impegnato nella corsa a primo cittadino di Salemi e sconfitto dal locale candidato Pd. “Giungono notizie – spiega Sgarbi – secondo le quali, in questi giorni, c’è chi cerca il consenso promettendo assunzioni come docenti e tutor in corsi di formazione professionale, e posti di lavoro in centri per l’accoglienza d’immigrati aperti in questi ultimi mesi. Con i miei collaboratori stiamo valutando e raccogliendo queste segnalazioni per verificarne la fondatezza, al fine di presentare, eventualmente, un esposto all’Autorità Giudiziaria, alla quale chiedo, comunque, di vigilare perché la competizione elettorale si svolga liberamente”.
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