Gli intrighi di Don Librizzi tra sesso, potere e coperture

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(di Marco Bova)
E’ un vero e proprio terremoto quello che in questi giorni sta colpendo il terzo settore della provincia di Trapani. Le manette ai polsi di Don Sergio Librizzi, oltre a scuotere gli animi dei fedeli, hanno messo a nudo le debolezze dell’intero sistema dell’accoglienza ai migranti e in questi giorni molti degli attori principali saranno ascoltati dai magistrati che stanno proseguendo le loro indagini. Gli approfondimenti giudiziari, che seguiranno all’arresto di Don Librizzi, mirano a due filoni diversi ma complementari: da una parte si sta cercando di individuare i soggetti che hanno garantito la protezione di Don Librizzi in questi anni; da un altra parte si sta cercando di scandagliare minuziosamente i conti delle cooperative collegate alla Diocesi ed attive in diversi settori della società oltre che dell’accoglienza ai migranti.

COPERTURE – Don Sergio Librizzi è giunto a Trapani nella metà degli anni novanta. Originario di Petralia Soprana, in cui ha ricoperto il ruolo di assessore comunale in quota Dc, negli anni si è trascinato diverse maldicenze assieme al graduale inserimento nell’establishment economica regionale ed oltre ai ritorni sessuali – secondo i magistrati – avrebbe conquistato la compiacenza collaborativa di diversi soggetti. Nei carteggi giudiziari i magistrati fanno chiaramente riferimento a “coperture di alto livello” da individuare tra i numerosi personaggi che negli anni hanno intessuto relazioni con Don Librizzi. Un compito particolarmente arduo, atteso che il nome di Librizzi spicca all’interno di diversi organi, a partire dalla Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato che avrebbe rappresentato la contropartita più efficiente per i ricatti sessuali. Il suo ingresso in Commissione, avvenuto su nomina del sindaco di Trapani Girolamo Fazio – in questi giorni – viene fatta risalire al 2011, ma ascoltando le parole dei numerosi componenti la nomina di Don Sergio Librizzi sarebbe retrodatata. “Quando sono arrivato a Trapani – afferma Giuseppe Caccamo, Presidente della Commissione territoriale dal 2008 al 2010 – Librizzi era già membro supplente della Commissione, ma non ho mai avuto sentore di questo genere di accuse”. “Si – afferma Adriana Bianco, membro supplente dal 2009 – sicuramente era già in Commissione prima del 2008”.
LA COMMISSIONE – La Commissione territoriale è l’organo predisposto dalla legge Bossi-Fini per la verifica dello status di rifugiato politico ed è composta da un funzionario della carriera prefettizia, con funzioni di Presidente; un funzionario della Polizia di Stato; un rappresentante della Conferenza Stato-città; ed un rappresentante Acnur. Ognuna di queste categorie a sua volta può esprimere dei membri supplenti. La Presidenza della Commissione fino al 2008 è stata affidata a Giuseppa Strano, attualmente Prefetto di Pavia; dal 2008 al 2010 a Giuseppe Caccamo; dal 2010 ad ora a Francesco Tortorici. I membri dell’Ancur in rappresentanza dell’Unchr sono stati Maurizio Molina (fino al 2010) e Laura Cantarini (dal 2010 ad ora). In rappresentanza della Conferenza Stato-Città, su proposta del Comune di Trapani, negli anni sono stati integrati diversi soggetti. Uno di questi è Carlo Sammartano, legale dell’amministrazione trapanese sotto il governo Fazio e membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione Auxilium, riconducibile alla Diocesi. Poi c’è Barbara Lottero; Rita Scaringi, dirigente dei servizi civili del Comune di Trapani; Cinzia Bizzi, ex portavoce di Girolamo Fazio ai tempi della sua sindacatura; Andrea Radosta, operatore della cooperativa Insieme. Molti di questi soggetti a partire dai prosimi giorni dovrebbero essere ascoltati dai magistrati e alcuni sarebbero a conoscenza di informazioni su Don Librizzi, tuttavia una prima frenata alle indagini è arrivata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite che ha negato l’autorizzazione ad ascoltare i membri dell’Unhcr.
RUOLI IMPORTANTI – Oltre al ruolo in Commissione territoriale Librizzi nel 2011 è stato nominato dalla Conferenza Episcopale Siciliana membro del Comitato per il Microcredito della Regione Siciliana che gestisce annualmente milioni di euro attraverso una rete di cooperative che a Trapani esprimono una forte matrice cattolica. Assieme a lui spiccano i nomi di Teresa D’Angelo, nominata dalla cooperativa La Fenice (riconducibile alla Diocesi di Trapani) e Ugo Barresi, notaio trapanese nominato dall’Unicredit. Recentemente Don Sergio Librizzi aveva partecipato ad un viaggio romano con il neo Vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli e ad arricchire lo scenario ci sono le parole di alcune persone in orbita diocesana vicine al prete originario di Petralia Sottana, che preferiscono restare anonime, perchè “non si sa mai”. “Adesso si dice che lui promuoveva i migranti nei ruoli operativi anche in cambio di prestazioni sessuali, ma noi lo avevamo detto in tempi non sospetti che era una cosa anomala. E’ chiaro che nei migranti scattava quel meccanismo di cinica affabilità che non ne permetteva la migliore integrazione”. Loro ricordano vividamente la presenza di “personaggi importanti trapanesi” negli uffici dell’Hotel Sant’Andrea (sede delle cooperative, perquisita dai magistrati) e le millantate frequentazioni con il cardinale Paolo Romeo che avrebbero agevolato la nomina alla guida della Caritas siciliana.