Trapani, inchiesta sull’appalto da 2,5 mln di euro
(di Marco Bova)
Nei giorni scorsi a Trapani un azienda che puzza di mafia ha avviato la costruzione di un opera pubblica nell’indifferenza generale. In pochi giorni sono state scavate le fondamenta della struttura che dovrà sorgere, ma i curiosi non hanno potuto neppure capire cosa stava accadendo a causa dell’assenza del tradizionale cartello dei lavori. Si tratta di un progetto finanziato dall’Unione Europea e il Ministero dell’Interno, per un costo complessivo di 2 milioni e 658 mila euro, che porterà alla realizzazione di un Centro polifunzionale per l’integrazione dei migranti regolari in contrada Cipponeri, fra Trapani e Paceco.Il centro sorgerà su un terreno confiscato al boss mafioso Francesco Pace che fino alla scorsa settimana ospitava decine di alberi di ulivo abbandonati. Ad aggiudicarsi la gara d’appalto, organizzata dall’Urega (Ufficio regionale per l’espletamento delle gare d’appalto) nel giugno dello scorso anno, è stata la Catifra srl di Barcellona Pozzo di Gotto che ha avuto la meglio rispetto ai restanti 167 partecipanti. Il nome dell’azienda è l’acronimo di Calabrese Tindaro (58′) e Francesco, imprenditori originari di Barcellona Pozzo di Gotto che negli anni si sono imposti nel settore degli appalti a livello regionale.Dell’assegnazione dell’appalto se ne è occupato il Comune di Trapani, attraverso l’Urega, impegnando anche il dipendente Rosario Bellofiore nella commissione che ha valutato le offerte e le proposte delle aziende che hanno partecipato alla gara. Assegnazione ratificata dall’allora Responsabile Unico dei lavori Eugenio Sardo poi trasferito in luogo di Rosalia Quatrosi. Uno dei due fratelli Calabrese, Francesco è consuocero dell’ex senatore Domenico Nania e, assieme al fratello, nel messinese vengono accostati ad ambienti massonici. Tuttavia, nonostante la Catifra da anni circola nelle stanze della magistratura messinese, non è mai stata indagata in fatti di mafia.
1-Cosa sarà il Centro polifunzionale per l’integrazione dei migranti?
La realizzazione del Centro Polifunzionale per l’integrazione dei migranti rientra nel programma operativo nazionale “Sicurezza per lo sviluppo” 2007-2013 ed il centro servirà ad ospitare servizi e attività di formazione, orientamento, accompagnamento al lavoro, attività ricreative e altri servizi rivolti agli immigrati regolari.A finanziare il progetto saranno l’Unione Europea e il Ministero dell’Interno per un costo complessivo di 2 milioni e 658 mila euro. Pochi giorni fa ad annunciare l’inizio dei lavori di costruzione è stato il sindaco di Trapani, Vito Damiano che ne ha parlato in questi termini: “In questi giorni sono iniziati i lavori di costruzione di un Centro per l’integrazione dei migranti che servirà per mettere a frutto le capacità e le forze lavoro dei migranti regolari presenti sul territorio trapanese.
2 – Cosa dicono i collaboratori di giustizia sulla Catifra?
Della Catifra srl si parla ampiamente nei carteggi dell’operazione antimafia “Gotha 3” realizzata dai carabinieri del Ros di Messina nel luglio 2012. Nell’indagine la Ca.ti.fra srl comunque non è indagata. Un collaboratore di giustizia, Carmelo Bisognano durante alcune sue dichiarazioni ha affermato che l’azienda sarebbe stata coinvolta in una gara “pilotata”.A gettare ulteriori ombre sulla Ca.ti.fra pure un testimone di giustizia, Maurizio Marchetta che a Barcellona Pozzo di Gotto era il Presidente del Consiglio comunale. Marchetta parla di un cartello di imprese costituito da Carlo Borrella (in foto a sinistra) che all’epoca era il Presidente dell’Associazione costruttori di Messina e che lo scorso anno – anche in base alle dichiarazioni di Marchetta – è stato condannato a due anni di reclusione per favoreggiamento nell’ambito di un procedimento che inizialmente lo aveva visto coinvolto come vittima di estorsioni. “Borrella ha costituito un gruppo di imprenditori che fanno parte del Consiglio direttivo e che stabilisce a tavolino a chi far aggiudicare gli appalti”. Secondo il testimone di giustizia tra questo gruppo d’imprenditori c’era proprio la Ca.ti.fra. “Posso sicuramente affermare – continua Marchetta – che alcune delle imprese della provincia di Messina che fanno parte di questo cartello sono: la Ca.ti.fra. srl di Tindaro e Francesco Calabrese di Barcellona Pozzo di Gotto (seguono altre aziende)”. Poi Marchetta aggiunge dei dettagli rispetto alla modalità di partecipazione alle gare d’appalto in campo regionale. Il verbale è datato 23 febbraio 2011. “Calabrese aveva una cordata di imprenditori anche catanesi, trapanesi ed agrigentini – aggiunge Marchetta – in particolare di Favara, e facendo turbative era in grado di aggiudicarsi un gran numero di appalti perché era molto organizzato. Si diceva che Calabrese era colui che al cambio della legge regionale sugli appalti era riuscito a sperimentare il sistema matematico che permetteva di avvicinarsi all’aggiudicazione dell’appalto in maniera quasi scientifica”.E’ chiaro che queste sono delle semplici dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, seppure di elevata caratura , ma in effetti la Ca.ti.fra di appalti in provincia di Trapani ne ha vinti parecchi
3 – Le piste trapanesi della Catifra con “possibile condizionamento mafioso”
In base alle dichiarazioni del collaboratore Bisognano e del testimone di giustizia Marchetta abbiamo scandagliato i vari appalti vinti dalla Catifra srl in provincia di Trapani. In effetti l’azienda messinese di appalti in provincia di Trapani ne ha vinti parecchi, facendo razzia in diversi comuni e lo scorso anno il Comune di Castelvetrano ha annullato l’aggiudicazione per la realizzazione di un Urban Center per “situazioni di possibile condizionamento mafioso” sulla Catifra srl.Tra i vari lavori realizzati in provincia di Trapani in più di un occasione ci sono degli appalti vinti in associazione temporanea di impresa (Ati) con la società dei fratelli Durante. Uno dei fratelli, Nino Durante, è stato diverse volte associato a fatti criminosi. Nel 2001, quando era presidente della Cassa Edile di Trapani, fu arrestato per associazione a delinquere per aver “fornito offerte di comodo” nell’ambito di appalti pilotati dall’Anas mentre nel 2008 venne coinvolto con il politico David Costa in un indagine su contributi per “finanziamenti alle attività turistiche pilotati”.Tra i vari lavori realizzati in provincia di Trapani spicca maggiormente è l’associazione temporanea d’impresa (Ati) utilizzata per l’aggiudicazione dei lavori per il completamento del porto di Castellammare del Golfo, del valore di oltre 7 milioni di euro. Quell’appalto fu vinto dalla Catifra srl assieme ad altre tre società tra cui la Cogeta di Trapani le cui quote societarie sono state oggetto di sequestro anticipato perchè ritenute nella disponibilità dell’imprenditore Vito Tarantolo. Il sequestro ai danni dell’imprenditore trapanese è tuttora al vaglio degli inquirenti, ma in realtà tutti conoscevano il vero proprietario della Cogeta e non solo perchè a gestirla erano semplicemente le figlie e la moglie. Tarantolo negli anni è emerso in sede giudiziaria come un soggetto molto vicino a Vincenzo Virga e adesso viene ritenuto dagli investigatori una proiezione finanziaria del latitante Matteo Messina Denaro.
(pubblicato su LaGazzettatrapanese.it)