L’Aquila: tesi di laurea sulla prevenzione sismica
(di Umberto Braccili)
Nicola Bianchi e’ morto secondo il certificato alle 3.32 del 6 aprile 2009. Ci sono 309 certificati di morte che portano la stessa data e la stessa ora.51 di questi sono stati redatti nello stesso ufficio aquilano per studenti fuori sede. Erano parte importante del Pil della città.Vivevano in vecchie case , seconde case di proprietari che, attraverso gli affitti agli studenti ,se ne erano costruite altre. Anche queste case crollate sono come i certificati di morte. Tutte di quattro piani prima del sisma,tutte ridotte ad un cumulo di macerie con il tetto, ricostruito in cemento,che ha fermato la sua corsa sulle macerie ad un metro dal suolo. Tutti i processi aperti dalla magistratura aquilana si sono chiusi in primo grado con la condanna del direttore dei lavori a poco più di tre anni e interdizione dai pubblici uffici. Per un altro condominio, dove abitava la figlia di Angelo, l’ingegnere ha dichiarato al giudice che , nel ristrutturare il tetto più pesante, non aveva svolto i calcoli di stabilita’. Ha ricevuto i complimenti dell’accusa. Infatti se avesse dichiarato che aveva seguito la prassi , visto che tante carte sono finite in comune sotto le macerie, sarebbe stato forse assolto. Il perito della procura Margherita Ledda,nel corso della causa per la casa dello studente, ha accertato che dal 1982, anno dell’acquisto dello stabile da parte della Regione Abruzzo,nessuno ha mai provveduto a fare uno studio sulla stabilita’ dell’immobile costruito con un piano in piu’,nel 1969, rispetto al progetto. Poi ci sono le rassicurazioni della commissione grandi rischi. Quelle scosse che la protezione civile bollò come ” positive” perchè facevano scaricare energia e quindi nel tempo diminuire in intensità il fenomeno. Il libro “Macerie dentro e fuori” fu stampato, senza un editore, per gridare forte gli errori di comunicazione della commissione grandi rischi e quelle case di “burro” costruite in barba a qualsiasi regola di ingegneria. Dal libro , che e’ servito a finanziare l’azione legale di 13 famiglie perchè un figlio morto sotto il terremoto costa anche da morto, e’ partita l’esperienza di un premio di laurea insieme all’ordine nazionale dei geologi. Nel 2013 sono state visitate le facoltà di geologia da Firenze a Palermo, ci sono stati incontri con i laureandi poi il bando che ha portato alla premiazione di due tesi di laurea sulla prevenzione sismica. L’ultimo atto venerdì 4 aprile 2014 all’università de L’Aquila presenti genitori, amici dei ragazzi “che non ci sono più da cinque anni” e che erano andati nel capoluogo abruzzese solo per studiare e crearsi un futuro. I due neo laureati avranno si il premio ma anche il compito ,insieme ad altre forze nuove, di creare un nuovo modo di svolgere il proprio lavoro nella società dove etica e percorso di vita vanno a braccetto con le competenze. Che sia questa la regola.
(pubblicato su www.umbertobraccili.it)