Il figlio segreto del boss

matteonuova

Si chiama anche lui Francesco, Ciccio, come il nonno, Francesco Messina Denaro, il patriarca della mafia belicina. Il papà è Matteo Messina Denaro l’imprendibile boss della mafia siciliana. Super latitante è ricercato dal 1993 da quando cominciò ad andare in giro per l’Italia disseminando bombe. Lo scorso 26 aprile Matteo Messina Denaro ha compiuto 52 anni, 21 dei quali trascorsi alla macchia. Contro di lui condanne definitive all’ergastolo, c’è stato di recente un provvedimento di esecuzione dell’arresto per stragi e delitti, un provvedimento che ha aggiornato l’elenco degli ordini di arresto nel tempo contro di lui emessi dalla magistratura italiana, un ordine di cattura internazionale firmato dal neo procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Dino Petralia. Una latitanza quella di Matteo Messina Denaro che non è trascorsa e non trascorre tra grotte e rifugi tra le campagne, tra ricotte e cicorie, la sua è una latitanza che in tutto e per tutto somiglia a quella di Totò Riina, tra residence e ville, in mezzo alla gente, alla bella e buona gente, a sentire l’altro procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, che guida il pool di pm impegnati nella caccia al super latitante. Una latitanza protetta tra grembiuli e compassi, tra politici e borghesi raffinati. Non è mistero che è in questa corte è cresciuto Matteo Messina Denaro, campiere, col padre, della ricca famiglia del senatore Tonino D’Alì. Un rapporto che è costato all’ex sottosegretario all’Interno un processo conclusosi con una prescrizione (per i fatti contestati sino al 1993) e una assoluzione (per il periodo successivo al 1993). Il secondogenito del boss però non è una notizia che ha rallegrato la famiglia Messina Denaro. Tutt’altro. Forse non è una notizia che è piaciuta allo stesso boss. Di figli del boss se ne sapeva essercene solo una, Lorenza, nata dal legame di Matteo Messina Denaro con Francesca Alagna. Lorenza oggi è diciottenne, è studentessa all’ultimo anno del liceo scientifico Cipolla di Castelvetrano, la “patria” del boss. Lorenza è figlia di Francesca Alagna, una delle tante donne che il boss ha avuto prima e durante la sua latitanza. Francesca è sorella di Michele Alagna il commercialista di fiducia dell’ex patron della Valtur Carmelo Patti, contro il quale è in corso un procedimento per una confisca dal valore di 5 milioni di euro. Lorenza è nata e cresciuta con la madre a casa dei nonni paterni, Ciccio Messina Denaro, morto nel 1998, e Lorenza Santangelo, vedova del padrino, in via Alberto Mario 5 a Castelvetrano. Madre e figlia super protetti dai parenti di Matteo, è difficile avvicinarli. La figlia oramai diciottenne del boss è ben voluta dalla nonna Lorenza che era solita presentarla a chi andava a trovarla. Le intercettazioni un giorno catturarono la voce della nonna che la chiamava, ” Lorenzina vieni qui e ti presento due buoni amici di tuo padre”. Nonna Lorenza oggi molto avanti negli anni ma sempre col bastone del comando in mano, tiene molto alla nipote tanto essere ascoltata a lamentarsi un giorno con l’altro suo figlio, Salvatore, del fatto che Matteo mai ha tentato di conoscere quella figlia. Erano i giorni del dicembre 2008 e nonna Lorenza lamentava a Salvatore che il figlio Matteo non aveva scritto nemmeno un pizzino di auguri per quella sua figlia. Salvatore Messina Denaro rispose dicendo che il fratello non le aveva potuto mandare nulla per le difficoltà imposte dalla latitanza. In quei giorni i poliziotti della Mobile di Trapani indagavano sul clan e scoprirono che la “posta” in arrivo e in partenza per il latitante aveva una precisa cadenza. La convivenza tra gli Alagna e i Messina Denaro si è però interrotta di colpo nella primavera dell’anno scorso come ha bene raccontato su “L’Espresso” il cronista Lirio Abbate. Francesca è tornata a casa dei suoi genitori assieme alla figlia. Una rottura che oggi è possibile anche spiegare con la notizia del secondogenito di colpo comparso sulla scena della potente famiglia. Il fiocco azzurro ha provocato molta irritazione. Decisive ancora una volta sarebbero le intercettazioni. Ciccio, facile immaginare che si chiami così per via della adorazione che Matteo ha sempre riservato verso il padre, sarebbe nato tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005. Una nuova relazione sentimentale del boss, l’ennesima, che però sembra non essere stata completamente scoperta da chi indaga. Resta senza volto la madre quanto il figlio. Fantasmi come Matteo. Gli unici che la conoscerebbero sono i familiari del latitante. La voce dei Messina Denaro però non suscita tanti dubbi sulla fondatezza della notizia. I Messina Denaro hanno appreso di questo figlio del boss e addirittura si sono mossi più che per festeggiare per correre ai ripari. Sono stati ascoltati parlare di una prova del Dna per assicurarsi forse del contrario, forse anche perché questo, la prova del Dna, era quello che voleva Matteo Messina Denaro. Increduli, e preoccupati, hanno pensato di ricorrere alla scienza per sapere se quello che avevano saputo fosse vero o meno. Il secondo figlio c’è, concepito e nato tra Castelvetrano e Partanna, nel cuore del Belice. L’unico Dna che gli investigatori posseggono è quello di Lorenza, lo hanno ricavato durante un perquisizione in via Alberto Mario, quando ancora Lorenza e la madre abitavano con la nonna. Lo hanno prelevato dallo spazzolino da denti usato dalla ragazza. Dna che è unatraccia sicura per arrivare a riconoscere lo stesso capo mafia del quale si possiendei unica foto segnaletica risale agli anni ’90, e poi a raffigurarlo ci sono alcuni identikit o trasformazioni fatte in modo scientifico dell’originaria foto. Non sono giorni tranquilli per la famiglia Messina Denaro. C’è tanto nervosismo. C’è la notizia di questo figlio nascosto, di un parente, Lorenzo Cimarosa, che dopo l’arresto ha deciso di testimoniare il suo malumore e quello di altri nei confronti del capo mafia. La latitanza di Matteo Messina Denaro sta costando parecchio alla sua famiglia non solo economicamente ma anche per le teste, dei parenti, che ad una ad una vanno cadendo, arrestati o che si ritrovano con i beni confiscati. Il boss dinanzi a tutto questo ha preferito tornare ad rintanarsi anzicchè uscir fuori, farsi catturare e levare dai guai i parenti. La resa non fa parte della sua storia, “sentirete parlare ancora di me” ha scritto in uno dei suoi pizzini. Chi indaga sostiene che è come l’araba fenice pronta a risorgere dalle ceneri. E’ accaduto nel 1998 quando scattò l’operazione Progetto Belice, che causò il malore mortale a don Ciccio Messina Denaro, è accaduto anni dopo in occasione di altri blitz, la terra bruciata che gli si è fatta attorno puntualmente è tornata ad essere nuovamente fertile di altri favoreggiatori e complici. Gli ultimi complici Matteo Messina Denaro li avrebbe trovati tra i ranghi di quella vecchia mafia, tra gli anziani, gli ultimi pizzinari sono stati loro i pastori di una volta che hanno scontato le condanne per associazione mafiosa e sono tornati liberi. Matteo Messina Denaro d’altra parte lo aveva scritto a Provenzano nel 2005 che questo sarebbe accaduto quando il boss dal rifugio di Montagna dei Cavalli gli chiedeva cosa accadeva a Marsala. Matteo Messina Denaro a lui ha risposto dicendo che lì c’erano state retate, che stavano per arrestare anche le sedie dove i boss erano seduti, ma che si doveva aspettare il ritorno in libertà degli arrestati. E di mafiosi usciti dalle galere nel frattempo, è trascorso un decennio, ce ne sono oramai tanti in giro nel trapanese. Ci sarebbe anche un’altra intercettazione che tradisce le difficoltà del boss. Due mafiosi marsalesi sono stati sentire discutere di Matteo con preoccupazione, “se lo arrestano come fa con la dialisi”. Che il boss possa essere malato e malmesso lo si suppone da tempo, dapprima una malattia agli occhi, poi quella ai reni, forse anche il diabete che gli ha impedito di festeggiare il compleanno con la classica torta. E’ preoccupato per le sue condizioni Matteo Messina Denaro, forse più del fatto che in carcere intanto sono finiti invece i parenti più intimi. Come Salvatore, il fratello, Patrizia, una delle tre sorelle,i cognati Filippo Guttadauro e Vincenzo Panicola, il nipote, suo pupillo, Francesco Guttadauro. Il boss si nasconde qui nella sua terra non è lontano. Il secondogenito sta crescendo qui, tra Castelvetrano, Campobello e Partanna, cuore del Belice. La nuova relazione sentimentale Matteo Messina Denaro l’ha coltivata da queste parti, e quel figlio segreto certamente non lo mette di buon occhio dinanzi agli altri capi mafia, ma ancora non si può parlare di un boss caduto in disgrazia. E’ furbo Matteo ma non tanto però da evitare di cadere nella rete che gli era stata tesa dai servizi usando come suo corrispondente l’ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino, o da scansare una scomoda nuova paternità.