Trasparenza e merito nella pubblica amministrazione: la proposta di Unadis.
Nel corso di una conferenza stampa indetta lo scorso lunedì 10 marzo l’Unadis, Unione nazionale dei dirigenti dello Stato, ha presentato un documento destinato al Governo Renzi in cui la sigla sindacale – che raccoglie dirigenti di ministeri, presidenza del Consiglio dei Ministri, Agenzie Fiscali, Segretari comunali e provinciali – vuole proporre dei nuovi criteri per la selezione nella Pubblica Amministrazione e nella dirigenza. La proposta, nata da uno studio promosso dagli stessi dirigenti pubblici, muove nella direzione di nuovi criteri selettivi degli incarichi dirigenziali, fondati sulla validazione dei percorsi e delle “storie” professionali dei singoli dirigenti, al fine di premiare concretamente il merito e di tracciare una profonda linea di demarcazione tra politica ed amministrazione, garantendo ad un tempo le facoltà di governance della politica ma anche una vera autonomia operativa degli organi di dirigenza. L’idea è quella di superare il tradizionale binomio tra personale reclutato tramite concorso o a mezzo di incarichi conferiti a personale esterno all’ente. Questo perché, da un lato, i concorsi pubblico per loro stessa natura presentano il limite di poter verificare i candidati solamente sotto il profilo della mera preparazione, spesso circoscritta solo a materie di carattere giuridico, ignorando dunque le reali capacità di organizzazione e leadership indispensabili per il potenziale amministratore. D’altro canto, meccanismi di nomina diretta di personale esterno all’Ente, fondati sull’assunto che un rapporto di fiduciarietà tra politica ed amministrazione sia garanzia di buoni risultati, annullano la differenza tra potere di indirizzo e potere di gestione, equiparando di fatto controllori e controllati. Buoni risultati, invece, ha portato la formula del corso-concorso, aperto anche a soggetti esterni, che ha raggiunto risultati formativi validi e si è anche contraddistinto per l’aver saputo creare un sentimento identitario e motivazionale nei candidati. La proposta di Unadis distingue tra dirigenti con funzioni peculiari delle singole Agenzie e quelli addetti a funzioni cosiddette no-core, ovvero giuridico-legali, contrattualistiche, di contabilità ed amministrazione del personale. Per i primi, il progetto prevede che l’accesso al “ruolo” avvenga tramite corso-concorso riservato al personale interno, in cui andrebbero valorizzati gli incarichi già ricoperti, i risultati conseguiti e soprattutto i curricula, con espresso riferimento ad una valutazione della qualità del servizio prestato. Ai secondi, invece, sarebbe riservato il concorso pubblico, in alternativa al corso-concorso. La valenza della proposta è chiara e duplice: da un lato si privilegia l’efficienza del sistema, puntando su quei dirigenti che si siano distinti per il loro operato, premiando chi lavora meglio e circoscrivendo una volta per tutti gli eventuali “fannulloni”. D’altro canto, si limita il ricorso a cariche “fiduciarie” ai casi di pura emergenza, in un contesto di grande trasparenza e rigore nelle scelte, e privilegiando sempre il personale interno all’Amministrazione. Una proposta concreta e fattibile, che merita di essere vagliata da un Governo che sta promettendo molto in fatto di efficienza e legalità della Pubblica Amministrazione. A riprova che l’indirizzo politico non può mai prescindere dall’ ascolto attento delle parti sociali in gioco.