Speciale Avellino:l’ex Isochimica, 30 anni di silenzi
Borgo Ferrovia
«L’Asl non è mai stata inadempiente sulla vicenda Isochimica». E’ questa la risposta dell’azienda sanitaria di via degli Imbimbo dopo la diffida del sindaco Paolo Foti per la mancata partenza del piano di sorveglianza sanitaria sui cittadini di Borgo Ferrovia e l’accusa di aver provocato «insopportabili ritardi» per l’avvio della messa in sicurezza. Ieri mattina nel corso della conferenza di presentazione del monitoraggio che prenderà il via venerdì 7 febbraio a partire dalla popolazione scolastica, il dottor Carmelo Padula direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, ha fornito la verità dell’azienda sanitaria diretta da Sergio Florio. «I ritardi sulla messa in sicurezza del sito non sono nostri. La ditta appaltatrice dell’intervento, la Mondo Ecologia, ha presentato il piano di lavoro il 4 dicembre 2013. Lo abbiamo letto attentamente e abbiamo richiesto, lo scorso 3 gennaio, integrazioni e 25 punti di chiarimento, per acquisire documenti e procedure atti a garantire la salute pubblica durante i lavori. A distanza di un mese, ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta». Inevitabile la reazione di alcune mamme del quartiere, presenti all’incontro, che hanno accusato anche l’Asl di essere stata immobile per tre decenni di fronte allo scempio ambientale consumatosi all’Isochimica «vogliamo sapere quando partirà la messa in sicurezza e poi la bonifica, è inutile monitorare i nostri bambini se il mostro resta ancora lì con tutto il suo carico di veleni». Nel programma di screening sanitario sulla popolazione organizzato dall’Asl, il dottor Padula si occuperà della popolazione adulta. «L’Asl – ha detto – avvierà una sorveglianza passiva sulla popolazione adulta. Daremo massima informazione nel quartiere e chiunque ne senta la necessità può rivolgersi a noi per qualsiasi controllo». Inevitabile un passaggio anche sulla sorveglianza relativa agli ex operai Isochimica che hanno denunciato l’Asl alla Procura della Repubblica. «Non abbiamo nulla da nascondere – ha aggiunto Padula – e stiamo collaborando con la magistratura a cui abbiamo già consegnato 170 cartelle cliniche di ex lavoratori. Per loro avvieremo una sorveglianza attiva con cadenza periodica, che concorderemo in un tavolo tecnico con Inail e Arpac». Padula ha illustrato anche il protocollo adottato in passato e ritenuto insufficiente dagli ex scoibentatori. «Per tutti coloro che necessitavano di ulteriori approfondimenti ci siamo serviti dell’Unità operativa di chirurgia toracica della Seconda Università di Napoli e dell’Unità operativa di bronco pneumologia del Moscati di Avellino. Per gli operai risultati contaminati dall’amianto è stato avviato un percorso medico legale con denuncia di malattia professionale all’Inail e refertazione all’autorità giudiziaria». Ci sono poi i 239 alunni dell’Istituto comprensivo «Francesco Tedesco», situato a pochi metri dall’Isochimica. Ad occuparsi di loro sarà il professore Felice Nunziata, direttore del dipartimento di Pediatria. «Sarà un testing e non uno screening – ha precisato Nunziata – uno studio longitudinale che durerà nel tempo al quale lavorerà una task force composta da pediatri e allergologi. Il primo in Italia, quindi uno studio paradigmatico per la comunità scientifica perché l’insorgenza delle patologie collegate all’amianto ha una latenza lunghissima, di decenni e quindi non è riscontrabile nei bambini». Il testing sarà diviso in tre fasi: una prima visita servirà a produrre un’accurata analisi soprattutto a carico dell’apparato respiratorio, un secondo step riguarderà le prove di funzionalità respiratoria per quanti ne avranno necessità, e una terza fase per indagini più approfondite per eventuali casi particolari. Una cosa però è certa «per una prevenzione efficace – ha concluso Nunziata – la bonifica del sito è essenziale».
Isochimica:ASL, cifre e prezzi
Gli ex operai dell’Isochimica uccisi dall’amianto sono 15 e non 10. E’ questo il dato più inquietante emerso dalla conferenza stampa indetta dall’Asl ieri mattina sui danni provocati dalla fabbrica killer. Il dottor Carmelo Padula, direttore del dipartimento di Prevenzione ha snocciolato tutte le cifre in possesso dell’Asl. «Al 2010 gli ex operai deceduti risultavano 12» ha detto. Quindi un dato antecedente ai decessi di Umberto De Fabrizio, Luigi Maiello e Alberto Olivieri, i tre ex scoibentatori scomparsi tra il 2012 e il 2013. Un dato che potrebbe essere molto più alto, nonostante il lavoro certosino degli ex operai che hanno cercato di ricontattare, a distanza di 30 anni, tutti i loro colleghi, molti provenienti da altre province. Di alcuni non si hanno più notizie. Secondo i dati forniti dall’Asl erano 404 gli ex lavoratori dell’Isochimica contrattualizzati da Elio Graziano. Di questi risultavano residenti nel territorio di competenza dell’Asl Avellino e Asl di Benevento 275 lavoratori, (tre del beneventano e 272 irpini ndr.), di cui 22, al 2010, avevano cambiato residenza e 12 risultavano deceduti. L’azienda sanitaria sostiene di aver convocato a visita 241 lavoratori, di questi 210 hanno aderito al programma, 31 sono risultati assenti. In tutto le malattie professionali sarebbero 165. Nello specifico 140 risultate all’Asl, 16 riscontrate da altre strutture sanitarie e 9 già riconosciute. «Circa l’80% degli ex lavoratori è affetto da malattia professionale» ha precisato Padula. A questi però vanno aggiunti i lavoratori provenienti dal salernitano 30 dei quali sono stati visitati dall’Asl di Avellino che ha refertato la malattia professionale per 16 di loro. Un dato che contrasta con la recente relazione del professor Mario Polverino, direttore del Polo broncopneumologico dell’ospedale «Scarlato» di Scafati che, dopo aver visitato tutti gli 80 ex operai salernitani, ha riscontrato patologie nel 100% dei casi. Una relazione scioccante che è stata acquisita agli atti dalla Procura della Repubblica di Avellino. Saranno invece monitorati dal professor Felice Nunziata i 239 alunni dell’istituto comprensivo «Francesco Tedesco» e nello specifico 67 gli alunni dell’asilo, 114 della scuola elementare e 58 della scuola media. Non è stato ancora stimato il costo dell’operazione, ma l’Asl assicura il massimo sforzo economico.
Isochimica:il Comune smentisce la ASL
Sulla messa in sicurezza dell’ex Isochimica è guerra di date tra Asl e Comune. Se l’azienda sanitaria, attraverso il direttore del dipartimento di Prevenzione, Carmelo Padula, ha fatto sapere che la ditta affidataria della prima tranche di lavori, la Mondo Ecologia, da un mese non risponde ai 25 punti di chiarimento sollevati dall’Asl al piano di lavoro, da Palazzo di Città arriva un’altra versione. Dal Comune infatti fanno sapere che in data 4 dicembre la Mondo Ecologia, ditta di Airola aggiudicataria dei lavori, ha presentato il piano di intervento all’Asl, il cui parere è indispensabile per l’avvio di qualsiasi intervento. Ma, stando alla ricostruzione degli uffici di Piazza del Popolo, l’azienda sanitaria di via degli Imbimbo, solo dopo un mese (termine ultimo previsto dalla legge ndr.) avrebbe provveduto a rispondere, presentando 25 punti di chiarimento. Se l’Asl però sostiene di non aver ancora ricevuto risposta dalla Mondo Ecologia, il Comune invece fa sapere che la ditta di Airola avrebbe provveduto a fornire la propria replica in due date, il 16 e il 21 gennaio. Non solo. Secondo Palazzo di Città il 29 gennaio, quindi otto giorni fa, l’Asl avrebbe provveduto a richiedere altre 8 integrazioni alla ditta, già sollecitata dal Comune a rispondere quanto prima per avviare finalmente i lavori di messa in sicurezza dei 467 cubi in cemento e amianto in evidente stato di deterioramento presenti nel piazzale dell’Isochimica, a sigillare ermeticamente i capannoni, a tagliare la vegetazione cresciuta a ridosso dell’area e a chiudere ogni varco di ingresso all’ex opificio. Due versioni contrastanti: da un lato l’Asl che, nel rispondere alle critiche mosse dal sindaco Paolo Foti, scarica la responsabilità dei ritardi sulla ditta rea di non aver ancora risposto alle sue osservazioni, e dall’altro il Comune che invece documenta i vari passaggi intercorsi nell’ultimo mese tra la Mondo Ecologia e l’azienda sanitaria. Un tira e molla che non lascia ben sperare alla luce del doppio intervento di messa in sicurezza previsto dagli uffici di Palazzo di Città, prima di arrivare alla bonifica vera e propria della fabbrica killer. Oltre l’intervento affidato alla Mondo Ecologia per un impegno spesa di 60mila euro, il Comune ha già affidato un altro intervento per l’incapsulamento dei tetti in eternit dei capannoni. Lavori per i quali si è resa necessaria una nuova variazione di bilancio di 120mila euro e affidati, lo scorso sette gennaio, alla De.Fi.Am srl di Serino. Un piano di intervento già illustrato al Procuratore capo Rosario Cantelmo, dal sindaco Foti in qualità di custode giudiziario dell’area posta sotto sequestro.
(da Il Mattino del 5 febbraio 2014)