Stadio e barbiere con l’auto blu, nei guai il sindaco di Trapani
I carabinieri non guardano in faccia nessuno. Nemmeno i loro ufficiali. Niente favoritismi. A farne le spese l’attuale sindaco di Trapani Vito Damiano, primo cittadino dall’anno scorso. Generale dell’Arma, capo di una struttura dei servizi segreti, accettò l’invito a candidarsi che gli arrivò dal Pdl ma soprattutto da due dei maggiorenti, il senatore Tonino D’Alì e l’allora uscente sindaco Girolamo Fazio. Riuscì a battere al ballottaggio un avversario anche lui del centrodestra – quella campagna elettorale fu sostanzialmente una disputa interna al centrodestra – l’ex deputato regionale Giuseppe Maurici allora vicino a Grande Sud dell’on. Gianfranco Miccichè. L’esordio di Damiano come sindaco fu segnato da alcune vicende: la prima fu quella della rottura immediata con l’ex sindaco Fazio che, eletto in Consiglio comunale, avrebbe voluto una poltrona di assessore ma Damiano dopo averlo designato in campagna elettorale gli tolse d’improvviso la sedia di sotto senza manco dargli tempo di partecipare ad una seduta di Giunta; l’altro fatto fu la dichiarazione di Damiano a proposito di mafia, disse che parlarne a scuola, parlare a scuola di Cosa nostra era sbagliato perché i ragazzi si sarebbero impauriti; negò anche la sponsorizzazione di un docufilm dediccato al sociologo Mauro Rostagno ammazzato dalla mafia a Trapani nel 1988, “infastidito del fatto che potesse emergere una cattiva immagine della città”. Una sindacatura tra alti e bassi, più bassi che alti, tanto che Fazio, col dente avvelenato sempre per il suo defenestramento (intanto si è preso la soddisfazione dell’elezione all’Ars per il Pdl che poi ha abbandonato per aderire al gruppo misto e c’è chi dice oggi stia facendo i conti per un passaggio con i “renziani”) ha praticamente annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia. In città si raccolgono le firme contro Damiano e se ne è fatta carica l’associazione Trapani Cambia che fa riferimento ad un’altra candidato sindaco, la Pd Sabrina Rocca. Vicende politiche a parti in questi giorni il sindaco Damiano si trova ad avere a che fare con vicende giudiziarie. Un avviso di conclusione indagini (e non un avviso di garanzia come è stato scritto anche perché questo aveva fatto intendere lo stesso sindaco che durante una conferenza stampa indetta per altro diede la notizia) gli è stato notificato dalla Procura che a giorni si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per abuso. Un danno da 317 euro per avere usato l’auto di servizio per faccende private: con l’auto blu presso il barbiere nel vicino paesino di Valderice, per un paio di volte, sempre con l’auto blu allo stadio e al palazzetto a seguire le squadre cittadine di calcio e pallacanestro, poi una volta a recuperare la sua auto, una Panda bianca, che gli era stata portata via dal carro attrezzi. E’ stata una fonte definita riservata dai carabinieri a dare notizia che Damiano avrebbe fatto uso fuorilegge dell’auto blu, la Procura, con il pm Franco Belvisi, ha autorizzato l’attivazione di servizi di intercettazione anche video (pare che una microcamera sia stata collocata presso il barbiere di Valderice), intercettazioni che hanno fatto scoprire questi casi secondo la magistratura non regolari a rigor di legge. Damiano dal canto suo si dichiara tranquillo, pronto a spiegare i fatti contestati, lui ha cominciato a parlare dei suoi spostamenti con l’auto del Comune nei luoghi sportivi, rivendicando piena titolarità a parteciparvi come sindaco (si sa che a differenza di altri almeno al Palazzetto dello Sport, per le partite di basket accede con un abbonamento da lui personalmente comprato, disse, per dare l’esempio), sugli altri casi invece finora ha taciuto.
Le grane per lui non si fermerebbero qui. Pare sia pendente una denuncia per avere permesso un intrattenimento pubblico con dei pony all’interno della Villa Comunale. Un caso da chiarire riguarda invece un cartello di passo carrabile (non registrato), uno dei tanti che si vedono in giro in ogni dove, la cui collocazione non prefigura comunque la commissione di reati, spuntato su di un portone in legno di una via cittadina, la via Vincenzo Gioberti. La proprietà risponde alla famiglia Damiano. Non abita lì il sindaco, dietro quel portone, dicono i vicini, c’era la falegnameria del padre. E il sindaco che c’entra. Sembra che adesso lì tenga custodita la sua moto. Se è vero che lui ha posto quel passo carrabile senza pagar tassa, stavolta l’esempio che avrebbe dato non è dei migliori.
Credo che sia vergognoso che un giornalista sia al servizio di un potere. Qualsiasi,esso sia.. La civiltà e la democrazia di un paese si misura con il grado di indipendenza e libertà dei giornalisti e della carta stampata. In Sicilia questo e’ solo un miraggio. Siate indipendenti e non espressioni di poteri forti.
Le parole del sindaco Vito Damiano sulla mafia e su Rostagno sono registrate, il riferimento alle scuole elementari e materne sono frutto della Sua disinformazione. Posso però dire avendo lavorato ad un corso presso una scuola elementare che è stata grande la sensibilità di quei giovani studenti rispetto al tema della mafia, meglio di noi la rinnegano e la combattono…Sulla vicenda giudiziaria, uso dell’auto blu si è fatta cronaca mettendo in evidenza il contenuto: per esempio non si tratta di avviso di garanzia come si era fatto intendere ma avviso di conclusione indagini, non ci sono solo i casi di uso per andare allo stadio e anche altro, si è anche riempita la scena di tutto quello che accade ricordando i forti contrasti politici che riguardano il sindaco e il suo predecessore. In questo clima una “fonte riservata” come l’hanno definita i carabinieri ha dato il via alle indagini che riguardano (è stato scritto) un danno da 317 euro! …sulle altre cose abbiamo scritto quello che Lui ha detto…quel portone di legno con il passo carrabile che non serve a nulla (perchè non regolare) si è scritto che non è di sua proprietà..ma sembrerebbe della famiglia e che non si tratta di reato alcuno…per il resto stia tranquillo il sindaco la parola sbirro la odiamo perchè conveniamo qui dalle nostre parti ha un contenuto offensivo così come quando ne converrà si parla di mafia si finisce di parlar male dell’antimafia…la cena al ristorante: per quel che so non erano auto blu ma blindate assegnate ad un magistrato notoriamente nel mirino della mafia, magistrato che da questa città raramente ha ricevuto solidarietà ma questo è un altro discorso…in ultimo cambiano i politici e ambiano i sindaci a Trapani fa scandalo veder seduti allo stesso tavolo un magistrato e un giornalista, silenzio invece quando ci sono tavoli dove sono seduti politici e mafiosi…Rino Giacalone
I processi penali, è ormai risaputo e malcostume, si celebrano sugli organi di informazione, ma anche su quelli di disinformazione.
Che poi si continui a diffondere notizie frutto di interpretazione del tutto personale ammantandole di verità assoluta, questo è un altro modo per accreditarsi come dispensatore della verità.
Non ritengo che sia questa la sede più opportuna per difendersi da accuse infamanti di cui chi le sostiene o le condivide mai risponderà.
Qualcuno continua a sostenere, con demagogica pervicacia e sconcertante accanimento, che bisogna parlare di mafia anche ai bambini delle elementari e della materna, perché abbiano consapevolezza del fenomeno.
Però poi siamo i primi noi, adulti, consapevoli e infami, a trasmettere messaggi subliminali e a volte anche chiari ai ragazzi, ammantandoli di antimafia ma ricchi di contenuti mafiosi.
E di ciò qualcuno dovrebbe vergognarsi!
Per quanto attiene alla mia vicenda, di nessuna rilevanza penale per quanto mi consti, non ritengo che sia questa la sede opportuna per discuterne.
Però una cosa mi sento di dire: si vorrebbe far credere alle persone che chi rappresenta le Istituzioni e, in particolare, l’Istituzione locale, sia indegno di tale ruolo. Molto conta l’accusa infamante dell’anonimo e nulla i chiarimenti ed elementi inediti da me forniti all’Istituzione inquirente. Si vorrebbe far credere che l’attività investigativa, dispiegata con ampio ricorso a metodi d’indagine utilizzati normalmente per acquisire prove nei confronti di pericolosi criminali, abbia riscontrato comportamenti illeciti.
Si vorrebbe far credere, attraverso una fotografia di una porta di un locale che non mi appartiene, che i comportamenti illeciti sono parte del mio modo di essere.
Sono semplicemente disgustato da tanto accanimento!
Perché?
Forse perché ho avuto l’ardire di candidarmi a Sindaco?
Forse perché,elemento estraneo a questa onorata società, ho vinto le elezioni?
Forse perché non ho rispettato le regole della politica “dominante”?
Forse perché, in questo ambiente, “sbirro”?
Ci sarebbero tanti altri perché che non credo sia il caso di elencare perché fin troppo dissacranti di una cultura perbenistica che sta tarpando le ali della crescita culturale e sociale della Città.
Ieri sera ho cenato in un locale ov’erano presenti un magistrato e un giornalista che avevano cose da dirsi.
Due auto blu erano fuori, in strada, con i rispettivi equipaggi in attesa che l’Autorità finisse di cenare.
Io, dopo aver pagato il conto, mi sono incamminato a piedi verso casa.