Sangue infetto: risarcimento da mezzo milione di euro
(di Elisabetta Cannone)
Non le avevano riconosciuto la pensione, ma ora dovranno darle un risarcimento. Quasi mezzo milione di euro. È la cifra che il ministero della Salute dovrà versare a una signora di Bagheria, in provincia di Palermo, come risarcimento per il contagio da epatite C. Cifra importante certo, che sebbene non le farà cambiare la propria condizione di salute, potrà però aiutarla a pagare le cure, senza contare la soddisfazione morale per aver avuto giustizia per il danno subito. Dopo anni di sofferenza, infatti, la signora (che oggi ha 37 anni) scopre la causa del suo malessere: epatite C. E lo sa grazie al risultato della biopsia epatica che ha dovuto fare. Da qui un’altra scoperta, riuscire a risalire all’origine del contagio avvenuto per trasfusione di sangue infetto. Anche lei fa parte delle migliaia di siciliani che tra gli anni ’70 e gli anni ’80 hanno contratto malattie come la sua e qualcuno anche l’Hiv, a causa di sangue malato e non controllato da parte dello Stato. Nel suo caso il virus le è stato “iniettato” a 4 mesi, in seguito al ricovero nel reparto di pediatria dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, per sindrome da malassorbimento. Qui le due trasfusioni di sangue incriminate che le hanno cambiato la vita, con la malattia che nel frattempo è avanzata e non le ha più consentito di avere una vita normale. Fatta la scoperta è quindi passata alle vie legali contro il Ministero, che però in prima battuta le ha rifiutato la pensione mensile, il cosiddetto indennizzo previsto dalla legge 210/92. Qualche giorno fa, però, la vittoria e l’ottenimento del risarcimento di oltre 450.000 da parte del tribunale civile di Palermo. “Quello che rende ancora più amara la vicenda è stato l’atteggiamento dell’avvocatura dello Stato – ha commentato il legale della signora, l’avvocato Ermanno Zancla -. Nel corso delle udienze è stato perfino chiesto che dall’eventuale risarcimento venisse scomputata la pensione. Peccato che alla signora la pensione era stata negata proprio dallo stesso Ministero”