Marcia su Roma contro i segretari comunali

Il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, fa la sua apparizione mediatica lanciando una provocazione bella e buona: “Al giorno d’oggi la figura del segretario comunale – dice il neo primo cittadino del Pd – non ha più senso e costringe i comuni a spendere soldi inutilmente”. Uggetti, annuncia una vera e propria crociata da portare all’attenzione dei palazzi romani. La polemica è bella e servita dunque. Tanto che, dalla proposta-provocazione, è nata una petizione popolare promossa da “Il Giorno”, che segue minuto per minuto le enunciazioni del sindaco, e invita i cittadini a dire la propria sull’argomento. Le argomentazioni di Uggetti fanno gola: il Comune risparmierebbe 250 mila euro l’anno – dice in prima battuta – i segretari, d’altra parte “hanno solo il compito di firmare i documenti che vanno alla giunta e al Consiglio comunale”. E ancora: “La legge ci obbliga a nominarne uno. Se non lo faccio decado. Lo Stato – arriva a sostenere – protegge una casta senza che nessuno, finora, abbia avuto il coraggio di attaccarla”. Dell’argomento Uggetti dice di averne parlato anche con Delrio ed è pronto a procedere con una serie di atti formali “verso la loro cancellazione”. Cancellazione? Ebbene sì. Il sindaco democratico, e qui democratico va sottolineato, fa di tutta l’erba un fascio, strombazza cifre e costi annuali senza, probabilmente, averne piena contezza. Arriva a proporre la cancellazione – ed anche cancellazione è un termine che va sottolineato – di una intera categoria. Tutti farabutti e sfaccendati. Tutti incompetenti e raccomandati. Ma la “sua” soluzione è singolare. Uggetti, infatti, propone che al posto dei segretari subentrino i dirigenti. Cosa? I dirigenti? Si, quelli che per l’opinione pubblica sono i super pagati, i privilegiati etc etc… Meglio se di nomina politica? Eccerto. Evviva la democrazia che toglie ai ricchi per dare ai poveri. Un disegno perfetto quello del sindaco che, se non farà risparmiare le casse dell’Ente, almeno potrà aumentare il reddito di qualche fortunato-amico-dirigente. Supposizioni, per ora. Perché la categoria è su di giri e minaccia altre iniziative, sventolando carte e cifre che non rispecchiano i dati forniti dal primo cittadino. L’unione dei segretari comunali e provinciali l’ha attaccato difendendo la categoria. E, ancor di più, l’ha attaccato l’Unione dei dirigenti dello Stato e dei Segretari (Unadis): “Si deve prendere atto – scrivono questi in una nota – che c’è una forza politica che attraverso i suoi amministratori ed esponenti locali, in combutta con l’ANCI, vuole un determinato assetto di governance locale. Ispirato alla vision bassaniniana, un po’ feudale, clientelare, affrancato dai controlli e insofferente a figure come i segretari comunali che dovrebbero costituire un argine all’arbitrio politico e al dilagare della corruzione e dell’illegalità”. Bè, forse senza segretari comunali di mezzo, le amministrazioni possono avere le mani libere nella gestione del potere. Se a loro devono subentrare funzionari pubblici, meglio se asserviti, reclutati fiduciariamente per non disturbare il manovratore. E la trasparenza? E la legalità? Garantisce il sindaco? O il funzionario pubblico? Magari il dirigente? Va bene. Può anche darsi. Ma dunque il risparmio quale sarebbe? I super manager lavorano gratis? Se l’esperienza insegna pare proprio di no. Anzi! Il nuovo sindaco di Lodi forse vuole seguire le gesta del compagno Renzi che, fra gli applausi, fu il primo a esternare una proposta del genere che, però, riguardava i dirigenti. Viva l’Italia che piuttosto che potenziare ed arricchire comuni, province, regioni e ministeri di persone competenti, si preoccupa di sparare a zero e attaccare categorie di professionisti così, per fare bella figura e aizzare le folle. Ci sarà da divertirsi!