Bisignani, da faccendiere ad oracolo della politica
(di Marco Bova)
Il periodo in cui le uniche foto che lo ritraevano con un Lozza sul naso e uno stile vintage che ricordava vagamente Jerry Calà è ormai archiviato. Da quando Chiarelettere ha dato alle stampe “L’uomo che sussurra ai potenti” Luigi Bisignani sta diventando lentamente un must nei salotti dell’informazione televisiva e oggi pomeriggio si è concesso in una presentazione alla Fondazione Craxi. Un incontro quantomeno particolare se si registra il fatto che neppure il sito ufficiale della Fondazione ha pubblicizzato l’evento, invitando soltanto gli iscritti. Presenti molti appassionati e un paio di volti noti della Prima Repubblica come Gianni De Michelis, Renato Altissimo, Claudio Signorile e Rinaldo Petrignani.
“Sono arrivato a sessanta mila copie. Sto vendendo addirittura più di Saviano e di Renzi”. Quello che gli riesce meglio è il racconto di un aneddotistica infinita sui potenti con i quali ha avuto a che fare stando attento a non scivolare in rivelazioni scomode. “E’ strano che fra le numerose chiamate intercettate, manchino quelle fatte con Ferruccio De Bortoli. Eravamo degli amici ci vedevamo spesso quando veniva a trovarmi in ufficio a Roma o in Hotel a Milano. Ci scambiavamo anche parecchi sms, ma nulla di tutto ciò è stato pubblicato dal Corriere della Sera”. Sull’omicidio Falcone invece Bisignani ha un idea abbastanza chiara riguardo il coinvolgimento del servizio segreto russo. “Fu Andreotti a farmi notare che Falcone stava indagando sui conti segreti del Kgb e inoltre, se vuole una mia personale impressione, la mafia non avrebbe permesso un attentato del genere in Sicilia che da allora è diventata una terra di polizia con leggi assurde”.
Bisignani, come si ricorda, risultava tra gli iscritti alla P2 la loggia massonica di Licio Gelli che annoverava diversi iscritti fra le sue liste tra cui Berlusconi. Ed è proprio sull’ex Presidente del Consiglio che l’enigmatico faccendiere snocciola un aneddoto. “Conobbi Berlusconi intorno alla metà degli anni settanta. Era presente perfino l’allora Direttore Generale della Rai quando disse che aveva intenzione di fare una televisione privata nazionale. Chiaramente la prendemmo come una pazzia invece poi sa come è andata a finire. Tra l’altro erano gli anni in cui aveva costruito Milano 2 che già allora era un quartiere avveniristico”. Tuttavia sull’origine dei fondi che permisero sia la costruzione della cittadella berlusconiana che dei network televisivi galleggiano ancora diversi dubbi e fu proprio Tina Anselmi, Presidente della Commissione d’inchiesta sulla P2, a scrivere che a Berlusconi furono concessi “finanziamenti aldilà di ogni merito creditizio” provenienti tra l’altro anche dalla Bnl. “Io non so chi sia stato a favorire i finanziamenti all’interno della Bnl, però di certo chi lo ha fatto c’ha visto lungo. Le dico di più, non esiste nessuno più lontano dai poteri occulti di Berlusconi. Stesso discorso per Dell’Utri”. Sul Berlusconi politico invece sembra essere un pò meno ingessato affermando come “a lui piace parecchio “essere” Presidente del Consiglio, e non “fare” il Presidente del Consiglio, come una sorta di status quò“.
Condannato per la maxi-tangente Enimont, Luigi Bisignani ha patteggiato una pena di un anno e sette mesi di reclusione per il processo P4. Fra le numerose inchieste che lo hanno coinvolto però ce né una che lo ha visto come semplice testimone in quanto destinatario di un fax farlocco sul quale ha indagato la Procura di Trapani. “Si ho già visto questo fax, anche i magistrati mi hanno chiesto se lo avessi ricevuto, ma ho risposto negativamente. Non conosco il presunto autore e non sono mai stato a Trapani”. Stimolato da alcuni appassionati come fosse un oracolo Bisignani si lascia andare anche in un attenta analisi del potere. “Allo stato attuale non esistono poteri forti. L’unico potere forte in Italia è la magistratura ed è una tragedia. La finanza internazionale ha sempre influenzato le decisioni nazionali, ma adesso più che mai vedo il potere italiano come una palude”.