Mafia, ispettori al Comune di Valderice
Potrebbe bene dirsi, “tanto tuonò che piovve”. Proprio così. Accade a Valderice che per ironia della sorte a proposito di “acqua” non sta proprio messa bene, da decenni e più è questa una comunità che si è abituata a fare i conti con la crisi idrica. Ciò non di meno sui depliant turistici viene descritta come una “ridente” località pedemontana del trapanese, che è la verità. Appena sotto le pendici della montagna di Erice, a qualche chilometro dal capoluogo Trapani e da uno dei più famosi centri balneari della costa siciliana, quello di San Vito Lo Capo, vicinissimo al cuore del bacino marmifero più noto del meridione, quello di Custonaci che fa concorrenza a quello di Carrara. Ma non è né per la carenza idrica né per il turismo che dobbiamo interessarci adesso di Valderice. La notizia è quella che alla vigilia della consultazione elettorale-amministrativa di giugno il prefetto di Trapani, Marilisa Magno, ha deciso di avviare la procedura di accesso per verificare l’esistenza dell’inquinamento mafioso nella pubblica amministrazione. Non è la prima volta che accade è già accaduto, negli anni ’90. Valderice politicamente è stata sempre vista come una sorta di “laboratorio”, qui, durante la cosiddetta “prima Repubblica” si sono sperimentate formule politiche prima ancora che queste vedessero la luce negli ambiti regionali e nazionali addirittura, qui per anni hanno resistito ad ogni attacco dello scudocrociato le giunte di centrosinistra mentre altrove imperavano i monocolori della Dc, qui si sono provate le alleanze da compromesso storico e poi la famosa formula del pentapartito, ma ad un certo punto ci furono amministrazioni nate da un colloquio fitto tra Dc e Psi. Fu in questo periodo che si paventò l’inquinamento mafioso, dopo che si scoprì che alcuni dei registi di questa operazione erano invischiati in indagini sulla mafia. La seconda Repubblica con la elezione diretta del sindaco riconsegnò per un lungo periodo Valderice alla sinistra, qui i berlusconiani non sono riusciti a sfondare se non alle elezioni del 2008, intaccando lo zoccolo duro della sinistra e usando peraltro un soggetto che proveniva da quella “sinistra”, un socialista, l’attuale sindaco Camillo Iovino passato anche lui con Forza Italia. Iovino oggi non si ricandida per un secondo mandato. Ha preferito fare un passo indietro, pare che abbia scelto la candidatura al Consiglio comunale. A malincuore ha rinunciato a tentare la rielezione, si ritrova una condanna a un anno per favoreggiamento (ad un imprenditore mafioso) e al pagamento di 20 mila euro per danni di immagine al Comune del quale è sindaco. Prima che divenisse primo cittadino per i giudici ha messo i suoi servigi a disposizione dell’imprenditore Tommaso Coppola che dal carcere attraverso suo nipote che andava ai colloqui mandava “messaggi” al “politico” Iovino perché a sua volta potesse intercedere con il senatore Tonino D’Alì. Iovino ha sempre negato la circostanza di avere ricevuto questi “messaggi” dal carcere, i giudici però che lo hanno condannato lo hanno sonoramente “bacchettato”. I giudici hanno ritenuto la circostanza vera e perfettamente confacente con la “grande spregiudicatezza” con la quale “ha svolto la propria carriera politica……Iovino aveva interesse ad accreditare la sua posizione di gancio tra l’imprenditore valdericino e l’esponente politico nazionale…la mossa studiata dall’imputato (per difendersi ndr) non si è rivelata brillante, ma è nelle cose che non tutte le strategie risultino vincenti”. Ce ne è insomma per ritirarsi, lui comunque ha deciso di restare sindaco sino all’ultimo giorno. Le vicende processuali hanno fatto emergere la grande influenza che nel tempo Tommaso Coppola ha avuto sul Comune di Valderice, a proposito di lavori pubblici e di concessioni e licenze edilizie a suo favore. Quando negli anni ’90 ci fu il primo accesso “antimafia” tra i nomi che circolavano come “grand commiss” occulti c’era anche il suo, un imprenditore molto vicino alla sinistra. Insomma per la prefettura indagini, condanne e motivazioni delle sentenze di condanna che riguardano Coppola quanto l’attuale sindaco sono sufficienti per andare a fare qualche accurato controllo. La commissione prefettizia si è già insediata ed è al lavoro. A svelare quello che per la prefettura doveva restare riservato è stato lo stesso Camillo Iovino con un comunicato stampa diffuso dal suo “gabinetto”. E ne ha approfittato per fare “politica”. Ha infatti fatto scrivere al suo addetto stampa che “i commissari stamani si sono insediati presso l’ufficio del Segretario Generale del Comune al quale hanno comunicato come prima istanza la necessità di verificare il repertorio dei contratti attivati dalla amministrazione comunale valdericina dall’anno 1990 e pertanto delle amministrazioni di cui sono stati sindaci: Cristoforo Grammatico, Orazio Spezia, Giacomo Tranchida, Lucia Blunda e fino all’attuale”. Come dire l’ispezione non riguarda me ma un bel po’ di sindaci. In effetti il decreto prefettizio non dice questo, parla di generica ispezione e secondo norme di legge l’ispezione potrebbe andare agli anni ancora prima del 1990 come detto dal sindaco. Non ci vuole molto a capire che quella di Iovino è l’ennesima “strategia”. «Sono certo – afferma infatti il sindaco Iovino – che il lavoro dei commissari prefettizi sarà in grado di fare luce sulle attività amministrative di questi ultimi 23 anni verificando se vi siano stati amministratori, consiglieri comunali o funzionari del comune che in qualche modo potrebbero essersi resi permeabili alle lusinghe della mafia. Sarà un ulteriore contributo di verità alla quale tutta la comunità valdericina sarà interessata». Intanto però la comunità valdericina a proposito di verità è rimasta un po’ a secco. Iovino ha appena presentato la relazione di fine mandato, ha fatto tappezzare la città di manifesti pubblicitari della relazione, con tanto di cifre altisonanti su quanto è riuscito a fare, ma nella relazione nessun cenno alla condanna né a quei 20 mila euro che se condannato in via definitiva dovrà pagare. La verità per Iovino pare possa esistere secondo “convenienza”. Intanto Valderice va al voto e tra i candidati sindaci c’è un commercialista Mario Sugameli, centrodestra, non è la prima volta che tenta la corsa alla sindaca tura. avere Ci provò anche nel 2003 quando il suo nome uscì fuori da una intercettazione nello studio dell’imprenditore Coppola, che allora capendo che il vento non soffiava più come una volta, cominciò a sostenere il centrodestra. Allora l’area di centrodestra pare volesse puntare su un medico, Enzo Messina, Coppola si preoccupò che questa poteva essere la scelta, lui era per Sugameli, e la spuntò (anche se questi non fu poi eletto), “…l’impegno noi l’avevamo con SUGAMELI” e d’accordo con lui si diceva l’altro interlocutore, l’allora deputato regionale Bartolo Pellegrino che lo tranquillizzava, “…la prima cosa da fare è…io ora me ne occupo di questa vicenda…”. Una chiacchierata finita intercettata in quello studio dove Coppola decideva anche le aggiudicazioni degli appalti, ritirava e distribuiva le mazzette e pagava la tassa alla cupola mafiosa.