Mafia, così parla un componente della commissione parlamentare antimafia
Ottobre 2006. La trasmissione Anno Zero di Michele Santoro manda in onda un reportage firmato da Stefano Maria Bianchi dedicato a Trapani. A un anno esatto dalle gare di Coppa America che tanto erano piaciute …”alla mafia” la “Mafia’s Cup” aveva titolato “a lavori in corso” il settimanale “L’Espresso”, a pochi mesi dagli arresti della cupola di Cosa nostra trapanese che aveva fatto scoprire in che modo i boss avevano “inquinato” circa 100 milioni di appalti pubblici – soldi serviti ad attrezzare il porto a quello che fu definito con tanto di decreto governativo “grande evento” – , la troupe di Anno Zero era venuta a Trapani a fare vedere quanto marcio si nascondeva dietro lo spettacolo sportivo e abbellimenti cittadini. L’incontro più toccante fu quello con il prefetto Fulvio Sodano nella casa di questi a Palermo. Gravemente ammalato, Sodano riuscì a raccontare a Stefano Maria Bianchi che da Trapani lui si era visto trasferito per causa del senatore Antonio D’Alì, sottosegretario all’Interno. Bianchi andò a cercare D’Alì per intervistarlo, ma il parlamentare disse “che non gli sembrava il caso”. Garbatamente rifiutò. Quando la puntata andò in onda scoppiò il putiferio. D’Alì querelò in sede civile Sodano, la rai, Anno Zero, e Bianchi, il Tribunale Civile di Roma non gli ha dato ragione ed ha respinto ogni richiesta risarcitoria. Oggi questa vicenda fa parte del processo in corso contro il senatore D’Alì, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Oggi la stessa vicenda (Anno Zero, Bianchi, Sodano, Mafia’s Cup) torna d’attualità, al di là del dibattimento che si sta svolgendo dinanzi al gup di Palermo, perché tra coloro i quali reagirono malamente alla trasmissione ci fu l’allora sindaco Pdl Girolamo Fazio, appena eletto adesso componente della commissione regionale antimafia. Fu protagonista di una intervista “in ginocchio” presso l’emittente tv Telesud di Trapani, le domande non propriamente si poterono definire tali, era semmai una chiacchierata tra due che la pensavano allo stesso modo, quasi da “compari di merenda”, il direttore Rocco Giacomazzi da una parte e il sindaco Fazio dall’altra, eppure durante quella chiacchierata davanti alle telecamere era stato messo in dubbio l’esercizio della professione giornalistica da parte di Bianchi. Veniva e viene da dire “da che pulpito” veniva quella preghiera, con tutto il rispetto dovuto ai “pulpiti” religiosi.
Parlando di Stefano Bianchi infatti Fazio ebbe a commentare: “Non è stata data la possibilità del cosiddetto contraddittorio, ma come tutti hanno potuto notare è stata una trasmissione a senso unico. Si è voluto evidenziare quello che si è voluto evidenziare per raggiungere alcuni obiettivi, per colpire alcune persone, anche se forse inconsapevolmente non si comprende che il fenomeno mafioso da queste trasmissioni ne riceve un vantaggio e soprattutto quella che ne esce penalizzata al massimo è la città e una città è soprattutto una collettività che stenta a scrollarsi di dosso un marchio che da troppi anni francamente è presente in questo territorio e che a mio avviso solo parzialmente ha motivo di esistere, perché accanto sicuramente a delinquenti, a mafiosi, presenti in questo territorio, c’è tantissima altra gente perbene, laboriosa, che non merita di essere penalizzata, come effettivamente viene penalizzata”. E il giornalista facendogli da contraltare: “C’è un proverbio che dice ù carvuni su un tinge, mascaria. Questo è un proverbio tipico delle nostre zone, ebbene aver adombrato determinate responsabilità, averle buttate lì e fatto immaginare delle cose” .Fazio: “Guardi, le assicuro che mi ha fatto schifo, mi fa anche schifo pensare, sinceramente, che questa è una trasmissione la cui collaborazione, sicuramente, è venuta anche da alcune risorse umane presenti in questo territorio e questo mi fa ancora più schifo sinceramente, perché peraltro sono state fornite una serie di falsità, quanto meno delle notizie non vere, non corrette. Mi riferisco meglio, in particolare alla figura del Prefetto Sodano, che ho conosciuto. Ho lavorato un anno e mezzo insieme al Prefetto Sodano, conosco le sue capacità e il suo impegno e la sua anche valenza, ma debbo dire altrettanto il fatto che sicuramente non si è prodigato più di tanto per quanto riguarda il fenomeno. Mi faccio una domanda che è quella …..si è voluto a tutti i costi dimostrare francamente che il prefetto Sodano è stato trasferito e di questo trasferimento ne ha tratto vantaggio la mafia. Qualcuno si è prodigato per vedere se la Calcestruzzi Valderice (Calcestruzzi Ericina ndr) durante il prefetto…..durante la presenza del Prefetto Sodano qual era il suo volume d’affari e quanto è diventato il volume d’affari dopo che Sodano è andato via e soprattutto è subentrato nella gestione il Prefetto Finazzo (successore di Sodano ndr). Bene, se qualcuno avesse effettuato questa indagine avrebbe sicuramente scoperto che il volume d’affari della Calcestruzzi Valderice è quadruplicato. Allora, scusi il trasferimento non è stato fatto a vantaggio di alcuni soggetti e soprattutto di alcune imprese, perché i risultati dimostrano tutto il contrario. Altra cosa… le ho detto… ho conosciuto personalmente il Prefetto Sodano, e peraltro mi dispiace dal punto di vista umano, sicuramente vederlo in questo stato fisico e psicologico. Non dobbiamo dimenticarlo, per il semplice fatto che ricordo, e ricordo anche in maniera sicuramente molto pregnante, quali erano le sue condizioni fisiche quando lo accompagnai, ma lo accompagnai sotto braccio alla cerimonia del 2 giugno del 2003. E vi assicuro ….che era non più una persona in grado di poter svolgere il delicato ruolo di prefetto in una provincia come la nostra. Mi ricordo anche che il Prefetto Sodano sollecitò diverse volte il suo trasferimento e soprattutto chiedeva a gran voce, e forse anche in maniera legittima, di finire la sua carriera un una sede pregevole, non so cosa significa. Bene ….credo che, obbiettivamente, il Prefetto Sodano non sia stato soddisfatto nell’ambito della sua richiesta e credo che questo livore che io ho intravisto nell’ambito appunto del prefetto e soprattutto della moglie è conseguente al fatto che non sia stato accontentato nell’ambito della sua richiesta, che dal punto di vista umano e personale credo che fosse legittima, ma che forse trovava delle difficoltà ad essere evasa in termini positivi…Altra cosa, scusi, volevo aggiungere. Nella trasmissione per forza di cose, si vuole adombrare il sospetto che l’evento America’s cup è stato ottenuto ma che, qualcosa di grigio naturalmente è stato portato avanti, mi riferisco in maniera particolare al fatto che le forze dell’ordine, la magistratura ha scoperto che alcune imprese aggiudicatici degli appalti si fornivano ovviamente di materiale presso queste ditte in odore di mafia. Guardi, per quello che mi riguarda tutti gli organi istituzionali, che hanno avuto una certa attività nell’ambito dell’America’s cup … credo che abbiano fatto il possibile e l’immaginabile perché gli appalti venissero fatti in maniera corretta, trasparente e legale. Basta ricordare che ogni appalto, ogni documento, ogni elenco di camion, di persone e quant’altro veniva trasmesso alla Prefettura e alla Procura della Repubblica. Ogni documento, a sua volta la Prefettura lo trasmetteva alle forze dell’ordine, mi riferisco: polizia, carabinieri, guardia di finanza e quant’altro. Basta guardare l’ordinanza di custodia cautelare di questi soggetti, per capire effettivamente che questa è un’indagine che risaliva a due anni prima. Bene… mi faccio questa domanda: ma perché nessuno si è alzato e ha detto: guardate imprese, guardate Prefettura, vedete che c’è questo aspetto. Mi si può rispondere e mi si può dire: questioni di riservatezza, le indagini erano riservate. Ebbene se erano riservate sostanzialmente.. e.. questa confidenza non la si doveva dare al sindaco, oppure legittimamente alle imprese, perché allora non bloccare le forniture?…. Ma no, invece serviva, perché serve per dimostrare….ora a distanza di tempo, quando ormai l’evento ovviamente ha avuto già il suo successo, che tutto sommato, non è stato fatto tutto in termini trasparenti, ma che qualcosa di negativo c’è stato. Ascolti un attimo e finisco. Altra cosa importantissima secondo me, di una valenza fondamentale. Se è vero, come sembra che sia vero, che queste imprese aggiudicatici degli appalti siano fornirti da queste soggetti in odor di mafia, bene anche la Calcestruzzi Valderice si forniva dall’impresa Coppola (Tommaso Coppola, arrestato novembre 2005 ndr) e se il calcestruzzo di questa impresa aggiudicatrice era mafioso anche il calcestruzzo della Calcestruzzi Ericina credo che possa essere considerato mafioso”. Ma la bordata doveva ancora arrivare, ed ecco che spuntano “i professionisti dell’antimafia”. Dice Fazio: “Al di là degli aspetti personali di ognuno di noi, che ha ovviamente della vicenda… quello che mi fa più rabbia sostanzialmente è il fatto che su questi aspetti, su queste vicende molti ne traggono vantaggio, sia in termini personali, sia in termini politici, sia in termini di carattere sociale e tutto questo ovviamente…..e tutte le conseguenze ne piange la città, i cittadini e soprattutto i cittadini onesti; è questa la rabbia che sicuramente”. Giacomazzi: “Un suo predecessore diversi anni fa disse che a Trapani la mafia non esiste”. Fazio: “Questa è una stupidaggine grossa quanto una casa, non mi permetto mai di dire e di affermare una cosa del genere, però mi ascolti mi fa rabbia che se una vicenda accade a Trapani è una vicenda mafiosa, se la stessa vicenda accade a Milano invece è corruzione…Questa è una rabbia che mi fa… mi porto in corpo e non riesco a tollerare”. Giacomazzi: “Io volevo soffermarmi ad una considerazione ancora più banale: la mafia non esiste sappiamo tutti che non è vero”. Fazio: “Non diciamo stupidaggini per cortesia”. Giacomazzi: “Però oggi si va all’opposto e si vuol far credere invece che tutto quello che ci sia è mafia nella nostra città”. Fazio: “Serve….Tutta questa nebbia, diciamo così, serve perché bene o male si tiene sotto scacco un territorio e quello che secondo me è ancora più grave, bene o male, che alimenta ancora di più il fenomeno, perché mette ancora di più paura di quanto sia necessaria e tutto questo non produce che effetti negativi…avevo pensato e peraltro avevo anche scritto una lettera, però resomi conto che tutto sommato avrei avuto la possibilità di un minimo di contraddittorio a distanza forse di giorni se non addirittura di mesi dalla trasmissione sicuramente sarebbe stato inutile e soprattutto sarei stato in balia di un conduttore, che è un conduttore fazioso e soprattutto che in qualche modo… diciamo così ha una visione delle cose del tutto personale, soprattutto disancorata dalla realtà, perché molte cose sono state riferite allo stesso, ma credo che le informazioni che sono state ricevute…credo che tutto sommato non corrispondono alla realtà dei fatti”.
Eravamo nel 2006. Da quel 2006 ad oggi si è scoperto invece, grazie alle indagini di Polizia, coordinate dalla dda di Palermo e che portano la firma dell’allora capo della Squadra Mobile Giuseppe Linares (inchieste conosciute come operazioni “Mafia e Appalti”, servite a fare terra bruciata anche attorno alla cerchia di complici e favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro) che i reportage giornalistici su Trapani non erano né inventati né infondati. Fino a pochi giorni addietro è scattato il sequestro di una delle maggiori imprese che hanno eseguito una parte di quei lavori al porto di Trapani, prima di quel sequestro ci sono stati altri arresti, condanne, confische. Insomma ce ne sono di elementi perché chi la pensava diversamente, anche legittimamente si potrebbe dire, si potesse ricredere…e invece solo silenzi, o ancora affermazioni quasi a ribadire gli originari pensieri. In più adesso l’ex sindaco Fazio, il cui pensiero può essere così tradotto, “la mafia esiste perché c’è l’antimafia” (affermazione propria del senatore Marcello Dell’Utri), siede nella commissione parlamentare antimafia. Fazio ha due condanne definitive, ma si sa da queste parti, in questa Sicilia, chi ha precedenti è destinato a far carriera. Dalla commissione antimafia regionale è invece uscito uno che indubbiamente ha la fedina penale pulita ed è stato a suo tempo “cacciatore” di mafiosi, il questore Antonio Malafarina eletto deputato regionale nella lista del presidente Crocetta. Malafarina poteva essere un ottimo presidente, ma se gli accordi politici hanno dato la poltrona all’on. Musumeci, almeno per Malafarina poteva esserci la vice presidenza, ma anche questa gli è stata negata. E Malafarina ha lasciato la commissione, “dove avrei potuto fare solo la foglia di fico”. La “foglia di fico” anche dell’on. Giovanni Lo Sciuto, castelvetranese, altro neo commissario dell’antimafia siciliana, viene da dire anche lui con il giusto curriculum, “ex” socio di Matteo Messina Denaro. Tutto questo è accaduto a Palermo il 23 maggio, nell’aula di Palazzo dei Normanni, mentre fuori si ricordavano Falcone, Morvillo, Schifani, Dicillo e Montinatro, le vittime del tritolo di Capaci. Buonanotte Sicilia.