Via D’Amelio, condannati Spatuzza e Tranchina

(di Antonella Folgheretti)
Il gup di Caltanissetta Lirio Conti ha emesso le prime tre condanne nell’ambito del nuovo filone d’inchiesta per la strage di via D’Amelio. Con il rito abbreviato, sono stati così condannati Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, che si sono autoaccusati dell’eccidio in cui il 19 luglio 1992 persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta, ma anche il falso pentito Candura. A dare il via al nuovo filone d’inchiesta erano state le dichiarazioni dei due pentiti che hanno ricostruito le fasi preliminari della strage. Fino a un anno fa sette persone avevano scontato quasi vent’anni di carcere dopo le false rivelazioni dei pentiti. E oggi, subito dopo la sentenza, il procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, ha espresso la propria soddisfazione per i 15 anni cui è stato condannato Gaspare Spatuzza, che si è autoaccusato di aver avuto un ruolo operativo nella strage di via d’Amelio, 12 anni di carcere all’ex pentito, Salvatore Candura, imputato di calunnia aggravata (avrebbe detto il falso nei precedenti processi per la strage di via d’Amelio contribuendo al depistaggio delle indagini) e 10 anni al collaboratore di giustizia, Fabio Tranchina. Il 22 marzo davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta si apre un nuovo processo sulla strage del 19 luglio 1992