L’Ars e ‘il mercato’

(di Antonella Folgheretti)
Tagli alle partecipate, abolizione delle province, stop a finanziamenti pubblici per alcuni enti storici. Rosario Crocetta dà corpo alla sua ‘rivoluzione’ con una serie di iniziative che, però, rischiano di rivelarsi più formali che sostanziose. A partire dall’annunciato taglio di un miliardo di spese: il governo regionale siciliano ha proposto all’Ars un bilancio con 300 milioni di entrate ‘fittizie’ e spese incrementate rispetto al precedente governo. E la previsione degli oppositori di Crocetta è che in Sicilia il PIL non calerà di 0,5 (DPEF regionale) ma dell’1,8%, come precisano i principali istituti di ricerca economica siciliana (dalla Fondazione Res alla Curella). Sotto accusa anche la decisione di Crocetta di annullare le gare per affidamento a privati dei Beni Culturali a favore dei precari. Ma uno dei nodi maggiori è quello relativo alla abolizione delle Province. Crocetta aveva inizialmente fissato persino la data delle elezioni in primavera; a costi inalterati, come dimostra la delibera di Giunta numero 43/2013, che convoca le elezioni a normativa invariata senza la riduzione dei costi imposti dalla spending review. Poi, la marcia indietro. Infine, la riforma. Resta da vedere, sempre in tema economico, dopo l’annuncio dell’emissione dei cosiddetti ‘Trinacria Bond’, come Crocetta riuscirà a diminuire l’indebitamento (come imposto dalla legge costituzionale numero 1 del 4/12 e il fiscal compact) in una regione che ha già 18 miliardi di indebitamento consolidato.