In Sicilia, in attesa del “ponte”, intanto quelli che ci sono cascano

“E’ avvenuta ieri la posa della prima pietra della Strada provinciale 38 che collega Mazara a Torretta Granitola. Alla posa hanno partecipato il presidente della Provincia Mimmo Turano, il sindaco Nicola Cristaldi, gli assessori provinciali Duilio Pecorella e Vito Torrente e il componente della Commissione provinciale lavori pubblici, Andrea Burzotta. Ad eseguire i lavori sarà la ditta affidataria dell’appalto e cioè la Viastrada S.a.s. di Palermo che aveva effettuato il ribasso del 49,0255% sull’importo a base d’asta di 4.842.340,23 euro. La riqualificazione dell’importante strada litoranea ha avuto un iter lungo e complesso. «Abbiamo rischiato – ha detto Turano – di perdere il finanziamento statale ma in tempi rapidi è avvenuta l’aggiudicazione definitiva alla ditta che aveva offerto il secondo maggior ribasso. Questo ed altri importanti interventi nel territorio mazarese sono frutto di quella auspicata politica del fare che contraddistingue l’Amministrazione provinciale». La ditta Viastrada dovrà completare i lavori entro il 17 novembre 2013… «Da anni – ha detto il sindaco Cristaldi – segnalavamo la necessità di interventi in questa strada priva di illuminazione e teatro di numerosi incidenti. La sinergia istituzionale ora sta producendo gli effetti sperati»…ecc”. Questo è una parte del comunicato stampa diffuso nel febbraio del 2012 dall’amministrazione provinciale di Trapani. Tutti felici e contenti. E oggi? Oggi, febbraio 2013 la notizia è eclatante. La strada, una arteria costiera, di quelle che in Sicilia quando le percorri ti permettono di apprezzare la bellezza di una costa incontaminata, oggi è trasformata in un cantiere “aperto” dove però da tempo non si vede più la presenza di un solo operaio, i lavori sono fermi e pare si siano fermati appena un paio di mesi dopo dall’avvio, e quella che era una arteria transitabile prima dei lavori oggi è una delle più pericolose strade della Sicilia e le bellezze della costa sono “sporcate” da materiali edilizi rimasti depositati, se due auto che la percorrono in senso inverso si incontrano rischiano di cozzare l’una contro l’altra perché la carreggiata è estremamente ridotta. Difficile avere notizie di che fine abbiano fatto impresa, operai, direttore dei lavori. Ci sta provando ad averle un consigliere provinciale, Salvatore Bonanno che ha presentato una interrogazione al commissario straordinario che è succeduto alla Giunta che appaltò questi lavori…viene da dire “siamo in campagna elettorale”, perché ci si sta interessando adesso e non prima di questa “incompiuta” da mesi e mesi sotto gli occhi di tanti? Ora di situazioni del genere in Italia ce ne sono diverse ma questa, se permettete, può fare notizia più di altre perché di questi giorni in Sicilia non si sente parlare altro che di “costruzione del ponte sullo stretto di Messina”. Quando questo ponte verrà costruito gli automobilisti appena lo avranno attraversato si ritroveranno a percorrere strade – che già oggi è difficile chiamarle in questa maniera – che saranno delle vere e proprie “trazzere”. Non è che dal versante calabrese le cose vanno meglio, pensiamo a quella celebre incompiuta della Salerno-Reggio Calabria, un’autostrada perennemente a una corsia.
Ma guardiamo alla Sicilia. A sentire i commenti di alcuni mazaresi forse non era proprio necessario prendere 4 milioni, anzi 5 milioni di euro, dalle casse pubbliche per investirle nella costruzione di questa nuova strada….”prima dei lavori – dicono – era una normalissima strada che si percorreva senza problemi oggi è un sottile budello…”. I promotori di questi lavori nel frattempo hanno fatto le “valigie” dalla Provincia che ha appaltato l’opera: Mimmo Turano (Udc), il presidente, è tornato a sedere su uno dei 90 seggi del Parlamento Regionale, l’ex assessore Duilio Pecorella è prossimo ad entrare alla Camera quale candidato nel Pdl, ovviamente su questa faccenda c’è il loro silenzio. Da Mazara passiamo in provincia di Agrigento, dove c’è stato il crollo (annunciato) del ponte sul fiume Verdura nei pressi di Ribera. Risultato? Andare da Trapani ad Agrigento adesso servono non meno di 5 ore. Vicenda che ha avuto il suo risvolto elettorale. Il leader di Sel Vendola nei giorni scorsi impegnato nel tour elettorale ha dovuto “cancellare” la tappa di Mazara proprio perché da lì non avrebbe potuto raggiungere agevolmente l’agrigentino dovendo per forza essere nella serata del giorno previsto in Sicilia orientale. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha fatto un sopralluogo e ha dovuto allargare le braccia…: “Bambole non c’è una lira” non lo ha detto ma la sostanza delle cose è questa. Le contraddizioni del nostro tempo. Mentre, ripetiamo, si discute di costruire il Ponte sullo stretto di Messina, la Sicilia già isolata lo diventa ancora di più. Parliamo di Ferrovie. Muoversi in treno dentro i confini regionali già ora non è cosa agevole non sarà più possibile farlo dal 10 marzo: Trenitalia ha annunciato che verranno “tagliati” in Sicilia buona parte dei collegamenti interni. Non è che si perda molto e però pendolari e studenti dovranno presto attrezzarsi. In totale si tratta di 105 collegamenti. Che cosa è successo? E’ accaduto che da anni la Regione invece che partecipare alle spese per la gestione e manutenzione della rete ferroviaria ha preferito stanziare una barca di soldi per finanziare il trasporto gommato. E così succede che autobus di linee private anche se viaggiano senza un solo passeggero vengono finanziati ugualmente. Emblematica la storia di una azienda privata trapanese che apparteneva al boss mafioso Vincenzo Virga: presentava puntualmente alla Regione rendiconti come se ogni anno percorreva chilometri e chilometri di strade tanti quanti ce ne vorrebbero a fare un paio di volte, nemmeno una volta sola, il giro del diametro del mondo, e nessuno si scandalizzava o chiedeva spiegazioni, la Regione pagava e basta. Trenitalia ha deciso di dismettere la quasi totalità dei collegamenti interni alla Sicilia perché stanca di attendere che la Regione Sicilia venisse a firmare una convenzione: “La Regione – spiegano i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil –si è sottratta all’obbligo di una stipula di un contratto di servizio con Trenitalia che doveva servire anche a destinare fondi per garantire la semplice manutenzione ordinaria delle linee siciliane”. Si dismette comunque una rete che in parte è rimasta “abbandonata”: oggi, per esempio, per percorrere i 100 chilometri tra Palermo e Trapani servono 4 ore, o ancora ci vogliono sette ore per arrivare da Palermo in centri della Sicilia Orientaletrapani,Sicilia,trasportoi,ferrovie,str, con lo stesso numero di ore in aereo da Palermo si arriva a New York.