Tivoli : Terme Acque Albule, falso in bilancio prima della privatizzazione?

Svolta significativa e probabilmente decisiva, nella vicenda dei bilanci dubbi della società termale Acque Albule Spa. Il Comune di Tivoli, lo ricordiamo a chi legge, dopo esserne stato unico intestario dalla fondazione, nel 2001, ha proceduto a cederne il 40% al mercato privato. La privatizzazione, che ha rinfocolato le polemiche sulla regolarità dei bilanci della società, che già si erano levate diversi anni prima. Dal 1993, per l’esattezza, da quando della società termale era divenuto amministratore unico il dott. Marco Vincenzi.
Le critiche si appuntavano sulla presunta omissione di una forte somma d’interessi, dalla società dovuti al Comune. Né a farle tacere è stato sufficiente che un’inchiesta condotta dalla Procura di Tivoli si sia conclusa con un nulla a procedere.
Tanto che a metà dello scorso dicembre, l’Associazione “A. Caponnetto”, l’Associazione “i Cittadini contro le Mafie e la Corruzione” e Luigi Sabucci, un cittadino che a suo tempo aveva già sollecitato l’indagine penale, hanno depositato un esposto presso la Procura Regionale della Corte dei Conti. L’esposto è corredato da numerosi documenti e chiede alla magistratura di controllo d’intervenire perché, alla luce di quei documenti è “innegabile la sussistenza di un ingente danno erariale”.
“I documenti allegati all’esposto non sono venuti in considerazione nella precedente inchiesta – spiega Luigi Sabucci – e sono tutti di matrice pubblica, quindi assolutamente affidabili. Dimostrano che gl’interessi che il Comune ancora vanta nei confronti della Acque Albule, ammontano attualmente ad oltre ad oltre un milione e mezzo”.
Certamente non una somma da trascurare, tanto meno di questi tempi.
La quantificazione scaturisce da uno dei documenti riferiti nell’esposto: una perizia del 1999, redatta su incarico della stessa Corte dei Conti e che aveva segnalato che, a tutto il 1996, la società Acque Albule non aveva riportato in bilancio gl’interessi a favore del Comune di Tivoli. La medesima perizia aveva stimato che tali interessi, nel 1996, superavano il miliardo e trecento milioni di lire.
Il dott. Antonio Turri, presidente dell’Associazione “i Cittadini contro le Mafie e la Corruzione” si dichiara fiducioso nell’attività della Procura Regionale della Corte dei Conti.
Indubbiamente, nella vicenda ci sono aspetti ancora da chiarire. La nostra redazione, ad esempio, proprio in questi giorni è venuta in possesso di un sollecito ufficiale, a suo tempo indirizzato al comune di Tivoli. Richiamando una nota (la n. 372895/MC del 10.3.’95) della Procura Regionale della Corte dei Conti, il Comune di Tivoli era stato invitato “a far conoscere con la massima cortese sollecitudine, e comunque entro il 15 aprile 1995” se ed in che modo erano stati estinti i crediti che vantava nei confronti della Acque Albule. Come abbiamo visto, però, nel 1996 gli interessi relativi a quei crediti non erano stati corrisposti e neppure messi in bilancio. Né, d’altra parte, si ha notizia di successivi solleciti in proposito.A questo punto è importante trovare la risposta data, a suo tempo, dal Comune di Tivoli.Chissà dove sarà essendo passati ben 17 anni!