“Pino Maniaci è candidato”. “No, non è vero…però”

Le voci su una possibile candidatura al Senato del giornalista Pino Maniaci, promotore della “lista del Popolo” pronta ad apparentarsi col Pdl, è stata una delle novità di questa domenica, ulteriore giornata pre elettorale. Una notizia che ha avuto uno sviluppo contrario al suo esordio, con Pino Maniaci che ha smentito di essere candidato e che preannuncia una conferenza stampa per domani mattina. Pare che annuncerà il suo sostegno alla lista di Antonio Ingroia, non sarà candidato con nessuno e soprattutto tiene a dire che “la lista del popolo, che ha la mia faccia, non avrà né lui né altri candidati”. Insomma la storia di questa lista è già finita. E’ vero invece tutto il resto e cioè che Maniaci è stato tra i promotori di questa lista, a lui ispirata, che questa lista voleva mettersi a fianco del Pd, “ma – racconta – Lupo (segretario regionale in Sicilia ndr) mi diceva di parlare con Bersani e da Roma mi dicevano che invece dovevo parlare con Lupo. Con questo Pd non si può parlare”. E la storia dell’apparentamento col Pdl? Tutto vero ma non accadrà nulla, “perché la lista non si presenta”.
Potremmo ben vedere quello che è successo come l’ennesima provocazione del giornalista Pino Maniaci spesso risultato lesto con le sue parole ed iniziative a evidenziare le contraddizioni della Sicilia, assieme alle collusioni con la mafia, Maniaci è riuscito a far parlare di sè anche in questa vigilia elettorale.Mentre nessuno prendeva in considerazione una sua possibile candidatura, invece è riuscito ad accendere i riflettori su di sé e si sa che ancora le liste non sono del tutto chiuse quindi candidato alla fine potrebbe riuscire ad esserlo, domani dalla conferenza stampa si potrà capire di più.
Ma bisogna anche dire un’altra cosa. E cioè come il nome di Maniaci possibile candidato è venuto fuori da uno dei tanti cilindri che oramai in tutta Italia stanno determinando le diverse candidature e soprattutto decidendo a chi debbono andare i migliori posti per le elezioni certe per via del sistema elettorale. Assodato che le primarie svoltesi nel centrosinistra soprattutto in Sicilia sono risultate una presa in giro se non frutto davvero di raggiri truffaldini (prendete il caso di Alcamo dove alle primarie del Pd hanno partecipato 7 mila elettori in 12 ore) tante candidature stanno venendo fuori soprattutto dal video. Chi in questi anni per il suo lavoro ha meglio bucato il video viene cercato e messo in lista. Certo tra questi vi sono quelli che seriamente hanno lavorato e non c’è dubbio che lo continueranno a fare, ma il resto? Tagliati fuori sono rimasti donne e uomini delle periferie dimenticate di questa Italia, quelli che hanno rifiutato le primarie “tanto per farle” e che non hanno bussato ad alcuna porta cercando il fatidico “posto al sole”. C’è da scommettere che il famoso rinnovamento della politica sbandierato da più parti sarà solo di facciata, i professionisti della politica continueranno a dire la loro, scegliere i candidati attraverso i consensi che la rete mette in circolo non è la cosa migliore per dire di garantire la trasparenza. Bisogna ripristinare la politica come era una volta, col sistema dei congressi, dei confronti interni alla luce del sole, servono le ideologie vere per animare la società, oggi invece andiamo appresso e ci dividiamo secondo slogan o parole come “spread” o “spending review”.
Tutto questo cosa c’entra con Maniaci? In parte si. In questo sistema in cui si premia chi buca il video lui forse dava per scontato che qualcuno lo avrebbe cercato per candidarlo, questo non è successo e allora ha pensato alla lista, alla fine il personaggio ha messo in campo una di quelle provocazioni delle quali è capace. Adesso ha detto che finirà con Ingroia. E francamente se non interverrà qualche ulteriore spiegazioni, che si è certi non mancherà, c’è il rischio che la lista Ingroia finisca con il diventare un contenitore degli scontenti, e la rivoluzione civile invece ha bisogno di tutto tranne che di scontenti.