Boldrini e Forgione capilista Sel in Sicilia
(di Antonella Folgheretti)
Sono state presentate a Palermo le liste di Sel per la Camera e il Senato in Sicilia. Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti Laura Boldrini, Francesco Forgione ed Erasmo Palazzotto.
“Le liste di Sel rappresentano l’idea di cambiamento che vorremmo per l’Italia e per la Sicilia, lo dimostrano i criteri di scelta dei candidati della nostra lista . Il 40 per cento dei candidati alla Camera ha meno di quarant’anni, ed è in posizione eleggibile oltre il 55 per cento di donne”. E di simboli ha parlato il coodinatore regionale di Sel in Sicilia, Erasmo Palazzotto, presentando i due capilista, “due figure – ha aggiunto -, quelle di Francesco Forgione e di Laura Boldrini, che hanno da mettere in campo storie e percorsi politici e competenze che serviranno domani per il Governo del paese”. Per Palazzotto, candidato alla Camera, “Laura è l’idea di una nuova politica nel Mediterraneo, è una donna e non è un fatto indifferente. Il suo nome – ha aggiunto – rappresenta l’idea di una politica internazionale che guarda alla pace e non ai conflitti”. E su Francesco Forgione, “è stato Presidente della Commissione Antimafia nel Governo Prodi e l’ultima rappresentanza politica in Sicilia e il più fervido oppositore di Cuffaro e del cuffarismo. E’ un pezzo della nostra storia di cui siamo orgogliosi”.
Molto duro l’intervento di Francesco Forgione, capolista al Senato, che non ha esitato a toccare temi molto caldi, ad iniziare da quello relativo al Ponte sullo Stretto. “Sono l’unico ponte ecocompatibile sullo Stretto di Messina – ha detto -, essendo calabrese. Così inizio subito sottolineando il mio no al Ponte sullo Stretto. Le storie di ognuno di noi – ha aggiunto – sono un pezzo di storia politica di Sel”, annunciando che in Sicilia Sel farà una campagna elettorale parlando dell’Isola nell’ottica dell’Italia. “La Sicilia – ha quindi detto – non esce dalla sua marginalità se non cambia l’Italia e se non cambiano le politiche segnate da un’egemonia culturale che ha cancellato la questione meridionale. Devono cambiare le politiche per il Mezzogiorno. Perché della frana di Messina e del dissesto idrogeologico in Sicilia si parla solo quando ci sono i morti? Invece si parla di migliaia di precari forestali”. E sulla lotta alla mafia, “non è un punto di programma – ha aggiunto l’ex Presidente della Commissione nazionale antimafia – ma la chiave di lettura dei processi che hanno attraversato la nostra isola”. Infine, sul voto utile:”Non mi pare sia questo il problema. Soprattutto in Sicilia, chi si sottrae allo scontro fondamentale che c’è tra la coalizione di centrosinistra, che è una coalizione di governo, e la coalizione di Berlusconi si sottrae a questo scontro. E’ una posizione legittima, ma che non concorre al bene del Paese. La Sicilia – ha concluso Forgione – deciderà le sorti del cambiamento dell’Italia e per questo motivo deve vivere una Sinistra che contribuisca a far vincere Bersani”.
“La mia decisione di candidarmi nasce dall’indignazione e dalla profonda frustrazione nei confronti dell’attuale rappresentanza politica. Un sentimento oggi molto diffuso che mi ha portato a considerare seriamente la proposta arrivata da Vendola”. Lo ha affermato la capolista alla Camera dei Deputati per Sel, Laura Boldrini. “Avevo un lavoro che mi appassionava e ben retribuito. Non avevo bisogno di una poltrona, avrei potuto dire di no, ma poi non avrei potuto lamentarmi per lo sfascio di questo Paese. Per questo io, mai iscritta ad un partito – ha proseguito -, ho deciso di assumermi questa responsabilità e di portare alla politica la mia esperienza e la mia competenza. Ho chiesto di essere candidata in Sicilia e nella Marche. Nell’isola perché qui ho lavorato negli ultimi 12 anni e ho maturato la mia consapevolezza professionale. Le Marche perché sono la mia terra d’origine”. La Boldrini ha quindi sottolineato le “tre questioni” sulle quali intende portare il proprio contributo: restituire credibilità all’Italia, ripensare le politiche sull’immigrazione e ridare dignità alle donne. “In questi anni – ha spiegato -, lavorare all’estero per un italiano non è stato semplice: il nostro Paese è conosciuto per gli scandali e per l’uso dissennato delle risorse. L’Europa non è solo spread e pareggio dei conti. Dobbiamo lavorare per un Europa sociale che non affossi i Paesi più deboli. Grecia, Italia e Ungheria sono i tre Stati che non hanno un reddito minimo garantito e senza questo strumento fondamentale di salvataggio i tagli possono essere devastanti”. E sulla legge Bossi-Fini: “La visione criminalizzante di questa legge, basata sul concetto ipocrita che si possa fare entrare a casa propria, assumendola, una persona mai vista prima, ha generato paure assurde ed irregolarità. Il cosiddetto ‘pacchetto-sicurezza’ di Maroni è un insieme di norme che in gran parte intendono regolamentare l’immigrazione, ma quest’ultima non può essere ridotta a una mera questione di sicurezza. I migranti sono l’espressione più significativa della globalità. Noi dobbiamo tutelare il lavoro di tutti, a partire dall’anello più debole, quello del lavoro migrante, che rappresenta la declinazione più svantaggiata del lavoro. Basta quindi al dualismo ‘noi-loro’, ma i migranti come parte dello sviluppo sociale ed economico del Paese. La legge sulla cittadinanza è una delle prime cose che vorrei fossero messe all’ordine del giorno del nuovo Parlamento”. Infine, sul ruolo delle donne nel nostro Paese, la Boldrini ha affermato: “ E’ fondamentale rafforzarne il ruolo sociale. In Italia lavora o cerca lavoro solo il 52 per cento della popolazione femminile. La percentuale più bassa d’Europa. In Sicilia questo dato è ancora più basso. Inoltre, è l’immagine della donna ad essere stata deturpata attraverso l’oggettivazione mediatica. Da lì alla violenza il passo è breve, dunque è necessario mettere in atto misure specifiche per arginare questo odioso fenomeno”.