Operazione grande mandamento: in manette anche un consigliere provinciale di Trapani

L’hanno chiamata “operazione grande mandamento” ed e’ l’ennesimo duro colpo al clan del latitante Matteo Messina Denaro. Sei gli arrestati anche un consigliere provinciale di Trapani, ex consigliere comunale di Castelvetrano e per anni sindacalista della UIL, Santo Sacco. Sarebbe un uomo della cosca, avrebbe ricevuto sostegno elettorale, e sarebbe stato uno dei distributori dei pizzini da e per il boss Messina Denaro già quando questi comincio’ ad essere latitante nel 1993. In manette anche un anziano capo mafia di Salemi, Paolo Rabito, il cui nome lo si trova scritto agli atti del processo contro il senatore Andreotti, lui avrebbe accompagnato l’ex primo ministro ad un incontro con capi mafia latitanti. Circostanza raccontata dal pentito Giovanni Brusca che pero ‘ su questo punto non fu creduto dai giudici.
Nel blitz odierno c’ il quadro più attuale della organizzazione mafiosa belicina, la rete che sostiene il latitante Matteo Messina Denaro, il controllo elettorale, quello delle imprese, due ne sono state sequestrate, le mani su appalti ed energie alternative.
I reati sono quelli di associazione di tipo mafioso, estorsione, corruzione aggravata, favoreggiamento aggravato, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e fittizia intestazione di beni. L’indagine ha consentito di documentare l’infiltrazione di Cosa Nostra nelle attività economiche delle provincie di Trapani, Agrigento e Palermo, attraverso la sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione degli impianti di produzione delle energie rinnovabili, i cui proventi venivano in parte destinati alle esigenze di sostentamento del latitante castelvetranese attraverso una fitta rete di società controllate dall’imprenditore Salvatore Angelo di Salemi, intorno alla quale ruotava il sistema societario con cui l’organizzazione mafiosa si è infiltrata direttamente nel circuito produttivo e, in particolare, nei progetti di realizzazione dei parchi eolici di “San Calogero” di Sciacca (AG), “Eufemia” di Santa Margherita Belice (AG) e Contessa Entellina (PA); “Mapi”, di Castelvetrano (TP) e Montevago (AG), nonché del parco fotovoltaico di Ciminna (PA). Il ruolo dell’ANGELO era, infatti, quello di curare che una percentuale dei proventi derivanti dallo sviluppo delle predette attività venisse destinata all’associazione mafiosa e al latitante Matteo Messina Denaro. Tra le attivita’ individuate quella della costruzione di un parco eolico nel catanese. I carabinieri del comando provinciale di Trapani sono riusciti anche ad individuare il luogo in cui Francesco Messina Denaro, patriarca della mafia belicina, morto nel 1998 trascorse parte della sua latitanza.
Il blitz ha portato al sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro, delle quote delle società SALEMITANA CALCESTRUZZI s.r.l., con sede in Salemi (TP), facente capo ai citati ANGELO Salvatore e della SPALLINO Servizi s.r.l., con sede in Castelvetrano (TP), nelle disponibilità del capo mafia Antonino Nastasi.