Lo stalking del maresciallo
La storia è di quelle che potrebbe ben cominciare scrivendo, “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. E la cominciano a raccontare proprio così. Da quasi una settimana si trova in detenzione, dapprima in carcere, ora ai domiciliari, un maresciallo della Guardia di Finanza accusato di stalking e truffa, ma la notizia è trapelata solo ora, dopo che era stata tenuta oltremodo riservata, senza che comunque vi fossero esigenze investigative particolari che imponevano il silenzio. Si tratta di un “recidivo” se anche questa nuova accusa verrà provata dinanzi al Tribunale, il maresciallo Vinicio Musco, cinquantenne, e sembra con il vizio di ammaliare le donne per poi perseguitarle quando queste per un motivo o per un altro decidono di troncare la relazione. Era successo una decina di anni addietro, quando ancora non esisteva il reato di stalking per il quale adesso Musco è stato arrestato, dai suoi stessi colleghi, su ordine del gip che ha accolto la richiesta dei pm Anna Trinchillo e Franco Belvisi. Allora come oggi dinanzi ad una relazione che finiva, Musco mise in atto un piano di continuo ossessionante martellamento, addirittura facendo minacciose telefonate a quella sventurata, chiamandola dalla cabina telefonica che si trovava nei pressi del comando della Compagnia della Guardia di Finanza a Trapani dove lui ieri, come oggi, presta servizio. La donna presentò denuncia, Musco fu scoperto e condannato, pena diventata definitiva, cosa questa che comunque non gli ha impedito di continuare a indossare la divisa. E’ rimasto in servizio presso il nucleo di polizia tributaria ed è uno dei sottufficiali che si occupa della banca dati per gli accertamenti patrimoniali. Posto delicatissimo, e forse inadatto per un soggetto che comunque era stato scoperto anche a fare ricatti a quella incolpevole donna che aveva avuto la sola sfortuna di innamorarsi di quell’uomo dalle apparenti buone maniere. Nonostante sia sposato e padre di figli alla luce della nuova indagine il maresciallo Musco è tornato a colpire. Un paio di mesi addietro una donna disperata si è presentata in Procura a Trapani a raccontare quello che le stava accadendo. Aveva avuto una relazione con quell’uomo e poi ad un certo punto aveva deciso di troncarla. Lei con il marito aveva un rapporto entrato in crisi, ma la coppia non si era ancora separata, e così quando la donna ha deciso di rompere con l’amante in divisa, attorno si è trovata terra bruciata. Telefonate, lettere anonime che hanno raggiunto anche il marito, i suoi parenti più stretti, di mezzo anche gli amici e le amiche che la donna aveva più vicino, tutti coinvolti nella persecuzione messa in atto da quel maresciallo. La donna si trovò a un tale punto di disperazione che oggi non abita più a Trapani ed è scappata via, lontano dalla stessa Sicilia. E il maresciallo però avrebbe continuato a tormentarla, anche contattandola sul social network Facebook ovviamente sotto mentite spoglie. Una settimana addietro il maresciallo è stato arrestato dai suoi stessi colleghi, gli agenti della sezione di pg che davvero senza guardare in faccia a nessuno, ma quasi restituendo onore alla loro stessa divisa, sono andati a prelevarlo a casa e lo hanno portato in carcere, poi dopo l’interrogatorio la decisione del gip di concedere all’uomo gli arresti domiciliari. Si spera senza avere possibilità di usare telefono e computer.