Quel che resta delle Comunità montane
Centinaia di milioni di euro di debiti, una manciata di oneri per sentenze passate in giudicato, un gran numero di mensilità non pagate ai dipendenti. Nessuna capacità politica di programmare e realizzare interventi, bilanci di previsione approvati senza considerare quelli consuntivi degli anni precedenti, timide e rare prese di posizione, o enunciazioni di principio, da parte della Regione Calabria, per tutelare i lavoratori. È il caso delle Comunità montane e, nello specifico, della Comunità montana del Versante Tirrenico-Settentrionale che ha sede a Cinquefrondi, (comune della Piana di Gioia Tauro) e che raggruppa altri cinque piccoli centri: Cittanova, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà, Giffone e Galatro. Oltre al danno, qualche giorno addietro anche la beffa: i dipendenti senza stipendio da mesi sono entrati negli uffici in cui ormai si lavora poco o niente e si sono trovati senza energia elettrica perché l’Ente non ha neppure i soldi per pagare la bolletta. Questo è solo l’epilogo di una lunga storia che va avanti da anni. In quelli che si possono definire i tempi d’oro i politici che si sono alternati alla guida dell’Ente hanno lavorato per chiedere e ottenere finanziamenti per interventi perlopiù mai realizzati. Qualche dipendente di poche parole e di fiducia con ruoli di vertice ha intascato compensi come progettista di vari piani finanziati con i fondi pubblici, nonostante si preannunciasse già una fase di dura crisi che avrebbe compromesso il futuro dei lavoratori. Fino a poco tempo fa gestire la politica e quindi i soldi della Comunità montana era una cosa che faceva gola a tutti. Oggi, che si è arrivati a un punto di non ritorno, ci sono solo grattacapi e problemi. Di difficile soluzione. E mentre il Paese decide sui tagli al costo della politica e con l’introduzione del sistema di spendig review si tenta di razionalizzare, più o meno maldestramente, la spesa pubblica, nelle piccole realtà la confusione regna sovrana e, ad andarne di mezzo, sono sempre e solo i lavoratori. A conferma di ciò, le ultime delibere approvate dalla giunta dell’Ente. Non esiste un ufficio di ragioneria funzionante, i segretari dell’Ente montano si alternano in continuazione e molti di questi, quando mettono il naso fra le carte di sentenze e strane anomalie, se la danno a gambe levate per paura, giustamente, di finire in qualche guaio giudiziario. La mancanza di un ufficio finanziario e segreteria non consente attualmente alla giunta di ottenere una adeguata istruttoria degli atti giudiziari notificati all’Ente, né è più in grado di procedere al conferimento degli incarichi per far valere in sede giudiziaria i diritti della Comunità montana. E ora la giunta che si riunisce a tre (io, m’ammata e tu, cit.) prova a dare “incarico al personale che anche in passato ha assunto incarichi di responsabilità, di procedere all’accertamento e alla ricognizione di tutte le vertenze, anche definite, per le quali l’Ente ha subito danno e/o corrisposto somme che non sono state oggetto di previsione di bilancio”. Insomma, un modo per recuperare qualche soldino e mandare avanti la baracca. La richiesta risale allo scorso agosto, mentre a settembre il responsabile del settore Sviluppo del Territorio e dei Servizi Interni illustrava chiaramente la situazione dell’Ente, l’impossibilità senza uno staff ad hoc, istituito per spulciare carte di sentenze e decreti ingiuntivi vecchi anche vent’anni, di procedere da solo nella richiesta della giunta. La situazione di bilancio è tale da aver determinato una vera e propria paralisi delle attività amministrative, con il conseguente mancato pagamento degli stipendi al personale dipendente e ai fornitori di beni e servizi. Lo spettro della cattiva gestione della cosa pubblica e di una mala politica che si è riempita la bocca di parole in questi anni ha provocato danni irreversibili. I circa 14 dipendenti sono allo sbando in un territorio in cui già la normale vita amministrativa è impresa alquanto ardua e faticosa. E la Regione Calabria? Bè, a parte i guai personali del suo governatore, Giuseppe Scopelliti, continua a fare orecchie da mercante. Lo scorso 21 giugno, a seguito di un sit-in di protesta, l’assessore Michele Trematerra ha trasferito le somme necessarie al pagamento degli stipendi degli ultimi due mesi, per un importo pari a 85.600,00 euro. Mentre manca il grosso delle mensilità (4 mensilità del 2009, 7 del 2011 e maggio e giugno del 2012). Mancano ancora parecchi stipendi arretrati. Si accumulano carte su carte in un ente di cui oggi rimane solo lo scheletro. Torneremo a scrivere sulla Comunità montana, ripercorrendo gli anni bui.