Teramo, la Provincia dei precari/3

La vicenda di Rossella Gabrielli
Di tutti i dipendenti della Teramo Lavoro S.r.l. è stata l’unica a non essere stata rinnovata, nel luglio 2011, dopo 9 anni di precariato in Provincia, subito sostituita da una new entry. Rosella, che aveva contestato a gennaio 2011 a Teramo Lavoro le procedure di rinnovo contrattuale, era incinta di otto mesi.
Si è rivolta a politici, Commissione pari opportunità provinciale e regionale, senza avere risposta da nessuno.
Ha avviato un procedimento civile contro Teramo Lavoro, chiedendo un provvedimento d’urgenza.
Con un’ordinanza dell’8 agosto 2012 il giudice del lavoro ha ordinato la sua reintegra che doveva avere l’immediato effetto di operare la ricostituzione del rapporto di lavoro. Ovviamente Teramo Lavoro ha opposto resistenza, pur essendo l’ordinanza immediatamente esecutiva.
Il datore di lavoro quindi era obbligato a riattivare di fatto il rapporto e a tal fine avrebbe dovuto comunicare alla lavoratrice Rosella Gabrielli l’invito a riprendere servizio, che comunque deve considerarsi in atto, ancorché di fatto non ancora ripristinato.
In questa situazione, sul datore di lavoro grava l’obbligo di corrispondere le retribuzioni ordinarie alla lavoratrice reintegrata dalla data dell’ordinanza, 02.08.2012, fino a quella dell’effettiva riammissione in servizio.
Inutile dire che Teramo Lavoro non ha ottemperato. Destinatario di un’apposita interrogazione nel Consiglio Provinciale, Catarra, che è il rappresentante legale della società, ha dichiarato di non essere informato della vicenda e che non ha competenze sulla gestione di Teramo Lavoro.
Intanto Rosella, che in un articolo aveva contestato l’inerzia della CGIL, sindacato cui era iscritta e che non l’ha tutelata, si è vista notificare perfino una querela sporta da una sindacalista teramana.
L’amministratore unico della società, nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata, ha criticato aspramente l’ordinanza del giudice Santini, definendola a dir poco inesatta. “Farà da apripista nella casistica nazionale, diverrà un caso da prima pagina e stravolgerà il panorama giuridico” ha commentato. Poi si è tuffato nel merito della vicenda dichiarando che “non esiste alcun licenziamento: è una pura speculazione politica”. “La signora ci ha provato”.
Questa la sua ricostruzione storica. “Ai primi di febbraio 2011, la Gabrielli comunicava senza alcun preavviso alla società e quindi nascondendo lo stato di gravidanza l’inizio dell’assenza per maternità e contestualmente avviava formale vertenza di lavoro, contestando la legittimità del contratto prorogato, chiedendone la trasformazione a tempo indeterminato”. Ma per un’assunzione del genere, per Cretarola occorreva sempre una procedura ad evidenza pubblica. E al contempo Gabrielli “non ha accettato la prosecuzione del suo contratto”. “Insomma ci ha provato” ha chiosato l’amministratore. “Lei ha tentato di ottenere, a carico di risorse finanziarie pubbliche, un trattamento privilegiato non consentito dalle norme”.
Cretarola ha criticato l’ordinanza secondo cui la società non sarebbe tenuta a rispettare quanto previsto dalla Legge 165 del 2001: “Ciò equivarrebbe a sostenere che le partecipate possano procedere alle assunzioni come qualunque società privata; il provvedimento risulta pertanto palesemente abnorme, non è possibile reintegrare a tempo indeterminato la lavoratrice se non violando l’intero quadro normativo”.

I sindacati
Pur avendo sottoscritto un accordo sindacale nel luglio 2010 per la tutela dei precari che sarebbero transitati poi in Teramo Lavoro, la UIL, ravvisando dei lati oscuri nella gestione e partendo dall’idea che già alla seconda proroga i contratti si sarebbero dovuti trasformare a tempo indeterminato, ha di fatto rotto le trattative.
Nel luglio 2012 infatti il segretario provinciale UIL ha inviato a tutte le Autorità di Vigilanza una relazione in cui lamenta:
• Il trattamento riservato ai componenti del nucleo ispettivo, destinatari di procedimenti disciplinari e spostati in settori diversi da quello di appartenenza (Lavoro e Formazione);
• La relazione formulata dall’ufficio Provinciale del Controllo Analogo, nell’inverno del 2012, che perviene a conclusioni opposte ed inconciliabili rispetto a quelle del nucleo ispettivo;
• La presenza del Direttore Generale della Provincia nell’Ufficio del controllo analogo, presieduto quindi dal massimo organo burocratico dell’Ente controllato (titolare di un incarico di carattere fiduciario per eccellenza assegnato dal Presidente della Provincia);
• Il fatto che Catarra, quale socio unico della società, non abbia provveduto a nominare né il revisore contabile, a cui affidare il controllo legale dei conti, né il collegio sindacale a cui demandare la verifica della gestione della società;
• La mancata esibizione della copia dell’atto di nomina dell’Amministratore Unico della società “Teramo Lavoro srl” e relativo contratto, dal quale risulti compiti e funzioni, i termini di definizione, forma, durata, condizioni per la stipula, proroga, diritti, indennizzi, compensi e rimborsi, etc.
Da allora ai tavoli sindacali vengono invitati solo rappresentanti CGIL e CISL, mentre il segretario provinciale della UIL è stato formalmente querelato per espressioni utilizzate nella sua lettera del luglio 2012, in quanto “suscettibili di arrecare pregiudizio al decoro e all’onorabilità di questa Amministrazione e dei propri organi e uffici”.
Intanto la rappresentante della CGIL Monia Pecorale ha querelato Rosella Gabrielli per diffamazione. Una lavoratrice uscita vincitrice nella causa di lavoro contro Cretarola dovrà difendersi dalla denuncia sporta dal sindacato CGIL nella persona della sua rappresentante sig.ra Monia Pecorale. Questa vicenda lascia un fortissimo e amarissimo sapore in bocca forse perché apre uno squarcio su una verità sospettata ma fortemente rifiutata: la CGIL va a braccetto con Cretarola? Forse così si spiegano gli strani silenzi o i tiepidi comunicati stampa di questa sigla sindacale riguardo al mancato rispetto degli accordi sindacali o alla mancata corresponsione degli stipendi.
Fatto sta che, o su indicazione dei sindacati, o per vigliaccheria, i precari non prendono posizione sulla questione, non protestano né per rivendicare gli stipendi non pagati né per lottare per il loro futuro quanto mai incerto.
Forse hanno paura tutti di fare la fine di Rosella?

La lite tra Provincia e Regione

Il 5 ottobre nell’albo pretorio della Provincia di Teramo si legge la delibera provinciale dle 24 settembre dove “RITENUTO, per quanto sopra (ed in conformità, in particolare, a quanto rappresentato dal Presidente della Provincia di Teramo con la suddetta nota prot. n. 230867 del 12.09.2012) opportuno e necessario procedere – con ogni tempestività ed urgenza – al conferimento di incarico legale, al fine di intraprendere – all’esito di ogni più compiuta valutazione ed analisi, di carattere giuridico-tecnico, sulle modalità di utilizzo dei fondi comunitari ad opera della Società in house Teramo lavoro s.r.l. (con particolare riferimento alle modalità di gestione, rendicontazione e controllo) – ogni azione necessaria alla tutela degli interessi dell’Amministrazione nelle competenti sedi avverso le determinazioni come al momento assunte dalla Regione Abruzzo con le suddette note prot. n. RA/178819-DL/P del 1° agosto 2012 e prot. n. RA/182655/DL23/P del 05.08.2012 (ns. rif. prot. n. 204739 del 08.08.2012)….Intraprendere, per le motivazioni espresse in narrativa, ogni azione necessaria allatutela degli interessi dell’Amministrazione avverso le determinazioni assunte dalla Regione PROVINCIA DI TERAMO Delibera GP-2012-498 del 24/09/2012 Pagina 2 di 3 COPIA Abruzzo e di cui alle note prot. n. RA/178819-DL/P del 01.08.2012 e prot. n. RA/182655/DL23/P del 06.08.2012 (ns. rif. prot. n. 204739 del 08.08.2012), conferendo incarico legale al Prof. Avv.xxxxxxxxxxxxx…….affinchè il predetto professionista – all’esito di ogni più compiuta valutazione ed analisi, di carattere giuridico-tecnico sulle modalità di utilizzo dei fondi comunitari ad opera della Società in house Teramo lavoro s.r.l. (con particolare riferimento alle modalità di gestione, rendicontazione e controllo) – esperisca nelle competenti sedi le conseguenti iniziative giudiziali…”.

Sembra finita qui e no invece trapela quasi subito la notizia che la Regione, parola dell’Assessore Paolo Gatti, ha assicurato che “entro una settimana, al massimo dieci giorni, i finanziamenti imboccheranno la strada di Via Milli; alla base c’è stato solo un piccolo problema tecnico-burocratico”
Siamo in attesa di capire come andrà a finire questa soap opera della piccola provincia italiana, dei soliti noti e di scambi di favori sulla pelle di chi lavora. Attendiamo smentite e precisazioni.E le pubblicheremo.