Teramo, la Provincia dei precari/1

Vi vogliamo raccontare dall’inizio la storia che vede coinvolti la provincia di Teramo, un gruppo di precari,le faide interne tra il PDL provinciale e regionale e anche una grana tra la CGIL e una precaria.
Sembra una storia inventata eppure nell’Italia dell’indifferenza, del malgoverno, delle prepotenze e soprattutto della confusione tutto è possibile

Piccolo excursus storico

Dal 2001/2002 la Provincia di Teramo ha avviato a seguito di selezioni pubbliche una serie di collaborazioni coordinate e continuative per la copertura di vari servizi (Osservatorio Sociale, Ufficio tributi, Ambiente, Lavoro e Formazione, etc.). Tali contratti erano in parte pagati con finanziamenti POR-FSE e regionali, altri con fondi propri dell’Ente.
Poi la trasformazione, nel dicembre 2007, sempre a seguito di selezione pubblica, dei co.co.co. in contratti a tempo determinato. Era così cominciato, alla luce del quadro normativo nazionale che mirava ad eliminare il fenomeno del precariato (Finanziaria 2007 e Finanziaria 2008), il percorso di stabilizzazione che avrebbe dovuto portare entro 3 anni, attraverso un contratto di 18 mesi, prorogabile di altri 18, all’immissione in ruolo.
In data 21.04.2009 la Giunta D’Agostino adottava tre diverse deliberazioni, in cui ribadiva la volontà di proseguire e completare l’iter di stabilizzazione intrapreso ai sensi dell’art. 1, comma 560, della Legge Finanziaria 2007 (L. 296/2006).
Tutte le parti sindacali sottoscrivevano il 25.05.2009 il verbale del tavolo di concertazione, con cui si concordava, tra l’altro, di proseguire il percorso di stabilizzazione alla luce del Piano Occupazionale 2009/2011 che prevedeva il graduale inserimento in organico di n. 41 unità impiegate a TD.
Il 6 ed il 7 giugno 2009, però, si è votato per il rinnovo del Consiglio provinciale ed è stato eletto il nuovo Presidente, Valter Catarra. I primissimi atti che la nuova Giunta ha deliberato, proprio il 30.06.2009, limitavano la proroga a sei mesi, anziché i 18 concordati in sede sindacale, bloccando di fatto il piano di stabilizzazione che avrebbe dovuto interessare in modo particolare 41 lavoratori con un contratto a termine. Questi contratti poi, a fronte della necessità di mantenere i servizi, sono stati ulteriormente prorogati per altre3 volte fino al 30.06.2010, in barba alla normativa sui contratti a tempo determinato, prorogabili per una sola volta e comunque non oltre i 24 mesi.
Intanto aveva fatto la sua comparsa a Teramo tal Venanzio Cretarola, che vantava un passato di consulenze prestate in maniera assolutamente trasversale e con risultati non sempre apprezzabili in favore di varie amministrazioni (una di queste è la Provincia di Roma, dove ha creato la società Capitale Lavoro Spa da cui è stato “esautorato” per vicende poco chiare nel 2003) e di nuovo finito nell’occhio del ciclone e della Guardia di Finanza per assunzioni facili alla Poseidon, una società dallo stesso messa in piedi per erogare servizi in favore del Comune di Nettuno.
Cretarola ha proposto alla Giunta Catarra di creare una società di servizi a totale partecipazione pubblica (Teramo Lavoro) per assorbire i precari dell’Ente, una novantina in tutto tra lavoratori a tempo determinato e co.co.co.
La creazione di tale società in house, ovvero a partecipazione totalmente pubblica, è stata fortemente avversata dai lavoratori e dai sindacati che paventavano nascondesse ben altri fini: gestire liberamente e autonomamente il personale precario, decidendo se e come farlo rimanere; soddisfare le clientele creando altro precariato tramite nuove assunzioni; svuotare i settori della Provincia di potere effettivo, facendo della società il braccio operativo dell’amministrazione.
Il 20 maggio 2010 il Consiglio provinciale ha deliberato la costituzione di una Srl (la società a responsabilità limitata, denominata Teramo Lavoro), affidando ad essa una buona parte dei servizi gestiti fino a quel momento direttamente. Lo Statuto della società è, ovviamente, un copia ed incolla di quello della Poseidon di Nettuno.

Problematiche Teramo Lavoro
Teramo Lavoro ha come presidente e socio unico Catarra, in qualità di rappresentante legale della Provincia di Teramo, e come amministratore delegato Venanzio Cretarola. Ha un sito www.teramolavorosrl.it, fermo alla pubblicazione dell’unico avviso di selezione di personale emesso nel settembre 2010 per la ricerca di personale. Nel sito non sono presenti né i documenti societari, né la composizione degli organi collegiali. Andiamo avanti.

Cretarola: chi è costui?
Una risposta chiara ed univoca non esiste agli atti; solo rumors. Intanto che sia un ex sindacalista CISL.
Poi, sembra che Cretarola stesso, nel corso di una audizione in una seduta di Commissione consiliare della Provincia, abbia ammesso che la propria moglie, che risulterebbe dipendente del Ministero del Lavoro, abbia posto rimedio a qualche errore della Provincia consentendo di recuperare alle casse dell’Ente € 280.000. Potrebbe dedursene che in cambio abbia chiesto il favore di far assumere il proprio marito.
Ma fonti interne sostengono che questa sarebbe una bufala bella e buona.
La seconda ipotesi è quella secondo la quale la moglie di Cretarola sarebbe molto vicina ad un importante politico nazionale di origine abruzzese, il quale avrebbe “raccomandato” il marito per l’incarico in Provincia. Se ciò fosse vero, considerato che Cretarola si candidò alle scorse elezioni comunali a L’Aquila fra le fila della Margherita, potrebbe dedursene una vicinanza al centrosinistra, per cui verrebbe in mente il nome del senatore Franco Marini (non sembri strano che il PD possa imporre propri uomini al PDL, perché di favori incrociati è piena l’Italia).
Una terza ed ultima ipotesi sarebbe quella secondo la quale la moglie di Cretarola sarebbe molto vicina alla Compagnia delle Opere, braccio imprenditoriale di Comunione e Liberazione, alla quale sarebbe pure vicina Giorgia Meloni, l’ex Ministro della Gioventù molto amica dell’Assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti, il quale avrebbe demandato ogni decisione al Presidente della Provincia Valter Catarra, per non essersi emozionato dopo un incontro con il buon Cretarola.
Secondo tale voce di corridoio la Meloni avrebbe imposto Cretarola alla Provincia, dove Assessore al Lavoro è la “gattiana” Eva Guardiani. A confortare tale ricostruzione sembrerebbe che sia il padre della Guardiani, sia lo stesso Cretarola siano originari di Castiglione Messer Raimondo.

Ma il mistero più fitto è il curriculum di Cretarola: chi lo possiede? È possibile vederlo? Ci sarà consentito prima o dopo verificare se è laureato o addirittura diplomato? Se ha titoli o meno? Se ha una professionalità adeguata o meno? Verrà mai pubblicato sul sito istituzionale della Provincia?

Cretarola è il presidente anche del consorzio Lavorabile de L’Aquila, la cui attività prevalente è costituita dalla gestione del Contact Center Integrato nazionale INPS-INAIL riguardante servizi informativi e di gestione di procedure telefoniche e telematiche rivolte a tutti gli utenti (datori di lavoro, occupati, disoccupati, enti di patronato, pensionati). I ragazzi disagiati dei Call Center, anzichè il CCNL delle telecomunicazioni, utilizzato da tutti i call center italiani, hanno i contratti tipici delle cooperative sociali, percependo circa 200 euro in meno dei loro vicini di scrivania.

Le selezioni
Già l’Avviso stesso, uscito abbastanza in sordina solo sul sito di Teramo Lavoro, era abbastanza fumoso e le selezioni non hanno fatto che confermare i dubbi: i colloqui avvenuti a porte chiuse, solo davanti a Cretarola e non ad una Commissione ad hoc, hanno di fatto sì che fosse riconfermata la stragrande maggioranza dei precari (circa 70), ma hanno tagliato le gambe a lavoratori con dieci anni di esperienza a beneficio di una quarantina di giovanotti e giovincelle con parentele ed amicizie eccellenti.
Un gruppetto di ex precari della Provincia non è stato neppure invitato a sostenere la selezione.
Ogni richiesta di accesso agli atti, presentata dagli interessati alla Provincia, è stata diniegata con la motivazione che doveva essere indirizzata direttamente a Teramo Lavoro. La società, però, ha anch’essa negato l’accesso agli atti in quanto, in qualità di Ente strumentale, e quindi privato, non è obbligata dalla L. 241/90 ad esibire i propri documenti.

Il contratto applicato
Dal CCNL Enti Locali, in vigenza nel periodo lavorativo con la Provincia, i lavoratori sono stati inquadrati nel CCNL Terziario e Servizi (chi al 3°, chi al 4° livello, senza alcun criterio oggettivo per mansione), con una diminuzione dell’importo degli stipendi.Il primo contratto, della durata di sei mesi (o anche meno, dato che alcuni lavoratori hanno ripreso servizio solo a novembre 2010), è già stato prorogato un numero di volte superiore a quanto previsto dalla normativa sui contratti a termine.Per giustificare queste irregolarità, Cretarola, con l’avallo dei sindacati CGIL e CISL, ha prima invocato la realizzazione della fase “start-up” di Teramo Lavoro (non si è mai capito esattamente in che cosa questa consista, avendo la società rilevato servizi preesistenti, lavoratori preesistenti, etc.); da ultimo invece è stato richiamato l’art. 8 della legge 138 del 2011 (la possibilità per il contratto collettivo aziendale – n.b., la TeramoLavoro NON ha un C.C. aziendale – di discostarsi dal collettivo nazionale), modalità che la stessa Camusso a livello nazionale considera un’aberrazione.