Il diritto alla casa è da garantire
Non c’è gruppo politico o sindacato, sono occupanti che hanno “fame”e le voci raccolte all’interno dello stabile di Via del Macao 8 , stabile di proprietà della Regione Lazio , dato in comodato all’università la Sapienza di Roma e gestito dall’Adisu , meglio noto come residenza universitaria “Macao”,vanno tutte portate verso una unica direzione: garantire il diritto alla casa. Uno degli occupanti è Fabio Aragone , italiano , con un nucleo familiare di 3 persone. Lui è invalido al cento per cento dall’aprile 2012 , con zero reddito e in attesa di invalidità riconosciuta con 250 euro al mese più l’accompagno di 480 euro. Attualmente Fabio ci dice che è senza lavoro e iscritto all’ufficio di collocamento nelle fasce protette. Non avendo possibilità economiche di trovare un appartamento ha optato per l’occupazione. Gli fa eco Roberto Angius anche lui con un nucleo familiare di tre persone, disoccupato e con reddito zero nell’ultima dichiarazione. Le difficoltà economiche non hanno permesso alla sua compagna di pagare il mutuo e per questo hanno perso la casa . La crisi economica ha colpito tanti settori.Sabrina Fiorini ,libera professionista e agente immobiliare. Non è sposata ma ha due bambini piccoli dice “ in questo momento non mi posso permettere costi assurdi di affitto. Per noi via del Macao è ideale come zona in quanto veniamo dal rione Monti e mia figlia è inserita alla scuola di Via Cavour.”
Sono una trentina di persona di cui la metà bambini ,le loro richieste sono molto chiare : esiste un diritto alla casa da garantire per le fasce deboli , non possiamo di certo dicono restare in mezzo ad una strada . Ufficialmente hanno occupato da metà settembre e al momento sembrerebbe che l’Adisu sia disposta ad un confronto e a chiarire la vicenda attraverso con un tavolo che possa servirebbe ad evitare che i nuclei familiari, presenti nello stabile, vengano messi fuori senza una soluzione. L’unica collaborazione è arrivata attraverso i blocchi proletari metropolitani, già attivi e presenti a Roma con i movimenti per lotta per la casa. Una collaborazione apprezzata dagli occupanti che sono però preoccupati dal tentativo, di alcuni, di mettere il cappello su una occupazione spontanea che potrebbe anche diventare esempio per altre situazioni.