Castelvetrano, il nuovo commissariato sulla proprietà che fu di Riina

Castelvetrano, provincia di Trapani, Valle del Belice. Da sabato mattina la città ha un nuovo commissariato di Polizia costruito su un terreno confiscato alla mafia. Siamo in contrada Giallonghi, qui la proprietà era di Totò Riina, ad acquistare il terreno per conto del capo dei capi di Cosa nostra era stato un gioielliere di Castelvetrano, Francesco Geraci, a firmare la compravendita ci andò un giorno su richiesta di Matteo Messina Denaro, il super boss latitante, ricercato dal 1993. Geraci faceva parte del clan di Messina Denaro, si è pentito molti anni addietro facendo trovare nascosto nei sotterranei della sua gioielleria un caveau pieno di oggetti preziosi. Nel sotterraneo si scendeva aprendo un grossa cassaforte che in realtà era una sorta di ascensore, il piano bastava schiacciare un tasto per farlo scendere giù o salire. Quello era il tesoro di Totò Riina custodito da Geracci che racconto anche come fu “punciutu”: per lui niente santini lasciati a bruciare sul palmo di una mano, nemmeno il “pizzico” di una puntura sul dito per fare uscire sangue che doveva sancire l’appartenenza a Cosa nostra, Matteo Messina Denaro se lo portò appresso dovendo andare ad ammazzare una persona, commesso il delitto, alla vittima gli sparò alla testa, prese il sangue e la materia cerebrale che c’era a terra e la mise nelle mani di Geraci, per Matteo Messina Denaro quello era il vero rito.

A Giallonghi in quel terreno assieme al commissariato di Polizia (che durante la costruzione fu oggetto di indagini perché si scoprì che a portare il cemento era l’impresa del partinicese Benny Valenza, un altro imprenditore mafioso) è stata costruita la nuova caserma della Guardia di Finanza e la nuova sede del Municipio della città. Dove c’era la mafia adesso ci sono le istituzioni. Ma sabato è accaduto anche altro a Castelvetrano: a inaugurare il commissariato è arrivato il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, accompagnato dai vertici della Polizia di Stato, a cominciare dal suo vicario prefetto Cirillo. Giorno di festa perché il prefetto Manganelli ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Castelvetrano che gli è stata consegnata dal sindaco Felice Errante. “A Castelvetrano abbiamo ben piantato la bandiera dello Stato” ha commentato soddisfatto il questore Carmine Esposito che per l’occasione ha dimostrato di avere grandi doti di documentarista, ha presentato un video dedicato alla storia di Castelvetrano, dai tempi dell’antica Roma sino ai giorni nostri, passando per quel tratto descrittivo fatto da Goethe nel suo viaggio in Sicilia, senza dimenticare la radicata presenza mafiosa ma anche la laboriosità dei tanti cittadini onesti. E il prefetto Manganelli parlando della lotta alla mafia ha fatto un preciso esempio, “siamo come dei rocciatori, guardiamo avanti e magari non vediamo il traguardo a portata di mano ma se ci voltiamo indietro vediamo quanta strada siamo riusciti a fare”. E ancora: “Siamo disposti a tutto pur di chiudere presto questa partita”.