Polverini di quattrini
Una catastrofe politica. È come l’alluvione che colpì Firenze, e noi qui a spalare fango”. Ore 16, il Consiglio straordinario del Lazio, voluto da Renata Polverini dopo lo scandalo delle grandi abbuffate con i soldi pubblici, inizia con la gaffe di un paragone inappropriato, ma puntuale. Alla fine la montagna di indignazione partorì il topolino di riformicchie che faranno risparmiare poco al contribuente laziale e non placheranno l’ingordigia della casta. Renata Polverini è salva, per il momento. Non si dimette. Le sue proposte “moralizzatrici” ma non tanto, sono state approvate. “Una catastrofe politica. È come l’alluvione che colpì Firenze, e noi qui a spalare fango”. Ore 16, il Consiglio straordinario del Lazio, voluto da Renata Polverini dopo lo scandalo delle grandi abbuffate con i soldi pubblici, inizia con la gaffe di un paragone inappropriato, ma inizia con puntualità. E già questa è una eccezione, dicono i “flanelloni” della Pisana, e giurano che non si è mai visto tanto rispetto per l’orologio. Va in onda il pubblico lavacro dopo lo scandalo di Batman, alias Franco Fiorito, l’insaziabile capogruppo del Pdl. Parla la presidentessa del Lazio, annuncia sfracelli, “o si cambia o tutti a casa”. Minaccia, blandisce, indica termini perentori per improbabili riforme moralizzatrici, tagli di autoblu e privilegi “insopportabili”, che nessuno vuole davvero. È una sceneggiata, neppure utile a placare gli animi e a riconquistare un minimo di decoro per la politica e le istituzioni. Perché qui, in queste stanze zeppe di portaborse, consulenti e segretari, è andata in scena una versione orrida dell’eterno magna magna italiano. SIAMO A ROMA, e qui Trimalcione è più eterno della città stessa, Lucullo si è reincarnato nella mole di Fiorito e di quelli come lui. “Vi erano d’obbligo, come antipasti, frutti di mare, uccellini di nido con asparagi, pasticcio d’ostrica, scampi. Poi veniva il pranzo…”. Così Plutarco raccontava le cene luculliane. Dopo millenni il menu è cambiato di poco, le ostriche abbondano, lo champagne pure, in pochi rinunciavano alle magnateofferte da Batman, e alle “gnocche”, e alle suite in Costa Smeralda, col contorno, ancora misterioso e tutto da chiarire, di fondi depositati all’estero.Capisce la Polverini, che lo scandalo l’ha già travolta e veste improbabili panni “gr illini”. “Chiedo scusa”, ripetuto tante volte. “Ai cittadini del Lazio, a quelli del nostro Paese, a tutte le altre istituzioni, alla politica onesta, alle persone e alle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese”. Ricorda le polemiche seguite al suo recente ricovero, chiede scusa pure alla sua famiglia, “esposta a una vergognosa gogna mediatica”. Scivola tra sincera commozione e autentico cattivo gusto, quando parla dei suoi “tre tumori alla tiroide”. “Anche qui ci sono tumori da estirpare”. Poi la minaccia del tutti a casa. Si dimette subito? No, l’indignazione, almeno quella verbale, è tantissima, ma vince la politica politicante. E allora, accanto al minaccioso dispiacere di “non poter andar via subito”, “altrimenti sarei venuta qui in ciabatte e sarei andata al m a re ”, una lunga serie di machiavellici “o”. Dimezzare le commissioni consiliari e cancellare quelle speciali, diminuire gli assessori, sistema certificato e trasparente per il finanziamento dei gruppi, sciogliere i monogruppi (quelli fatti di un solo consigliere), diminuire il numero dei consiglieri regionali. O si fa o vado via, e voi con me. I tempi? Sette giorni, forse di più, quelli che servono. L’“acquario”, dove sono stipati giornalisti e cameramen che si contendono uno strapuntino con tifosi e clienti vari, è strapieno. Partono applausi quando la presidentessa, con espressione dura, cita Matteo Renzi e dice perentoria che “se tutto questo non succede qui ora, adesso, non avremo futuro ”. Parole, teatro. La politica vera si è consumata in mattinata, in lunghe riunioni con i capigruppo della maggioranza e gli assessori. Alla Polverini non basta la testa di Batman-Fiorito, vuole anche quella del nuovo capogruppo del Pdl, Battistoni. Qualcosa ottiene, perché a parlare a nome del partito di Berlusconi è una giovane consigliera regionale, Chiara Colosimo, 26 anni. Anche lei veste i panni della Giovanna D’A rco anticasta. “Il Pdl – dice con voce sincopata – è accanto a Renata Polverini, ci accodiamo (proprio così, ndr) alle scuse fatte agli italiani, tagliamo tutte le auto blu, dimettiamoci dalle commissioni”. Applausi e abbraccio finale con la presidentessa. Anche Ciccio Storace, una volta Epurator, è morbido. “Votiamo il documento della Polverini e andiamo avanti. Ma che dobbiamo fare un rimpasto solo perché un collega ha avuto la malapensata di spostare fondi all’estero? E mettiamoci a dieta, diciamo alle gente che non vogliamo mangiare con i soldi loro, altrimenti non vi lamentate se Padellaro (il direttore di questo giornale,ndr) scrive certe cose”. Parla l’opposizione con Esterino Montino del Pd, “dopo i tagli la Polverini si deve dimettere”, Vincenzo Maruccio (Idv), “questa Regione è ai titoli di coda, è ora di mandare la pubblicità, vale adire la parola ai cittadini perché decidano da chi essere amministrati”. Alla fine la mozione Polverini, che il capogruppo del Pdl non firma, passa con 41 voti a favore, 26 astenuti e tre assenti. Le spese di Giunta e Consiglio verranno ridotte da 98 a 70 milioni, ma a partire dal 2013. Ancora poco per una Regione che è la più indebitata d’Italia, con un passivo che solo negli ultimi cinque anni è cresciuto del 153%.
(Da Il Fatto Quotidiano del 18/09/2012)