Reggio e la rete degli scambi politico-mafiosi

Concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale, associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta e truffa finalizzata a ricevere erogazioni pubbliche. Un mix di corruzione e illegalità ad ogni livello venuto fuori da due diverse ma convergenti indagini degli uomini della Dia, dei carabinieri e dalla guardia di finanza di Reggio Calabria “Sistema” e “Assenzio”. Operazioni che hanno portato all’arresto di Luciano Falcomatà (con l’accusa di associazione di stampo mafioso); Vincenzo Ferrigno (per attestazione fittizia di beni); Giuseppe Rechichi (per corruzione elettorale). Agli arresti domiciliari, invece, Saloua Senia (per intestazione fittizia di beni); Costanza Ada Riggio (per corruzione elettorale aggravata); Giuseppe Crocè, Marcello Brunozzi e Rodolfo Diano indagati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate. Un organismo complesso che, ancora una volta, chiarisce il sistema di complicità fra mondo criminale e politico. Fra gli arrestati anche Dominique Suraci, il “dominus” di questo sistema criminale – come lo definisce il procuratore Ottavio Sferlazza – specie nel settore della grande distribuzione alimentare. Per capirlo basta fare riferimento alla Vally Calabria Srl, una società che gestiva diversi supermercati sul territorio cittadino, le attività criminali hanno gestito la fase della bancarotta fraudolenta con lo scopo di accaparrarsi delle proprietà. Sempre lui era il referente politico della cosca De Stefano-Tegano di Archi. Altro uomo vicino al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Altro uomo politico di una città in cui la mafia si insinua ad ogni livello, e sembra quasi retorico doverlo ricordare ogni volta. Ma Suraci, ex consigliere di centrodestra, eletto nel 2007 con 1205 voti ha ricoperto pure la carica di presidente della seconda commissione consiliare “programmazione e servizi generali” al comune di Reggio Calabria. Tanti voti arrivati anche grazie all’amicizia con l’ex direttore della Multiservizi (società mista già sciolta per infiltrazione mafiosa), Pino Rechichi e all’indagata Costanza Ada Riggio, titolare del centro studi Corrado Alvaro. Anche la cultura in Calabria ha un prezzo alto. La Riggio, infatti, secondo quello che emerge dalle indagini dei carabinieri, ha cercato di portare più voti possibili a Suraci dai ragazzi che partecipavano ai corsi di formazione. Diversamente sarebbero stati bocciati. Pino Rechichi, invece, si era preoccupato di consegnare a Suraci ben 131 nominativi per le assunzioni che la società mista avrebbe fatto poco prima delle elezioni comunali. Favori e scambi di favori. Quando la mafia aiuta un politico il politico si deve impegnare a onorare le promesse e non rompere mai il legame con gli amici e gli amici degli amici. Secondo gli inquirenti Suraci, intratteneva rapporti di natura economica con aziende che garantivano la fornitura di alimentari, pasticceria, prodotti caseari, bevande, prodotti per la pulizia industriale che consentivano – attraverso la falsificazione dei bilanci e di documenti contabili – di foraggiare le attività illecite delle cosche. Ma nulla è per caso e la rete delle complicità si estende fuori da ogni confine locale. Suraci, infatti, era intimo amico dell’avvocato Bruno Mafrici, indagato sui rapporti tra la ‘ndrangheta e la Lega Nord. Quando c’è qualche problema gli “amici” possono sempre risolvere ogni cosa. “Fino a quando c’è dialogo ci sono buoni amici che si mettono in mezzo, allora..”. Questa frase che accompagna sempre la storia dei legami e degli intrecci fra la mafia e il mondo imprenditoriale e politico è stata intercettata nella casa del boss Giuseppe Pelle nel 2010 mentre dialogava con Giovanni Ficara. Quest’ultimo, infatti, diceva che per qualsiasi problema si sarebbe rivolto ai “San Giovanni”, (in quel caso alla famiglia De Stefano). E già. Funziona sempre così: “Compare, vedi che ho questo problema, come la dobbiamo mettere?”. E i compari consigliano, sempre e per sempre.