Mafia: il ministro Cancellieri firma a Trapani protocollo antimafia e contro la corruzione
La parola d’ordine a Trapani resta “imperturbabilità”. E così è finito con il diventare un fatto normale la circostanza che questa mattina a Trapani, in prefettura, a firmare un protocollo d’intesa tra prefetto, amministrazioni locali, presidente della Provincia e sindaci dei 23 Comuni del trapanese, a proposito di prevenzione dai rischi di inquinamento mafioso e di contrasto alla corruzione, alla presenza del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, sia stato anche un sindaco appena condannato per favoreggiamento ad un imprenditore condannato per mafia. C’era anche il sindaco di Valderice, Camillo Iovino, appunto il primo cittadino condannato di recente dal Tribunale di Trapani in un processo scaturito da una indagine antimafia. In provincia di Trapani non è una “mosca bianca” il sindaco Iovino. In pochi mesi sono finiti in manette altri due sindaci, quello di Pantelleria, Alberto Di Marzo, per corruzione, e quello di Campobello di Mazara, Ciro Caravà, per mafia, quest’ultimo è in carcere da dicembre e fino ad oggi non si è dimesso da sindaco. Facendo un giro per i consigli provinciale e comunale è facile incontrare consiglieri condannati o rinviati a giudizio per gravi reati, anche loro non hanno mai mollato le poltrone. Eppure il protocollo firmato in prefettura non è roba di poco conto. Lo ha spiegato il prefetto Marilisa Magno, che ha detto come questo sia uno strumento di prevenzione, per conoscere lo stato degli enti locali, il protocollo prevede la risposta dei Comuni ad un questionario per realizzare, in base alle risposte, una curva che graficamente dica lo stato di salute della legalità, le domande riguarderanno l’utilizzo dei beni confiscati, gli appalti per lavori, servizi e forniture, l’urbanistica e l’ambiente, l’ assegnazione di consulenze esterne, la costituzione parte civile nei processi per mafia e per reati contro la pubblica amministrazione, sarà un questionario che periodicamente girerà per amministrazioni provinciale e comunali, così da avere sotto controllo la situazione. Il ministro Cancellieri ha esaltato l’iniziativa, l’ha indicata come pilota per l’Italia per quanto riguarda la corruzione, aspetto che in analogo modo altri territori del Paese non l’hanno mai affrontato, e però non ha nascosto sorpresa quando con una domanda le è stato fatto notare che la sua firma è andata apposta vicino a quella di un sindaco condannato per favoreggiamento. Il rischio che un protocollo così importante possa essere vanificato è serio, e però per il ministro l’importanza resta e anzi il questionario permetterà di distinguere tra chi svolge il proprio dovere e chi invece sfugge alle responsabilità. Il ministro Cancellieri ha poi aggiunto: “La corruzione si combatte se si combatte tutti insieme, importante che l’azione di contrasto si sviluppi con onestà di intenti, il Paese ha bisogno di trovare buone pratiche contro la corruzione, oggi la Sicilia con questo protocollo diventa esempio di buoni comportamenti per tutti noi”. Su Trapani poi il ministro dell’Interno non ha mancato di evidenziare la complessità di una provincia che resta il regno del capo mafia latitante Matteo Messina Denaro e dove sono tanti gli esempi di collusione tra mafia e l’area grigia, professionisti e colletti bianchi a disposizione di Cosa nostra. “Io spero che Matteo Messina Denaro venga presto catturato – ha affermato la responsabile del Viminale – si sta facendo un ottimo lavoro per ottenere questo risultato”. Parlando ancora con i cornisti il ministro ha escluso conflitti istituzionali tra Quirinale e Procura di Palermo, “si sono fatte solo delle puntualizzazioni”, sulla partenza per il Guatemala su incarico dell’Onu del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, il ministro ha ripetuto le parole del Guardasigilli Severino e cioè che il nuovo incarico per Ingroia è antecedente alle polemiche di questi giorni sui risvolti a proposito dell’indagine sulla trattativa. Sarà candidata al Quirinale? “Niente affatto e nessuno mi ha proposta – ha risposto il ministro – desidero continuare a fare e a fare bene il ministro dell’Interno. Ho anche scoperto appena ieri che mi hanno indicata anche come possibile candidata a sindaco di Roma”. Ma è la crisi economica che preoccupa il ministro Cancellieri. “Credo che se andiamo in Europa dimostrando concreti risultati contro la corruzione non potremmo che ottenere ottimi risultati, sulla Sicilia dico che non è a rischio default, basta guardare al di là dei Pirenei per rendersi conto che c’è chi sta messo peggio”. Le dimissioni del presidente Lombardo le ritiene indispensabili? “E’ un atto che riguarda la responsabilità politica del presidente Lombardo, non ho nulla da dire o da chiedere”. Durante l’incontro in prefettura con gli amministratori locali, il presidente della Provincia, l’on. Mimmo Turano, le ha posto il problema della possibile cancellazione della Provincia di Trapani e questo perché nei parametri fissati dal Governo al territorio trapanese mancano 40 chilometri quadrati per restare nel rango di Provincia. “Nel 1965 – ha ricordato Turano – ridisegnando i confini geografici delle provincie siciliane, Trapani passò alla provincia di Palermo il Comune di Camporeale, oggi ci manda proprio quel fazzoletto di terra, non vorremmo pentirci di ciò che fu fatto”. Rassicurante il ministro Cancellieri: “Il Governo ha posto paletti, il provvedimento deve essere discusso in Parlamento nel caso della Sicilia la competenza è dell’Ars”.