Sulla mafia un Grillo (stra)parlante
(Di Luca Rinaldi)
Mister Grillo, questa volta l’ha fatta fuori dal vaso. Le darò del Lei, perchè ai politici i giornalisti danno del Lei. Almeno io do del Lei, perché altrimenti loro fraintendono e se dai del ‘tu’ pensano di averti dalla loro parte.
Ma io sono un signor nessuno, e magari rientro in quella categoria che Lei, nei suoi quotidiani insulti potrebbe aver definito “cane al guinzaglio” o “corrotto”. Io però scrivo, e scrivo di quello che so, quello di cui non so niente lo lascio volentieri scrivere ad altri.
Non credo, o meglio non so, se Lei nel corso delle sue attività professionali si sia mai seriamente occupato di mafia. Si, ogni tanto sul suo blog ha dato spazio a chi ne parlava, ma dubito che si sia mai fermato attentamente a guardarsi uno di quei video.
Odio la retorica. Quindi non starò a lanciarmi in filippiche dove si citano slogan da stadio che nel tempo perdono di significato e trasformano, in alcuni frangenti, pezzi di antimafia in circo. E non starò nemmeno qui a citare l’antipolitica, il populismo e il qualunquismo.
Fatto sta che le parole sono importanti, soprattutto se pronunciate in certi luoghi e in certi tempi. La sua uscita di ieri a Palermo a due settimane dalle elezioni amministrative e a trent’anni dall’omicidio di Pio La Torre sono state imbarazzanti. Ritenendola un uomo intelligente (e in parte condividendo certe idee e conoscendo alcuni suoi militanti) sono andato e leggere un po’ quel che ha detto.
Pensavo stesse recitando un personaggio di Sciascia, o che stesse imitando Marcello Dell’Utri. Invece lei è proprio convinto di quel che ha detto. Tronfio, con la cadenza retorica che la caratterizza, dice «La mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la sua vittima». L’altra mafia sarebbero i partiti e lo Stato
Lei oggi ha grande potere sulle persone. E come Lei ama dire “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. E’ inutile che io stia qui a fargli l’elenco di chi è stato stato strozzato sia fisicamente sia economicamente, sia metaforicamente dalle mafie. Nella mia pur breve e magari “da cane” carriera giornalistica ne ho incontrati tanti, troppi.
Inoltre come Lei sicuramente saprà, visto che parla di tutto e fa quello che sa tutto, saprà anche che la mafia strangola chi quel pizzo non lo paga. Mi aspettavo, da una persona come Lei delle scuse. Invece mi ritrovo questo post acrobatico, in cui scrive
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Scemo io a non pensarci, signor Grillo, come ci hanno insegnato i nostri politici, quindi ormai anche Lei, perchè la storiella che la sua candidatura non arriverà mai fa ridere (Lei dall’esterno si definirebbe il ‘burattinaio’ del movimento), l’abbiamo fraintesa. L’ho fraintesa anche io! Che occupandomi anche di mafia ne ho sentito raccontare i metodi da diretti protagonisti, che, le posso assicurare, con le sue parole non possono che essere in disaccordo. Lei probabilmente la mafia sotto casa non l’ha mai avuta. Anche se vivendo a Genova, mi sembra molto molto strano.
Ma, come dicono i suoi seguaci più strenui, alla fine il problema non sono le sue parole, ma noi giornalisti “servi”, “cani” e “corrotti” dei banchieri e del potere che la fraintendiamo. Io non la chiamo ‘mafioso’, come qualcuno ha fatto, la chiamo irresponsabile. Perchè su certe cose le battute, se battuta anche voleva essere, non si fanno, perchè, come sa, c’è gente che andrebbe pure sotto i treni per difenderLa, e non vorremmo mai che cominciassero veramente a predicare che la mafia è meglio dello Stato, alimentando così quel consenso che la criminalità organizzata già non fatica a trovare.
Avesse pronunciato quelle parole qualcun altro oggi ci sarebbe un altro post sul suo blog, ne sono certo… Spiace, come si diceva, per alcuni militanti del Movimento 5 Stelle, ragazzi preparati, competenti e in alcuni luoghi d’Italia in prima linea contro le mafie, che non dovrebbero fare i conti con una figura come Lei.
(pubblicato su www.linkiesta.it )
premettendo che ha detto una cazzata, grillo parla troppo pensa più all’impatto delle parole che al loro significato profondo urtando la sensibilità. Quando fa politica non può parlare come se facesse satira. Detto questo grillo ha detto che la mafia non ammazza i suoi “clienti” massimo gli chiede il “pizzo”. il significato è chiaro che nemmeno la mafia che ammazza da tutte le parte i propri clienti li tiene vivi invece lo stato lascia che si impicchino li ammazza di debiti. una cazzata però volevo precisare il senso compiuto della frase.