RAI: la guerra dei poveri
Un autunno caldo o forse molto di più queste le previsioni per i collaboratori, a vario titolo, della RAI. Il numero pare essere ben superiore anche rispetto agli stessi interni (forse di tre volte). Sembra impossibile ma questo è quello che circola nei corridoi RAI. Circola con apprensione perché la riforma del lavoro del Ministro Fornero prevede che se una persona fornisce il 70% del proprio lavoro ad un unico committente questo “sarebbe” obbligato ad assumerlo. E questa è la situazione in cui si trovano moltissimi dei lavoratori a partita IVA della più grande azienda culturale italiana. Cosa farà la RAI? non certamente assumerà tutti. Ed infatti si è in cerca della soluzione e la direzione generale sta chiedendo a tutti i programmi di avere le e mail di coloro che, come consulenti o collaboratori, prestano la loro opera. Stanno insomma cercando di avere un contatto per comunicare cosa?
I collaboratori esterni sono la somma di professionalità, esperienze e storie diverse. Ci sono autori che arrivano a prendere 50 mila euro al mese e collaboratori a 80 euro a puntata. Ci sono persone che lavorano da oltre 10 anni nella stessa trasmissione e c’è chi invece è appena arrivato. Ci sono signore in pensione dalla scuola che sono consulenti /esperte di libri,cucina,medicina. Ci sono inviati/e spuntati dal nulla.
Nello stesso tempo sale lo scontro interno per esempio tra dirigenti e giornalisti, ai quali è stato concesso il rinnovo del contratto. Andrea Lorusso, Presidente ADRAI (Associazione dirigenti Rai) dice “siamo arrabbiati lo stesso, in nome e per conto dei nostri collaboratori. Infatti c’è chi, come i giornalisti, incasserà -e per intero- il premio produzione per il 2012. Noi dirigenti -prosegue la lettera- vorremmo analoga “corresponsione” per tutto il personale, sia pure accettando una rateizzazione.” (tratto da www.globalist.it ndr).
E gli interni (programmisti registi, assistenti etc.) scendono in campo contro gli esterni. Non li vogliono più.
Una lotta tra poveri in una azienda che meglio di tutte fotografa il fallimento di questa società dove basta avere l’amico giusto al posto giusto perché tutto scorra liscio. E tutto questo ha funzionato fino a che la crisi non ha eroso i risparmi e non ci siamo tutti trovati a fare i conti con il lavoro che manca. E ci siamo accorti che quel piatto di lenticchie da cui tutti attingevamo si è prosciugato.
Ora in RAI sta succedendo proprio questo. Fino a ieri c’era posto per programmisti e collaboratori esterni, per dirigenti e giornalisti, per operatori e tecnici. La fetta da dividere era sufficiente per tutti. Ora non più e quindi bisognerà tagliare, sforbiciare e si partirà dagli esterni, dalle famose partite IVA. Ma come si farà la selezione, quali saranno i criteri?Il curriculum, il merito, gli anni di collaborazione o le relazioni di consanguineità con politici, professori o ex dirigenti? Sarà importante anche qui “la spintarella” che ognuno potrà mettere sul piatto della bilancia? E insieme a questa selezione ci sarà anche una equa ridistribuzione dei compensi o ci sarà sempre chi guadagna 50 mila euro al mese e chi solo 80 a puntata? Intanto per aiutare a ridistribuire si potrebbero tagliare i compensi da milioni di euro di alcuni conduttori. In economia si parla tanto di decrescita felice perché non applicarla anche alla nostra televisione?E perché i grandi giornali si occupano solo di chi leggerà i curriculum dei possibili nuovi presidenti o direttori generali, da Santoro a Freccero o Minoli, ma nessuno parla della situazione dei precari?Forse perché il modello di comunicazione a cui siamo abituati non include gli esclusi,le persone comuni, ma si occupa sempre e solo dei volti noti.
In Rai, come in tutte le aziende “infiltrate” dalla Politica parlare di merito è impossibile.
Sono stato assunto full time dopo 15 anni di precariato.
L’ufficio del personale non conosce il curriculum di ogni singolo impiegato, non sfrutta le risorse per le capacità acquisite, non fa corsi di aggiornamento ne testa il grado di competenza….. il merito non esiste.
Lo stipendio è proporzionale alle ore che fai, ma nessuno si preoccupa di sapere COSA fai in quelle ore.
Per assurdo io, parto la mattina alle 8 per una trasferta a Napoli, prendo il treno, l’auto a noleggio, guido, arrivo sul set, dirigo e organizzo le riprese di una diretta, riprendo l’auto, il treno e torno a casa alle 19.00, guadagno, in quel giorno di meno di un collega, al mio stesso livello e con il mio stesso ruolo che inserisce nel suo orario 8.00 – 21.00, magari stando su facebook tutto il tempo.
Ed in ogni caso a parità di orario 8-19 in trasferta con una responsabilità di una diretta o 8 -19 in redazione su facebook a fare telefonate con il telefono aziendale, la differenza sapete qual’è?
2 euro!!!!!
La Rai ti riconosce, per il mazzo che ti sei fatto, lo sbattimento del viaggio e tutte le responsabilità… 2 EURO!!!!!!!!
Voglio e sogno una Rai dove esiste la gavetta, il farsi le ossa, superare un esame ed essere abilitati da COMPETENTI a ricoprire i vari ruoli.
Abbiamo Produttori esecutivi e curatrici che al massimo possono fare le BIDELLE!!!!
Registi a scrittura (consulenze strapagate) inventati dalla mattina alla sera….
Ho assistito a colloqui di Figli di papà raccomandati a cui chiedono:
“Cosa sai fare?”
“Niente, voglio solo lavorare in tv…”
“Ma hai qualche esperienza? Un curriculum?”
“NO”
“Beh… allora fatti un curriculum e scrivi che fai l’autore…. poi ci penso io”
E allora via…. orde e orde di inutili collaboratori ai testi, consulenti, autorucoli…. e attenzione, se il raccomandato non è di Roma il gioco è ancora più bello… TI PAGANO L?AFFITTO E LA DIARIA ( 52euro al giorno )…
“Ma io… vivo a Roma da 7 anni” dice il timido raccomandato….
“Non preoccuparti, lascia la residenza fuori… e il gioco è fatto!!”
“GRAZIE!”
“Ci mancherebbe… è un piacere e…. SALUTAMI TANTO Papà!!”
FUORI I PARTITI DALLA RAI –
pietro
Beh, io sono una precaria Rai dal 2006 sempre con contratti a tempo determinato e quindi una dipendente a tempo se così si può dire. Non direi però che questa sia una lotta tra poveri proprio perché nello stesso articolo da voi pubblicato è riportato infatti che ci sono collaboratori che percepiscono emolumenti da sogno ed altri no. Noi TD dipendenti percepiamo uno stipendio ridicolo, nel senso che è molto basso e abbiamo un contratto full time almeno nella maggioranza dei casi, dobbiamo timbrare il badge e fare almeno 8 ore e 35 ogni giorno per uno stipendio che almeno nel mio caso non arriva a 1300 euro al mese. Garantire turni e sostituzioni, spesso lavorare anche di sabato o domenica e festivi, conoscere diversi software che l’azienda si fa fornire esternamente, lavorare su macchine che non sono dell’azienda.
Avere contatti con registi, programmisti, autori dei vari programmi che spesso anche se non sempre sono dei veri incompetenti.
Infatti l’articolo è scritto anche per chi come voi vive la realtà RAI tanto che è stata riportata anche la dichiarazione dell’Associazione dirigenti che chiede una maggiore attenzione nei vostri confronti.