Villa Adriana: le preoccupazioni dell’Unesco e Italia Nostra

Nell’ultima audizione presso la commissione ambiente, i consulenti nominati dal commissario all’emergenza rifiuti di Roma prefetto Giuseppe Pecoraro, ingegneri Moretti e Sorrentino hanno asserito che “in seguito ai sopralluoghi dei sette siti proposti dalla Regione Lazio, sarebbero risultati ‘non confacenti’ e dovendo fare una cernita i meno problematici gli unici siti erano Riano e Corcolle/Villa Adriana”. Il vizio originario è stato così evidenziato senza tenere conto peraltro dell’Autorità di bacino, che in base a precise leggi Europee, inderogabili, ha dato parere negativo.

Scarica il pdf dell’audizione di Moretti e Sorrentino

Leggi che se violate aprirebbero una procedura d’infrazione e si prospetterebbe una situazione paradossale: per non andare oltre con la procedura d’infrazione per Malagrotta se ne aprirebbe un altra per Corcolle e Riano. Davvero una bella trovata, e,come se non bastasse a dire no c’è anche Il Mibac, vista la vicinanza di Villa di Adriana, e l’Unesco, che ribadisce la sua volontà di discutere alla prossima riunione a San Pietroburgo la permanenza della Villa tra i suoi siti.

Si è dichiarato molto preoccupato sia dalle discarica sia della lottizzazione Nathan, detta “Residentia Tibur” per i promotori dello sviluppo urbanistico con scopi culturali ovvero i Mezzaroma, tanto che ha scritto sia alla sovraintendenza sia alla Regione Lazio per manifestare il proprio dissenso all’assalto, con il binomio cemento rifiuti, ad un patrimonio come quello di Villa di Adriana.
Anche Italia Nostra si è aggiunta al fronte dei NO da un bel po’ tempo, ma stavolta ha deciso di alzare non poco il tono della protesta chiedendo formalmente le dimissioni del prefetto Pecoraro. Ecco la lettera che il presidente Carlo Ripa di Meana ha fatto pervenire agli organi di stampa:

LETTERA APERTA
AL COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L’EMERGENZA RIFIUTI
GIUSEPPE PECORARO

Roma 19 aprile 2012

Caro Commissario Giuseppe Pecoraro,

il Suo fallimento sulle indagini per l’individuazione dei siti relativi alla discarica provvisoria, è ormai totale e minaccia il futuro di Roma.
Italia Nostra Roma Le rammenta che i relatori “scientifici” da Lei scelti hanno riconosciuto di non aver potuto lavorare in modo accurato per mancanza di dati attuali, limitandosi, dunque, a scorrere bibliografie generiche.

Nonostante il parere negativo sulla realizzazione della discarica provvisoria a Corcolle, a 750 metri in linea d’aria dal patrimonio mondiale dell’Unesco, Villa Adriana, espresso forte e chiaro dal Ministro all’Ambiente, Corrado Clini, dal Ministro per i Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, dall’Autorità di Bacino, dal Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, dal Sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno che ha espresso, ripetutamente, il suo disaccordo nei video del 16 settembre 2011 e del 18 aprile 2012, dai tour operator internazionali che temono di dover cancellare dai propri programmi il prestigioso e richiestissimo sito di Villa Adriana, Lei continua ad insistere con protervia e incomprensibile ostinazione sui due siti scartati per manifesta incompatibilità.

Italia Nostra Roma Le fa notare, caro Commissario, la Sua totale sordità ai rilievi della Commissione Antimafia che, dopo le audizioni dei soggetti interessati, ha ipotizzato l’opacità dell’operazione della Società Brixia, che ha sede legale in Svizzera.
Italia Nostra Roma è sorpresa, in particolare, che Lei abbia mancato di cogliere i segnali della Comunità scientifica internazionale, del messaggio dell’Accademia di Francia al Presidente della Repubblica, dell’Accademia dei Lincei, degli oltre 1000 firmatari delle Scuole Archeologiche di tutti i continenti, di una sollevazione della cultura internazionale – un nuovo caso Pompei -, se Villa Adriana, considerato sito maggiore della cultura occidentale, risultasse compromesso da una discarica pur “provvisoria”.

Tutto questo non Le basta?
Italia Nostra Roma La sollecita a farsi immediatamente da parte, prima che l’Associazione che rappresento, non si veda costretta a chiedere ufficialmente al Presidente del Consiglio la revoca del Suo mandato.

Il Presidente
Carlo Ripa di Meana