Gomorra sciolta per camorra

(di Alessandro Chetta)

Gomorra, sempre Gomorra. Il Consiglio dei ministri ha decretato lo scioglimento dei Comuni di Casapesenna, Castel Volturno e Casal di Principe (dove si doveva votare tra un mese, ma le consultazioni sono state rinviate al 2013). Tutti in provincia di Caserta; in particolare i tre municipi azzerati dal governo coincidono in pieno col comprensorio controllato dai clan e descritto da Saviano nel suo bestseller. Tanti cittadini onesti ma una presenza camorristica purtroppo ancora asfissiante.
Non solo: il governo Monti ha deciso di sciogliere per presunte infiltrazioni mafiose anche due centri in Calabria. Mileto in provincia di Vibo Valentia e Bagaladi in provincia di Reggio Calabria.
Su Casal di Principe, menzione a parte. E’ il Comune che detiene un record assoluto: nessuna giunta riesce a concludere il suo mandato. In venti anni sono ben tre i decreti del governo che hanno allontanato i consessi politici a guida dell’amministrazione. Il primo decreto risale al 30 settembre 1991 a firma dell’allora ministro Vincenzo Scotti (sindaco era Alessandro Diana) Il 23 dicembre del 1996 fu invece Giorgio Napolitano, al tempo responsabile agli Interni a colpire il sindaco Vincenzo Corvino. La decisione di Napolitano fece seguito al maxi-blitz Spartacus, avvenuto il 5 dicembre dell’anno prima, che portò in carcere 157 affiliati al cartello dei Casalesi.
«Questa notizia è un pessimo segnale ed un pesante freno al progetto di riscatto e sviluppo che si era attivato in quel territorio intorno alla figura di Renato Natale» afferma il presidente della commissione beni confiscati della Campania, Antonio Amato (Pd). «In questi mesi si era costruito uno straordinario movimento che, con Renato Natale, superando le logiche dei partiti, aveva raccolto le migliori energie di associazioni, giovani, cittadini. Il commissariamento purtroppo rischia di perpetuare sfiducia e di determinare un vuoto pneumatico intorno alle istituzioni». Lo stesso Natale non nasconde la sua delusione: «La decisione del Consiglio dei Ministri mortifica Casal di Principe e la voglia di rinnovamento dimostrata dai cittadini con l’ampia partecipazione alle liste civiche che hanno sostenuto la mia candidatura a sindaco. Era questo il momento giusto per far svolgere le elezioni – continua – c’era voglia di riscatto dopo gli arresti dei mesi scorsi».
Meno di un mese fa l’attenzione (e la preoccupazione) del Viminale non ha risparmiato altre province campane. A fine marzo sono stati sciolti i Comuni di Pagani, in provincia di Salerno, e quello di Gragnano, nel Napoletano.