Gioco più che un azzardo

“Il settore del gioco costituisca il punto di incontro di plurime, gravi distorsioni dell’assetto socio-economico quali, in particolare, l’esposizione dei redditi degli italiani a rischio di erosione; l’interesse del crimine organizzato;la vocazione allo spasmodico arricchimento di taluni concessionari che operano, sovente, in regime di quasi monopolio; il germe di altri fenomeni criminali come usura, estorsione, riciclaggio, infine, la sottrazione di ingenti risorse destinate all’erario (…)”(Doc. XXIII n. 3 – Relazione della sui profili del riciclaggio connessi al gioco lecito e illecito, approvata il17 novembre 2010 e Doc. XXIII, n. 8 – Relazione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito, approvata il 20 luglio 2011).
Così scrive la commissione antimafia e Don Luigi Ciotti, che con Libera e Avviso Pubblico, ha reso pubblico un dossiere da dove si evince che circa ottocento mila giocatori sono dipendenti e due milioni sono a rischio, dice “ viviamo ad Azzardopoli e la malavita fa affari d’oro“.
Il fatturato legale del gioco d’azzardo è passato dai 15 miliardi nel 2006, ai 53 miliardi nel 2009 e poi 61 miliardi nel 2010 per arrivare ai 76 miliardi nel 2011. Una quintuplicazione che fa capire quanto alto è il rischio per la popolazione italiana. Sia di diventare dipendenti dal gioco ma ancor di più di finire in un meccanismo gestito dalla criminalità organizzata che attraverso meccanismi di usura e estorsione entra sempre di più nei gangli della società civile e legale.
Sono 41 i clan che gestiscono “i giochi delle mafie” in tutto il territorio italiano. Sempre secondo Libera, “le mafie sui giochi si accreditano ad essere di fatto l’undicesimo concessionario occulto del Monopolio”.
Nella proposta di legge sul gioco d’azzardo, presentata da Garavini, Bordo, Bossa,Burtone, Genovese, Marchi, Orlando, Piccolo, Veltroni, si dichiara “La criminalità organizzata di tipo mafioso ha trovato una inesauribile fonte di arricchimento soprattutto nelle macchinette da gioco, la maggior parte delle quali sfugge ai controlli. I Monopoli di Stato hanno tentato di contrastare il fenomeno, ampliando il portafoglio dei giochi per scoraggiare il gioco illegale e realizzando un sistema di controlli sul territorio, tramite microchip collegati alla rete SOGEI per verificare gli incassi; tuttavia le organizzazioni criminali hanno trovato contromisure tecnologicamente avanzate per sfuggire a tali controlli. Particolare allarme desta la raccolta via Internet del denaro per il gioco del poker, poi convogliato su società straniere. In tal senso la Commissione antimafia ha proposto di estendere, previa modifica normativa, l’applicazione dell’articolo 88 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza”

Disoccupazione,crisi,gioco d’azzardo,usura questa è la filiera che in questo momento preoccupa di più ancor più, se possibile, del diventare “drogati” dal gioco. Una mole di denaro immane gestita dalla criminalità organizzata. Le famiglie a rischio di indebitamento estremo e quindi anche di usura sono circa tre milioni (il 25%), in particolare nel Mezzogiorno (circa il 30%); una piaga sommersa quella dell’usura che coinvolge non meno di novecentomila persone e che risucchia migliaia di euro ogni anno anche in conseguenza della dipendenza compulsiva da gioco di migliaia di persone insospettabili che si indebitano gravemente.

Proviamo a fare un’analisi del mercato relativo al gioco d’azzardo: le aziende legali che lavorano nel settore sono 10 e rappresentano circa il 50% del fatturato, l’altra metà è in mano a piccoli concessionari. Per Lottomatica e Snai possiamo parlare di trasparenza ma sono tali anche quelle società che hanno sede all’estero e di cui non si conosce completamente la struttura societaria?.

Molti dubbi proprio su questo sono stati sollevati dalla Corte dei Conti e dalla Direzione Nazionale Antimafia e da circa 40 parlamentari di tutti i gruppi politici che chiedono di sapere come sia stato possibile che lo Stato italiano sia diventato partner di gruppi poco trasparente e che lo abbia fatto come scrive il procuratore Pietro Grasso, “con grande superficialità, e senza un approfondito esame dei soggetti che avevano presentato domanda“.
Questo atteggiamento ha portato , per esempio nel 2007, i giudici contabili del Lazio a contestare alle dieci concessionarie un danno erariale di 98 miliardi di euro per il mancato collegamento delle slot machine alla rete telematica di proprietà dello Stato e gestita dalla Sogei. Questa mancanza ha impedito, secondo i giudici, la registrazione delle giocate e di conseguenza c’è stato il mancato pagamento dei tributi. Va anche ricordato che fino al 2004 il gioco d’azzardo era reato in Italia e solo da allora le concessionarie hanno potuto collegare le loro slot al teminale Sogei, e tutto questo gratuitamente. Quindi una concessione senza nessun fee di ingresso per il nostro Stato.
L’attuale Governo ha bloccato il rilascio gratuito delle licenze sul gioco d’azzardo, in scadenza ad aprile 2012 e tra i gestori che avrebbero dovuto partecipare anche la Btplus (già nota con il nome di Atlantis World Nv con sede nelle Antille Olandesi) che vale il 30% del mercato. Cercando di capire meglio:questa società ha sede a Londra, fa capo a Francesco Corallo, figlio di Gaetano, in rapporti col boss di Catania Nitto Santapaola. Lo stesso Corallo senior è stato ,tra le altre cose,condannato,i a sette anni e sei mesi per associazione a delinquere proprio per questioni legate al gioco e riuscì a sfuggire all’arresto quando i magistrati milanesi sventarono la scalata ai casino di Campione e Sanremo da parte degli amici del boss di Catania. Dei rapporti tra lui e Santapaola ne parla anche il pentito Angelo Siino che racconta come nel 1986 Santapaola,ricercato per l’omicidio del Generale Dalla Chiesa, trovasse rifugio da Gaetano Corallo a Saint Mateen. Intrecci che pongono più di un dubbio e che hanno preoccupato i parlamentari che hanno presentato la proposta di legge “Disposizioni in materia di gioco d’azzardo, concernenti la tutela di minori, la cura e la riabilitazione di soggetti affetti da ludopatia, nonché misure volte a prevenire e a contrastare il gioco irregolare, il riciclaggio dei proventi di attività criminose, mediante l’introduzione di misure antielusive, antievasive, improntate alla trasparenza e alla tracciabilità dei flussi finanziari in materia di giochi, scommesse e concorsi pronostici” e perché come dice Laura Garavini “Sempre di piu’ gli strati piu’ poveri della popolazione cercano di sfuggire alla crisi inseguendo l’illusoria fortuna nel gioco. Molto frequentemente precipitano invece nel gorgo dei debiti e degenerano in una vera dipendenza da gioco. E’ urgente intervenire con una serie organica di provvedimenti che regolarizzi la preoccupante evoluzione del settore.”

(pubblicato su www.lindro.it)