Funerali di Stato per Placido Rizzotto
Il 10 marzo del 1948 veniva ucciso, dalla mafia di Corleone, Placido Rizzotto sindacalista impegnato a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre. Dopo 64 anni dall’omicidio, il Vicario della Questura di Palermo Maurizio Agricola ha ufficialmente annunciato che è stato identificato, con certezza, il corpo di Placido Rizzotto. Dopo due anni finalmente le analisi, che hanno comparato i resti ritrovati in una foiba di circa 50 con quelli del padre Cosimo hanno dato esito positivo. Le testimonianze di alcuni corleonesi anziani hanno permesso di individuare il sito a Rocca Busambra,definito il cimitero della mafia,dove era stato gettato il corpo di Rizzotto su ordine di Liggio. Vale la pena ricordare che le prime indagini sull’omicidio le svolse l’allora Capitano Carlo Alberto Dalla Chiesa.
“Ho capito che un uomo che si guarda i piedi quando parla è un uomo di cui non ci si può fidare. Io vi guardo negli occhi, compagni, e vi dico che se vogliamo costruirci un futuro ce lo dobbiamo fare con le nostre mani. Il nostro nemico siamo noi stessi, con le nostre paure che ammazzano la speranza, con i nostri piccoli interessi, con i nostri egoismi!”
Queste alcune delle parole e dei pensieri di Placido Rizzotto che finalmente potrà avere una sepoltura.
Nel giorno di ritrovamento arriva la proposta dell’Onorevole David Sassoli,europarlamentare del PD, che propone i funerali di Stato per il sindacalista.
Gli abbiamo chiesto perché. “Non dobbiamo dimenticare, dobbiamo avere la memoria più lunga delle organizzazioni criminali. Dobbiamo batterci perché non ci sia l’oblio rispetto ai crimini delle mafie. Placido Rizzotto è stata una persona speciale che ha messo a disposizione la sua vita per la collettività e per i valori della nostra Repubblica e della nostra Costituzione e noi abbiamo l’obbligo di preservarli.”
Quale esempio ci ha lasciato Placido Rizzotto?
“E’ un esempio per tutti anche a 64 anni dalla sua morte che è avvenuta appena dopo la fine della guerra proprio agli inizi della nostra Repubblica. Per i giovani è l’esempio di una grande tenacia, di non voler cedere, di non fare passi indietro e di essere liberi dai condizionamenti. Ripeto i funerali di Stato sarebbero anche un senso di riconciliazione con la nostra storia e con i valori della nostra Costituzione”
Finiamo con le parole del sindacalista “Questa terra che ci ha cresciuto può essere la nostra libertà, il nostro futuro, la nostra speranza!”
[…] di Laura Aprati […]