La longa manus dei Pesce su politica e calcio

La mafia vota e fa votare. È capace di cambiare le carte in tavola in poche ore, basta poco per convincere l’elettore e orientare il “suo” voto. A Rosarno, nel 2006, è andata più o meno così. Una verità dura da digerire che è venuta fuori durante il processo ‘All Inside’, che vede alla sbarra il clan dei Pesce. Quaggiù, addirittura, qualcuno per conto delle cosche avrebbe presidiato direttamente i seggi elettorali. A dirlo è stato il collaboratore di giustizia Salvatore Facchinetti, durante l’udienza nel tribunale di Palmi. Il collaboratore, sollecitato dai giudici Alessandra Cerreti e Giulia Pantano, ha ammesso che all’epoca la ‘ndrangheta fece votare per Carlo Martelli. Nel 2008, guarda caso, quel Consiglio comunale fu sciolto per infiltrazione mafiosa. Anche se il sindaco in questione venne assolto dall’accusa di associazione mafiosa. “Prima delle elezioni comunali del 2006 a Rosarno partecipai a diverse riunioni in cui si parlò dell’elezione del nostro candidato Carlo Martelli. Ci vedevamo in questa campagna con Ciccio Testuni, con Rocco Rao e con altri personaggi legati ai Pesce – dice il collaboratore di giustizia – dovevamo raccogliere i voti per far salire Martelli, perché a Martelli lo avevano scelto loro, ma non era lui il vero sindaco di Rosarno”. Perché è sempre così quando la mafia sceglie i suoi rappresentanti. Questi servono solo come copertura, non potendosi candidare direttamente, i mafiosi scelgono chi far governare al posto loro. Ma poi è la ‘ndrangheta che decide sugli affari del Comune e il futuro di una città che può tenersi le emergenze quando ci sono potere e soldi da gestire per altre faccende. “Avevamo il compito di cercare i voti nelle nostre famiglie – ammette Facchinetti – e tra tutti quelli che conoscevamo o potevamo raggiungere”. Secondo la ricostruzione del pentito, gente vicina alla famiglia Pesce “presidiava le sezioni elettorali e almeno uno di loro era presente in ogni seggio per monitorare le fasi di voto”. Il collaboratore ha inoltre raccontato altri sconvolgenti particolari in merito alle operazioni di voto, a cui ha ammesso di aver partecipato: “bastava portare dentro al seggio un documento valido e il gioco era fatto”. Facchinetti ha detto di non ricordare se i documenti appartenessero a persone vive o morte, ma il sistema veniva comunque utilizzato. Ricordiamo inoltre che la città, durante quella tornata elettorale, andò al ballottaggio e il Consiglio fu sciolto nel 2008 a seguito dell’arresto del primo cittadino forzista, imputato nel processo ‘Cent’anni di storia’ contro la cosca Molè-Piromalli di Gioia Tauro, le accuse contro Martelli, però, vennero archiviate e lui fu assolto nell’udienza preliminare. Anche se il racconto di Facchinetti è pieno di “non ricordo” emerge un quadro preoccupante per quanto riguarda il legame mafia-politica. Solo un anno fa la città è uscita da due anni di gestione commissariale, dopo lo scioglimento del 2008. Proprio in occasione della scorsa tornata elettorale, Malitalia, aveva proposto una lettura critica della campagna elettorale in corso a Rosarno, facendo nomi e cognomi di persone legate alla precedente amministrazione (quella di Martelli). In quella occasione siamo stati accusati, senza possibilità di confronto. Ci venne detto pure che l’ex primo cittadino (nonostante la sua esperienza amministrativa discutibile) uscì dal processo assolto. E quindi il nostro articolo era fuori luogo. A distanza di un anno e a distanza di diverso tempo dalla guida Martelli al Comune, ecco venire a galla importanti novità che, se non ci danno ragione, quantomeno rimettono tutto in discussione. Segno che l’ultima competizione elettorale nella città Medmea andava monitorata. Oltre a questo il pentito ha parlato dell’interesse delle cosche per il calcio, come strumento utile a movimentare ingenti carichi di droga. Secondo Facchinetti i Pesce erano interessati al mondo del calcio, disponendo di due società che militano in serie D, perché intendevano approfittare del giro che avevano i calciatori per veicolare carichi di stupefacente. La longa manus dei boss, dunque, su calcio e politica, oltre a tutto il resto…