A Napoli anche le canzoni vanno sotto inchiesta
(di Alessandro Chetta)
“‘O capoclan è n’omm serio, che è cattivo nunn’ è o’ ver’”. Il boss non sbaglia ed è pure un brav’uomo. Così canta Aniello Imparato in arte Nello Liberti, neomelodico, oggi indagato dalla Procura di Napoli per apologia di reato. Un “usignolo” di quella subcultura musicale napoletana spuntata negli anni 90, fatta di etichette ferme nel tempo (nell’era di iTunes, si parla ancora di “lavori discografici”?), concertini per battesimi, comunioni, matrimoni, promesse di fidanzamento, con pagamenti esclusivamente in nero. Liberti, e un figurante del videoclip del brano ‘O Capoclan, risultano sotto inchiesta perché secondo i pm con i testi delle canzoni e le immagini dei video avrebbero inneggiato alla camorra esaltandone atteggiamenti e abitudini. Nella canzone incriminata si descrive la vita del capoclan, spietato con chi sgarra, mandante di ordini di morte. Si nota persino il killer che legge un fogliettino su cui c’è scritto il nome, con tanto di croce accanto, dell’infame da fare fuori.
La Procura ha persino chiesto l’arresto di Liberti ma il gip si Napoli Luigi Giordano s’è opposto, motivando così: quella canzone è “un’opera che esprime un radicale sovvertimento dei valori e della realtà dei fatti in un territorio che vede tuttora aperte le terribili ferite inferte dalle cosche camorristiche. Due – scrive il gip – le regole di fondo divulgate: da un lato l’omertà e il silenzio, dall’altro la punizione implacabile dei nemici e dei traditori”. Tuttavia, precisa, “canzone e video non raggiungono il grado sufficiente per ritenere che istighino al compimento dei delitti di natura camorristica. Il brano si risolve in una sorta di apologia del gruppo camorristico, assolutamente riprovevole e biasimevole per gli interpreti e gli autori. Ciò nonostante ritiene il giudicante che non integri il grado di sufficiente concretezza dell’istigazione».
Da qui la decisione di non arrestare il cantante. La Procura tuttavia, come ha annunciato l’aggiunto Rosario Cantelmo, coordinatore della Dda, è orientata a fare comunque ricorso contro la decisione del giudice.
La notizia sul neomelodico giunge a corredo del blitz di lunedì sera in cui sono stati tratti in arresto ad Ercolano ben 41 presunti affiliati dei clan rivali Iacomino-Birra e Ascione-Papale, consessi criminali ancora egemoni nonostante la miriade di condanne in quella fetta di terra vesuviana.