Migranti, dall’emergenza all’integrazione
Comincia a cambiare qualcosa a Rosarno, almeno dal fronte politico. Le condizioni di vita dei migranti sono ancora terribili ma il governo Monti ha dimostrato di essere vicino alla realtà calabrese. La visita del ministro Andrea Riccardi nei luoghi della disperazione, a due anni dalla rivolta degli africani – fa ben sperare. Intanto perché il ministro della Cooperazione internazionale e l’Integrazione ha scelto di vedere con i suoi occhi, a soli due mesi dall’insediamento del governo tecnico di Monti, l’inferno che i migranti vivono ogni giorno. Si è macchiato le scarpe di fango prima di raggiungere alcuni luoghi simbolo del degrado e i ghetti come quello dell’ex fabbrica Pomona, dove decine di migranti vivono accampati nelle case di cartone, al freddo, senza acqua per lavarsi, luce e gas. Il ministro, che viene da una formazione cattolica di tutto rispetto, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha dimostrato che nella sua visita c’è stato poco di tecnico. C’è stato un senso di solidarietà profonda, che è venuta fuori anche dalle sue parole e dalla consapevolezza di poter fare poco subito per i fratelli africani.
Tuttavia l’impegno del governo è chiaro: “Rosarno non deve essere lasciata sola e non sarà lasciata da sola”. E quest’affermazione ha fatto tirare un sospiro di sollievo al sindaco della città, Elisabetta Tripodi, che in questi mesi ha sentito la mancanza di un referente istituzionale importante. La Regione Calabria, infatti, è stata la grande assente della stagione agrumaria. Come più volte lo stesso primo cittadino ha lamentato. Per la prima volta, però, un ministro verifica così da vicino i luoghi della disperazione. E il sindaco non poteva che dirsi “soddisfatta”.
“Sono qui per capire la situazione, – ha esordito il ministro – dopo l’invito del sindaco di Rosarno. La mia visita servirà per capire quali interventi adottare nell’immediato per rispondere ai bisogni degli immigrati. Non credo che Rosarno sia una città razzista, sono convinto invece che questa comunità sa cosa vuole dire l’emigrazione e cosa significhino i bisogni e l’accoglienza. Penso che qui non ci sia un problema di razzismo e di intolleranza ma che ci sono situazioni di tensione che nascono dalla necessità”. Con queste parole Riccardi ha fatto pure un po’ di chiarezza e ha risposto alle polemiche di qualche settimana addietro. A Rosarno non si respira il clima d’emergenza, ci sono delle difficoltà. Evidenti, visibili, preoccupanti. Queste difficoltà riguardano l’impossibilità del Comune a far fronte – da solo e a sue spese – all’emergenza abitativa e, dunque, alle difficili condizioni di vita dei migranti. Ma è scongiurato il rischio di nuovi scontri.
“Sono venuto nella Piana per avere un contatto diretto con la realtà di Rosarno nella quale vivono gli immigranti – ha aggiunto Riccardi – ho visto e ho visitato situazioni tristi. Quei ghetti non sono degni di un paese civile e si tratta di situazioni che noi dobbiamo rimuovere. Rosarno vive da troppo tempo difficoltà e tensioni ma è una città che in questi anni ha saputo reagire ai problemi. So che è difficile convivere con una situazione come questa. Il problema dell’immigrazione non può essere affrontato soltanto come emergenza ma bisogna puntare sull’integrazione. Noi dobbiamo costruire la fase due, quella dell’integrazione. So che è difficile ma io sono qui anche con i funzionari del ministero degli Interni per cercare di darvi una risposta oltre che per rendere omaggio a questa città che presenta problematiche che non sono affatto semplici da risolvere”.
Riccardi ha dimostrato di avere ben chiara la situazione. Negli anni passati, infatti, quello che è diventato il problema migranti è stato affrontato come emergenza, si è tentato di tamponare ma mai si è pensato a politiche d’integrazione vera. Due approcci diversi quello di Berlusconi e quello di Monti. Quest’ultimo volto all’inclusione.
Con Riccardi anche il capo di gabinetto del ministero, Marco Morconi e il funzionario del ministero dell’Interno, Angela Pria. Subito dopo il ministro è andato a Reggio Calabria per partecipare al comitato per l’ordine pubblico in Prefettura. Anche qui Riccardi ha ribadito l’importanza di stare vicino agli immigrati, di creare dei percorsi d’inclusione.
In questi giorni, inoltre, è nato il Portale per l’integrazione (Integrazione immigrato). Si tratta di una iniziativa nata dalla collaborazione di quattro ministeri, regioni, comuni e terzo settore, rivolto sia ai migranti che agli operatori di settore e alle imprese.
La visita del ministro a Rosarno è stata certamente utile e significativa. I migranti non chiedono molto. Vogliono il permesso di soggiorno, una carta che può rendergli la vita più facile. Senza costringerli a scappare ogni volta o nascondersi col rischio di essere scoperti e allontanati.
“Occorre spiegare bene ai nostri amici che non sono soli” ha tenuto a ribadire Riccardi anche in Prefettura. Mostrando così il volto di un governo attento e solidale. E questo è già un primo passo importante. La luce della speranza non si è ancora spenta a Rosarno. Bisogna rimboccarsi le maniche, è tutto molto difficile. Ma si comincia dalle piccole cose. E la nuova politica d’integrazione può rappresentare un grande passo avanti.
La Cgil calabrese ha accolto positivamente la visita del ministro ed ha precisato che “l’integrazione è l’obiettivo condiviso anche dalla Cgil. Bisogna andare oltre l’emergenza, costruire un vero sistema d’accoglienza, che risolvi il problema umanitario, a partire dalle tragiche condizioni di vita e di sussistenza, affrontando anche il problema della situazione di lavoro dei migranti”. La Cgil si è detta pronta a collaborare con il governo per questo percorso d’integrazione.
(pubblicato su www.lindro.it)