Mi raccomando “legalmente”

(di Luca Rinaldi)
Quando mi capita di mangiare a casa per pranzo so che c’è una cosa off-limits. E’ la tv sintonizzata su ‘La prova del cuoco’, che mia madre segue assiduamente. Nelle ultime settimane, quando la massaia Antonella Clerici lancia la ‘reclam’, mi imbatto in uno spot che più d’una volta mi ha fatto andare l’acqua di traverso.
Storia: all’interno di un bar tabacchi lavora una ragazza molto carina, che quotidianamente incrocia il protagonista dello spot con cui si scambiano occhiate compiacenti. Fin qui nulla di strano. Nulla di strano nemmeno nel fatto che il ragazzino, diciottenne, una volta a casa si vesta bene e di tutto punto per ritornare al bar dalla ragazza (pensiamo noi comuni mortali).
Il padre vedendo la scena del figlio intento a vestirsi come un damerino, crede che il ragazzo stia andando a conoscere una ragazza, stupito che fosse la sua < >. Ma lui ormai è maggiorenne… Il padre si raccomanda di fare tutto “legalmente” e gli consegna pure un fiorellino da portare all’incontro. Povero padre illuso…
Il figliolo baldanzoso come la musichetta di sottofondo va al bar tabacchi e… gioca al superenalotto, ma, sia chiaro, legalmente… E poi voi dite quel che volete sul gioco d’azzardo, legale o meno, ma spero che i ragazzi, legalmente, vadano più spesso a fare l’amore che giocare al Superenalotto o alle macchinette videopoker, poker on-line e affini.
Una brutta pubblicità di dubbio gusto questa commissionata dall’AAMS. Vogliamo dire che potrebbe esserci qualcosa di positivo per le casse dello Stato? Forse, ma intanto, per esempio, di quei 500milioni l’anno che dovevano poi entrare nelle casse per il terremoto in Abruzzo, si sa poco e niente. I concessionari che avrebbero dovuto prendersi una multa totale di circa 58miliardi di euro (23,8 dalla sola Atlantis, coinvolta nel caso Bpm), e invece, nonostante i 136 mila dei 207 mila apparecchi presenti in Italia che non hanno dialogato con i Monopoli di Stato, la multa, con piaceri bipartisan di sinistra e destra, è scesa a una trentina di milioni scarsi.
Prima di pubblicizzare il gioco, quello d’azzardo, con tutto ciò che accade (vedi le infiltrazioni della criminalità organizzata per esempio), bisognerebbe pensarci un milione di volte, figurarsi tirare in mezzo ragazzi appena maggiorenni per indurli al gioco. Legalmente, dicono, ma quella pubblicità, e parlo a titolo personale, è un obbrobrio. Come è incredibile che nei piani regolatori della maggior parte dei comuni italiani, non vi siano delle restrizioni particolari sulla vicinanza di apparecchi videopoker a scuole e centri ricreativi.
Insomma, se proprio dovete fare qualcosa “legalmente”, provateci e fate l’amore con la ragazza del bar-tabacchi, al gioco, se siete appena maggiorenni, pensateci a ridosso della pensione, o non pensateci proprio.

(lucarinaldi.blogspot.com)