L’Italia delle emergenze

Piove e l’Italia frana, in tutti i sensi. Frana perché l’acqua si porta via tutto, i muri non tengono, le case crollano. Frana perché la burocrazia e l’ignoranza di Enti e funzionari non permette di uscire dall’emergenza in tempi normali e non biblici.
La storia di Leonardo è quella di tanti che sino imbattuti prima in una catastrofe ambientale e poi nell’emergenza e nella ricostruzione. Uno spaccato del Paese in cui viviamo.
Leonardo Conti ha, anzi aveva, un’attività commerciale (bar e ombrelloni) sul Lungomare Nomellini di fronte alla spiaggia di Marina di Campo. .La notte del 7 novembre 2011 l’acqua gli ha portato via tutto il giardino con sdraio, ombrelloni,tavolini,cabine,spogliatoio,alberi etc. ( circa 80 mila euro di danni). Tutto questo non perché l’acqua del Fosso Bovalico, che scorreva a fianco della sua proprietà abbia esondato ma solo perché il muro/argine, costruito dopo l’alluvione del 2002, non ha retto e l’acqua ha eroso, lateralmente, il terreno e trascinato via tutto.
Una storia dell’Italia di oggi dove non sai come fare a risollevarti dopo una calamità naturale. Non sai non perché non vuoi perché Leonardo non cerca soldi pubblici per risistemare la sua attività. Vuole fare da solo e a riacquistare tutto ciò che serve per la sua attività ( la stagione estiva a l’Elba inizia fra tre mesi. Ma non è così semplice.
Leonardo finora ha parlato con l’Unione dei Comuni, la Protezione Civile,il Comune di Campo all’Elba,la Provincia di Livorno,la Regione Toscana ( e altri enti potrebbero essere coinvolti come per esempio il Genio Civile con il quale, per ora, lui non ha ancora avuto a che fare) senza riuscire a trovare il bandolo della matassa.
Leonardo, racconta, che tutti gli Enti che sono andati nella sua proprietà per visionare la situazione hanno espresso pareri diversi. L’unico su cui tutti concordano è che lui non può operare sulla sua proprietà altrimenti rischia una denuncia e che il muro/argine potrà essere ricostruito dopo l’ennesimo studio tecnico/geologico ( gli studi però erano già stati fatti dopo l’alluvione del 2002 ndr) che richiederà tempi lunghi..
Inoltre l’ultimo ingegnere ( in rappresentanza della Provincia di Livorno) che ha visitato la proprietà di Leonardo ha asserito che la sua attività, questa estate, potrà aprire costruendo una piccola staccionata di legno che divida il fosso dal suo giardino ( che non può essere ricostruito definitivamente se non si ricostruisce il muro). E se dovesse piovere questa estate?O ci fosse una mareggiata cosa succederebbe con un semplice divisorio in legno?
In queste condizioni e senza indicazioni precise come fa Leonardo a pensare di riaprire l’attività? E oltre i danni subiti quanti ne dovrà ancora subire? E ultima domanda perché non c’è un interlocutore unico che spieghi cosa fare e in quanto tempo farlo? Si supera così l’emergenza? E quanti Leonardo ci sono tra la Liguria,la Toscana, la Sicilia solo per parlare degli ultimi casi?