Donato Lezzi, sindaco eroe: Il politico è un umile servitore

(di Domenico Logozzo)

“Politico significa umile servitore. Datemi la vostra fiducia e onorerò fino in fondo il mio mandato”, queste parole pronunciate da Donato Lezzi nel discorso elettorale dell’11 giugno 1999 e ricordate con una lapide posta nella piazza principale di Torino di Sangro, debbono essere il filo conduttore dell’azione limpida e lineare di quanti sono impegnati in politica, ma anche una lezione per ii giovani che entrano in politica con l’intento di cambiare il vecchio modo arrogante e clientelare di conquistare e gestire il consenso. Non il “potere” per imporre gli interessi di parte e trarre utili personali. A discapito del bene di tutti .Lavorare per creare condizioni di vita migliori per tutti. Ricordare l’esempio di Donato Lezzi,il giovane sindaco che è stato ucciso da un treno mentre stava controllando la stabilità di un ponte ferroviario minacciato dall’alluvione del 25 gennaio 2003, è un dovere per quanti credono nella sana e giusta amministrazione della cosa pubblica. Donato,il giovane e generoso politico “umile servitore dei cittadini”. A viso aperto.A testa alta. Mani sempre pulite in un mondo politico dove purtroppo ieri come oggi mostra poca chiarezza ed è al centro di grandi inchieste della magistratura. Donato ieri è stato sempre lontano dagli affaristi e sempre vicino a chi aveva bisogno. Sempre in prima fila. Non si è mai defilato. Non ha mai dato segni di cedimento. Uomo rispettoso delle leggi e delle istituzioni. Quanta differenza con i tanti, troppi politici che sono divenuti strumenti operativi degli intrighi tangentisti, dei condizionamenti mafiosi. La democrazia indebolita.Lo Stato tradito. Il sindaco di Torino di Sangro lottava per una democrazia sempre più forte ed uno Stato sempre più presente e capace di difendere i fedeli servitori. Donato ha lottato con le unghie e con i denti per far crescere il suo piccolo paese. Amava il suo territorio. L’ha difeso, fino al sacrificio estremo. Ci ha rimesso la vita. Ha lasciato la giovane moglie Cinzia Cannone e i suoi tre bimbi, Giulio, Damiano e Simona. Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli ha conferito la medaglia d’oro al valor civile. Un eroe.
Sono passati quasi dieci anni da quel maledetto pomeriggio di fine gennaio. Ma la memoria non può essere cancellata. Ci si dimentica troppo in fretta di chi fa il proprio dovere, dei coraggiosi gesti d’altruismo in quest’epoca in cui tutto si fa velocemente. E si valuta superficialmente. Purtroppo.Ma non è giusto. E’ un grave segno di irriconoscienza. Una comunità che vuole crescere nel rispetto della legalità,deve ricordare con orgoglio uomini politici come Lezzi, dotati di grandi doti di coerenza, umiltà e dedizione ai bisogni della collettività. L’Abruzzo deve essere fiero del suo “sindaco eroe” e il 25 gennaio prossimo dovrà essere una giornata di riflessione per quanti credono nella politica dei fatti. Nella politica pulita ricordare Donato per dare forza a chi crede nelle idee di rinnovamento, contro tutte le “cricche” che alimentano la malapolitica e infangano i buoni ed i giusti che in Abruzzo lavorano e si sacrificano, mettendo al primo posto l’onestà e gli interessi collettivi. Donato Lezzi per questo si è battuto. Sempre. Coerentemente. Generosamente. Altruista. E ci ha rimesso la vita. Non dimentichiamolo. Onoriamo il suo pensiero,con pensieri, atti politici ed amministrativi positivi.