Appuntamento con il boss/4
L’immancabile Rolex, i vestiti alla moda, l’aria spavalda quanto decisa sono le componenti di ogni uscita pubblica dell’elegante boss. Un passaggio generazionale della mafia e dei mafiosi è segnato proprio dal suo comportamento e dagli affari sempre più produttivi. Altro che la coppola siciliana, segno insormontabile dell’arretratezza dei mafiosi! Lui amava, forse ama ancora, il lusso sfarzoso. Amava, o forse ama, farsi vedere con le sue belle donne e le sue belle macchine. Donne e motori, non se ne può fare a meno! Anche quando va a Roma su ordine di Riina, non dimentica di passare dai negozi di via Condotti e dai ristoranti in centro.
Ha sempre saputo quello che stava facendo, i vizi non lo hanno mai distratto quando si trattava di prendere decisioni importanti o di parlare con la politica. Neppure quando studiava le strategie per fare esplodere le bombe e difendere Cosa nostra. Gli ordigni per le stragi di Capaci e via D’Amelio, che costarono la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, passarono anche dalle sue mani. Non gli faceva schifo macchiare i suoi bei vestiti firmati di sangue. Uno come lui, non ha bisogno di ‘scassapagghiari’, buoni a nulla, ma solo di continuare a mantenere il rispetto fino a che Dio vuole.
A Trapani non si muove foglia senza che lui lo sappia. Estorsioni e appalti sono due parole chiave negli affari del boss e della nuova Cosa nostra. Eh, se non ci fossero stati tutti quei pentiti… le loro dichiarazioni hanno fatto tremare i mafiosi ma chi, come lui, si è salvato dalle quelle ‘infamità’ oggi è diventato ancora più potente e invisibile.
Invisibile, sarà poi vero, pensava mentre si aggiustava la camicia bianca, guardava il suo viso riflesso nello specchio e il pensiero corre veloce a quell’altro uomo, quello che lo cerca, senza sosta, da anni…che starà facendo adesso lui?