Appuntamento con il boss/10
Per essere “uno che comanda” non c’è bisogno di avere in mano le sorti di tutta la regione. A lui basta la sua terra, il controllo totale della “sua” Trapani. Sa benissimo che ci sono dei cacciatori sulle sue tracce da anni. Conosce i nomi e i volti di chi lo insegue. E i suoi nemici sanno che quella in corso è una vera guerra. Alessio è un personaggio furbo,un uomo intelligente, un mafioso che è riuscito a coniugare le vecchie regole di Cosa nostra con una nuova mafia globalizzata, moderna. Il poliziotto sa che è in corso una partita a scacchi col boss.
Per questo ad Alessio non interessa e non conviene essere il numero uno. A lui “basta” la provincia. Questa consapevolezza lo rende ancora più invisibile, ancora più forte. Quando lui manca, se manca, la sua famiglia – quella di sangue – può continuare a vigilare su tutto, tenendo d’occhio anche quel poliziotto che lo cerca senza sosta.
Il poliziotto sa che “la cattura di un latitante ti prende tutto, il tempo e l’anima. Tu sei il cacciatore, lui la preda. Impari a conoscere tutto di lui, entri finanche nella sua psicologia. Osservi i familiari, i loro spostamenti, cerchi di decifrarne i cambiamenti d’umore, le abitudini di una vita che mutano all’improvviso, serve anche questo. Devi essere un po’ psicologo e un po’ assistente sociale”.
E mentre quel cacciatore pensa a tutte queste cose, gli sembra ancora di vedere i suoi occhi. D’incrociarli di nuovo al bar. Come quando Alessio era ancora libero di girare per Trapani e provincia e di sfidare con lo sguardo quel cacciatore che è diventato il nemico di una vita. Destini ed esperienze diverse. Ma entrambi guardano verso la stessa direzione …..