‘Ndrangheta, 21 arresti nell’operazione Bellu lavuru 2

Se c’è un lavoro da fare in Calabria bisogna sapere a chi rivolgersi. Per ogni cosa c’è l’intervento dei mafiosi e ogni passaggio nella fornitura di materiali e servizi negli appalti, è cosa delle cosche. Per questo motivo, stamattina, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia reggina, nei confronti di 21 indagati, appartenenti o contigui alla ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali. Fra le persone finite in carcere, alcuni funzionari della multinazionale Condotte. In particolare, è stato documentato che il direttore dei lavori dell’Anas, il capo cantiere della società per Condotte d’Acqua, un impiegato amministrativo di cantiere della società appaltatrice, il project manager della società appaltatrice, il direttore tecnico, al fine di favorire le attività della ditta in odore di mafia, hanno continuato ad agevolare la fornitura di calcestruzzo, nonostante l’interdizione della Procura del 2007. Le cosche di riferimento sono Morabito – Bruzzaniti –Palamara – Maisano – Rodà – Badalà e Italia, operati nel mandamento jonico e, in particolare, nei comuni di Bova Marina, Palizzi, Bruzzano ed Africo. Tutti gli indagati sono responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, concorso in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, truffa aggravata, danneggiamento aggravato, provata inosservanza di pena, frode in pubbliche forniture, furto aggravato di materiali inerti, crollo di costruzioni o altri disastri dolosi, violazione delle prescrizioni alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, tutti aggravati dall’aver favorito un sodalizio mafioso.
In particolare, la Condotte, aveva stipulato con i boss un subappalto per la fornitura di colate per 7 milioni e 400 mila euro, prima dell’interdizione della Prefettura. Suona strano che ci sono voluti 21 giorni per protocollare la segnalazione della Prefettura di Reggio e altri 9 perché l’Anas trasmettesse la nota alla Condotte. E prima della rescissione del contratto stipulato con la ditta del clan Morabito (Imc) sono passati ben tre mesi (dal 30 luglio al 6 novembre del 2007).
L’operazione “Bellu lavuru 2”, dall’espressione “è propriu nu bellu lavuru”, è utilizzata proprio dai parenti del boss Giuseppe Morabito, alias “Tiradritto”, che annunciavano al capomafia, recluso nel carcere di Parma in regime di 41 bis, l’appalto per i lavori di ammodernamento della strada Statale 106 jonica ed, in particolare, la variante nel centro abitato del comune di Palizzi. Secondo quanto emerso dalle indagini, le cosche sono riuscite a superare anche antiche questioni personali per portare avanti lucrosi affari negli appalti pubblici. I clan controllavano proprio tutto e si erano infiltrati in ogni settore produttivo. Hanno imposto le assunzioni, le forniture d’ogni tipo di materiale, (anche la cancelleria per l’ufficio), i contatti di subappalto e nolo.
Le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria hanno accertato inoltre che il campo d’azione della ‘ndrangheta era rappresentato per un verso dall’infiltrazione diretta; mediante l’impresa di famiglia I.M.C. di Stilo Costantino & C. S.n.c.; ed indiretta, tramite la D’Aguì Beton Srl, nella fornitura del calcestruzzo per l’ammodernamento della 106. Per altro verso, dalla gestione di fatto dei lavori di movimento terra, appannaggio della Ati, capeggiata dalla ditta Clarà e, sotto un ultimo profilo, dalla gestione di gran parte delle maestranze impiegate nei cantieri della grande opera.
Per quanto riguarda il calcestruzzo, è emerso pure che la ‘ndrangheta, attraverso dei prestanome vicini per vincoli di parentela delle cosche, ha organizzato l’intero ciclo, organizzando delle squadre per rubare gli inerti dalla fiumara Amendolea, produrre del calcestruzzo di bassissima qualità, imporne l’uso anche se non corrispondente al vincolo progettuale, fatturarne falsi quantitativi e falsificare, attraverso conoscenti, amici e amici degli amici, anche i risultati dei controlli. Con tutti i rischi che ciò comportava per la sicurezza stradale. In tal senso, la variante di Palizzi, è un vero disastro.
Nel frattempo la Condotte commentando l’arresto dei suoi tre dirigenti, tramite un comunicato, ha fatto sapere che le “indagini risalgono al 2007 e da allora non ha più partecipato a nuovi appalti in Calabria”.
L’operazione “Bellu Lavuro 2” è la prosecuzione della precedente indagine “Bellu lavuru” del 2008, che aveva coinvolto 33 persone raggiunte da decreto di fermo e ad altre nove 9 era stato notificato un avviso di garanzia, indiziati del delitto di associazione mafiosa, finalizzata all’acquisizione, gestione e controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, all’infiltrazione nelle pubbliche amministrazioni al procacciamento di voti o altro. I referenti principali erano sempre le cosche del mandamento jonico.

GLI ARRESTATI:
1 – Altomonte Giuseppe;

2. Capozza Vincenzo (direttore dei lavori dell’ANAS S.p.A. nell’appalto pubblico della variante di Palizzi dal 12.04.2006 al 09.12.2007);

3. Carrozza Pasquale, (geometra, capo cantiere della Condotte nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

4. Cilone Giovanni, detto “Caciuto”;

5. Clarà Antonio, (imprenditore, titolare dell’omonima ditta individuale);

6. D’Aguì Pietro, (socio della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

7. D’Alessio Antonino, (ingegnere, direttore di cantiere della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

8. Dattola Domenico, (autista della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

9. Fortugno Giuseppe;

10. Giuffrida Cosimo Claudio, (Direttore Tecnico della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

11. La Morte Gerardo, (dipendente della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

12. Mancuso Luca, (geometra della ditta CLARA’, responsabile di cantiere per la predetta ditta nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

13. Maviglia Geremia, (operaio, caposquadra della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi), attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Catania;

14. Morabito Giuseppe, detto “tiradritto”, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Parma;

15. Nucera Antonino;

16. Palamara Carmelo, (autista della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

17. Paneduro Sebastiano, (project manager della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

18. Stelitano Leonardo Giovanni, (dipendente della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

19. Stilo Pietro, (dipendente della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

20. Strati Rinaldo, (ragioniere, contabile della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

21. Zappia Raimondo Salvatore, (socio della IMC di Stilo Costantino S.n.c.);